Approvata la direttiva sul diritto d'autore in internet
Le nuove normative colmano il divario tra potere e introiti della grandi piattaforme di diffusione di contenuti e la remunerazione degli autori e detentori dei diritti d’autore. Saranno infatti le piattaforme, come Facebook, Instagram ecc… a dover autorizzare il caricamento di contenuti verificandone eventuali diritti. Inoltre la direttiva permette agli editori e creatori di notizie di negoziare accordi e compensi direttamente con gli aggregatori di news, come Google, Wikipedia ecc… Gli utenti sono così deresponsabilizzati rispetto alla pubblicazione, responsabilità che va a gravare solo sulle piattaforme
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“Difendiamo la creatività italiana ed europea e i posti di lavoro", ha scritto su Twitter Antonio Tajani, presidente del parlamento Ue, dopo il voto dell'assemblea di Strasburgo
“La nuova direttiva permetterà di adeguare il diritto d'autore al XXI secolo", aveva dichiarato la Commissaria Ue al digitale Marya Gabriel, una delle grandi sostenitrici della riforma al vaglio della plenaria a Strasburgo.
Le nuove regole cambieranno profondamente il web e la libertà di pubblicazione dei contenuti, penalizzando in particolare Google, Facebook e YouTube, che fino ad ora hanno investito ingenti capitali in soluzioni tecnologiche e nuove assunzioni per monitorare ciò che viene pubblicato sui loro canali.
E si alzano proprio dai colossi delle piattaforme di comunicazione le voci di protesta, tra le quali quella di Wikipedia, che ha oscurato la pagina italiana in vista della decisione del Parlamento europeo e, ovviamente, di Google, che a seguito del voto ha affermato che “ La direttiva sul copyright è migliorata (rispetto al testo originale), ma porterà comunque ad incertezza giuridica e impatterà sulle economie creative e digitali dell’Europa. I dettagli contano e restiamo in attesa di lavorare con politici, editori, creatori e titolari dei diritti mentre negli Stati membri dell’UE si muovono per implementare queste nuove regole”.
Ma proteste si sono sollevate anche dal basso, tra le associazioni free software e partiti pirata di stampo libertario che lamentano la limitazione nella libertà di espressione.