Sensori nelle case per la sicurezza e l'autonomia degli anziani

In partenza un progetto che coinvolge Acer, la Regione Emilia-Romagna e Lepida


Considerato che una significativa percentuale dell’utenza di alloggi sia erp, sia di proprietà di Acer stessa è rappresentato da anziani, parte dei quali di età molto elevata, Acer si è posta l’obiettivo di attivare una sperimentazione a favore di questo target di utenza, per declinare un modello replicabile di “abitare sicuro” presso l’alloggio popolare.

I dati


Nell’erp in area metropolitana su di un totale di 15.926 assegnatari: il 17,1% ha tra i 65 e i 74 anni; il 15,7% ha tra i 75 e gli 84 anni; l'8,4% ha tra gli 85 e 94 anni. Di fatto, oltre il 40% degli assegnatari sono over 65 anni e questo è un dato significativamente superiore alle caratteristiche dei nuclei familiari residenti in area metropolitana. Pertanto, la tendenza all'invecchiamento è generale, ma nell'erp di più. L'età avanzata si coniuga spesso con la fragilità sociale, la solitudine, la necessità di servizi di prossimità. Inoltre, nel 13% dei nuclei vi sono componenti seguiti dai servizi sociali, a conferma dell’alto tasso di fragilità dei nuclei erp.
A fronte di questi dati e per garantire maggiore sicurezza e autonomia alle persone anziane all’interno delle proprie abitazioni è in partenza una sperimentazione gratuita rivolta agli affittuari Acer in locazione permanente di un palazzo di via Albani, alla Bolognina, riservato agli utenti con più di 65 anni.
Coinvolti nella sperimentazione, su base volontaria, sono potenzialmente 16 nuclei con assegnatari che hanno in media più di 70 anni (il più giovane ne ha 66, il più anziano 90). Di questi 16 nuclei, 7 sono composti da una persona sola, compreso quello della persona novantenne.

Obiettivi: indipendenza e domiciliarietà


La sperimentazione – frutto della collaborazione tra Acer, la Regione Emilia-Romagna e la società regionale Lepida – ha lo scopo di dotare gli appartamenti di una tecnologia molto semplice e non invasiva destinata a migliorare la qualità della vita e la sicurezza dei cittadini che li abitano. L’obiettivo è consentire alle persone fragili coinvolte di mantenere la propria indipendenza il più a lungo possibile in sintonia con gli ambienti in cui vivono; un sistema di sensori di cui verranno forniti gli appartamenti fornirà infatti elementi per individuare segnali precoci di allerta, necessari per un’azione di prevenzione della non autosufficienza e per individuare possibili servizi di supporto, in rapporto anche con le altre strutture pubbliche sociali e sanitarie presenti sul territorio.
Inoltre, la tecnologia utilizzata servirà a supportare la domiciliarità dei soggetti fragili, prevenire l’insorgere della non autosufficienza e favorire un invecchiamento attivo e in salute.
Tale sperimentazione potrà successivamente, qualora dia esiti positivi, essere estesa, previa valutazione dei soggetti pubblici coinvolti, ad altre aree territoriali (sia del Comune di Bologna che di altri Comuni) e ad altre tipologie di alloggi.

Ruoli e azioni


La società regionale Lepida svolgerà un ruolo di supervisore operativo della sperimentazione, monitorandone l'andamento e fornendo dati complessivi dell'attività in atto alla Cabina di Regia e a tutte le parti coinvolte. Inoltre, oltre alla configurazione e installazione dei sensori, metterà a disposizione il sistema SensorNet per la raccolta centralizzata delle misurazioni e degli eventi rilevati e trasmessi dai sensori
Acer ha il compito di acquistare i sensori, individuare i soggetti da coinvolgere nella sperimentazione e informarli adeguatamente insieme a loro eventuali familiari/caregiver. Sarà compito di Acer anche coordinare la rete dei soggetti di volontariato e di privato sociale interessati a partecipare alla realizzazione di un network sociale di supporto alla costruzione di relazioni di mutuo aiuto, collaborazione, socialità all’interno del fabbricato e nel territorio circostante.

Insieme per il sociale


Il direttore generale di Lepida Gianluca Mazzini ha commentato: “Dopo l’esperienza del Residence Care di Novi di Modena e le successive di Novellara, Carpi e Ferrara, siamo molto soddisfatti di avere avviato una nuova sperimentazione anche a Bologna. I sensori consentono il costante monitoraggio degli ambienti e inviano segnali di allerta che permettono di intervenire tempestivamente. Dopo alcuni mesi di sperimentazione del kit base valuteremo l’opportunità di aumentare le tipologie di sensori per ampliare le possibilità di monitoraggio”.

“Per Acer è un investimento per il sociale innovativo e di grande valore”, ha spiegato il presidente di Acer Bologna Marco Bertuzzi. “La casa del futuro dovrà essere sempre più sicura e accogliente ed è giusto che si sperimenti nelle fasce di popolazione con un alto tasso di fragilità”. Ha aggiunto la vice presidente di Acer Raffaella Pannuti: “Prossimità, vicinanza, cura sono le parole d’ordine di un progetto che permetterà agli anziani di continuare a vivere a casa propria, in autonomia ma anche in sicurezza. Ci faremo promotori di una rete di soggetti del privato sociale finalizzata a creare un contesto di positive relazioni di vicinato e di mutuo aiuto”.

"La realizzazione di questo progetto è davvero un passo avanti per garantire l’autonomia degli anziani della nostra regione, il cui numero è destinato a crescere nei prossimi anni. - ha sottolineato Paola Salomoni, assessora regionale a Ricerca e Agenda digitale - Come Regione abbiamo investito moltissimo, e continueremo a farlo, nei confronti di queste persone per supportare l’utilizzo della tecnologia IoT in tutti gli ambiti ed essere di aiuto a garantire sicurezza e non dipendere dagli altri. Interventi innovativi come questo sono la risposta ai problemi del territorio grazie anche alla competenza di Lepida a dare supporto. Ogni persona, infatti, ha un desiderio: sentirsi ancora attiva e parte della società”.

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