Il Data Usage Control: proteggere i dati digitali e la privacy degli utenti
Una ricerca ha dimostrato che bastano 10 like su Facebook per conoscerti meglio di un tuo collega, 70 di un coinquilino, 150 di un genitore o fratello e 300 del coniuge. Chi può accedere a queste informazioni, che utilizzo ne fa, dove finiscono i dati personali? Spesso gli utenti non hanno a disposizione gli strumenti per comprendere quanto possa essere importante nei suoi effetti e sempre più spesso dannosa l’utilizzo di questi dati finiti nelle mani sbagliate.
Il controllo e la difesa dei dati digitali sarà probabilmente il nuovo business ma è possibile proteggerli grazie al Data Usage Control.
I due strumenti standard per proteggere i dati sono la cifratura - la chiave per leggere quel dato - e l’access control – la verifica del possesso delle autorizzazioni a decifrare il dato. L’access control è però una verifica che viene fatta solo all’inizio, una volta entrati non c’è possibilità di “rimediare”.
La soluzione a questo problema è proprio il Data Usage Control, che consiste in una prima parte di verifica, come nell’access control, prima dell’accesso al dato, e un successivo meccanismo di monitoraggio che, una volta avuto l’accesso, verifica che siano rispettati i requisiti imposti durante l’utilizzo. Questo strumento permette un controllo continuo e la possibilità di bloccare il consumatore nel caso ci siano violazioni alla politica di utilizzo dei dati tramite la “revoca” che permette anche, eventualmente, di negare le successive richieste di accesso.
Il Data Usage Control può essere applicato anche ai dati dei dispositivi IoT e per proteggere documenti importanti , grazie alle politiche di regolamentazione della privacy contenuto dal GDPR, il data usage control può automatizzare la gestione dei dati e garantire agli utenti pieno controllo e protezione.