Donne Digitali, l'Agenda Digitale dell'Emilia-Romagna presenta alcune protagoniste dell'innovazione in regione
Cinque donne “digitali”, innovatrici, promotrici delle ICT al femminile, ma non solo. Letizia, Francesca, Morena, Elena, Elisa, sono alcune delle esperte e testimoni privilegiate nel campo della impresa, della scuola e delle istituzioni, che la Regione Emilia-Romagna - tramite Ervet Spa - ha scelto per la campagna informativa dedicata a sensibilizzare le ragazze sulle molte opportunità offerte loro dal digitale in occasione dell’annuale appuntamento “Girls in ICT Day” promosso dall'ITU (International Telecommunication Union), l'organo dell'ONU per lo sviluppo delle telecomunicazioni, che si è tenuto il 27 aprile scorso. Una giornata mondiale per incentivare le ragazze a intraprendere percorsi di studio e di lavoro nel digitale.
L’occasione per presentare il video conclusivo della campagna informativa, a cui ha aderito anche l'Agenda Digitale dell'Emilia-Romagna (ADER), è stata l’edizione 2017 di R2B - Research to Business all’interno del workshop “Industria 4.0 ha un genere?”. Un appuntamento utile a presentare le strategie regionali sul tema “donne e tecnologia” e alcune iniziative che hanno contribuito a diffondere la consapevolezza, tra le studentesse e le ricercatrici, che queste competenze non solo sono sempre più richieste dalle imprese, ma possono realmente colmare il “gap” esistente. Un divario che vede l’Italia al 50° posto su 144 paesi presi in considerazione dall’annuale rilevazione “The Global Gender Gap Report 2016” del World Economic Forum.
Nella cosiddetta terza rivoluzione industriale, i settori delle ICT sono tra quelli a più alta crescita sul piano economico e occupazionale. Si tratta di ambiti in cui le donne, nonostante gli alti livelli di istruzione, sono ancora poco presenti, soprattutto nelle mansioni più qualificate. Questo non solo penalizza le donne, ma rallenta uno sviluppo equilibrato dell'intera economia di Internet. Perché la parità, quella vera, non è solo una battaglia femminile, ma anche una scelta economica.
Secondo i dati dell’ITU, nel campo delle ICT, le donne manager sono il 19% (contro una media negli altri settori del 45%), il 9% degli sviluppatori di app è donna e in Europa solo il 3% delle donne si laurea in discipline informatiche; inoltre, secondo l’Osservatorio delle Competenze Digitali, solo il 19,2% dei lavoratori nel settore ICT ha un capo donna contro il 45,2% degli altri ambiti.
Il cammino affinché il digitale si colori di rosa è ancora lungo, nonostante le donne che occupano ruoli di primo piano in questo settore rappresentino delle vere e proprie eccellenze. Per questo l'Agenda Digitale dell'Emilia-Romagna ha promosso una campagna informativa di video-interviste ad alcune protagoniste del digitale in Emilia-Romagna.
I video sono presenti sul canale YouTube di Ervet Spa:
- “Girls in ICT e le politiche regionali per un digitale sempre più femminile” (video conclusivo);
- Letizia Atti, fondatrice del coworking Borgo 22 www.borgo22.it e Bolognachannel.tv.
«C’è una tendenza nel mondo del lavoro di ricrearsi spazi condivisi e di collaborazione. Questo anche grazie allo sviluppo digitale e delle nuove tecnologie. Ciò permette di conciliare situazioni lavorative e di vita privata in maniera più sostenibile, più umana, proficua e interessante per l’individuo e la società. Speriamo di andare sempre più in questa direzione»; - Francesca Bergamini, Servizio Programmazione delle politiche dell’istruzione, della formazione, del lavoro e della conoscenza Regione Emilia-Romagna.
«Da un lato occorre investire nelle competenze digitali delle persone per permettere un inserimento qualificato nel mercato del lavoro, per lavorare meglio sfruttando tutte le opportunità che il digitale porta nelle proprie attività lavorative; dall’alto lato investire nelle imprese affinché possano cogliere le sfide della competitività oggi legate alla nuova rivoluzione, che è quello dell’Industria 4.0. Un investimento sulle competenze digitali ma anche e soprattutto un investimento per permettere che le scelte delle ragazze siano sempre più orientate verso percorsi tecnici e tecnologici a forte contenuto digitale: per il loro futuro lavorativo e per cogliere a pieno l’opportunità di lavoro qualificato nel sistema regionale»; - Morena Diazzi, direttore generale Economia della Conoscenza, del lavoro e impresa della Regione Emilia-Romagna.
«Le azioni che la Regione Emilia-Romagna sta promuovendo per favore l’inserimento delle donne nell’ambito del digitale hanno come obiettivi: - la promozione della partecipazione attiva al mercato di lavoro (oltre il 70%, target europeo per uomini e donne) a favore di un impiego di qualità e continuativo;
- l’innalzamento dei titoli di studio;
- lo sviluppo delle competenze digitali;
Nello specifico, per quanto riguarda il digitale e le donne, la Regione Emilia-Romagna intende:
- puntare sull’orientamento, ovvero far conoscere le opportunità offerte dal digitale in termini di crescita e prospettive (campus organizzati nel periodo estivo);
- favorire lo sviluppo della cultura digitale all’interno delle facoltà umanistiche;
- sviluppare la rete politecnica oggi sempre più orientata sulla parte del digitale;
- realizzare un dottorato sul Data Science and Computation di livello internazionale della durata di 4 anni nel quale sarà garantita una partecipazione femminile adeguata»;
- SocialLab.
«Social Lab è composta da tre donne. Siamo inserite in un contesto che è quello della sharing economy e in generale dell’innovazione dove uomini e donne hanno ruoli perfettamente paritari. Lavorare in un contesto del genere è molto stimolante»;
- Elisa Spanedda (studentessa dell'ITS Maker di Bologna l’Istituto Superiore Meccanica, Meccatronica, Motoristica e Packaging dell’Emilia Romagna).
«La donna nell’elettronica e nella meccanica non è vista come una figura professionale o che possa fare carriera. Dopo un percorso di studi superiore di operatore elettronico nel ramo della manutenzione mezzi di trasporto mi sono iscritta all’ITS Maker di Bologna. Attualmente però sono l’unica ragazza della mia classe e nell’intero istituto siamo solo in quattro donne. Spero che arrivino più ragazze e che si leghino all’elettronica e alla meccanica perché, come diceva la mia professoressa delle superiori, l’elettronica è puramente femminile».