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Seminario COMTem: il piano triennale per la transizione digitale nelle PA

Il 24 marzo 2022 nella cornice del Complesso Monumentale del Monastero di San Paolo, sede del Laboratorio Aperto di Parma, si è tenuto il secondo appuntamento del ciclo di seminari di approfondimento delle Comunità Tematiche, dedicato al piano triennale per l’Informatica nelle PA.

Il piano triennale per la transizione digitale nella pubblica amministrazione

La transizione digitale delle Pubbliche Amministrazioni è uno dei temi principali degli ultimi anni: il Piano Triennale per l’informatica indica le linee di sviluppo a livello nazionale per una maggiore spinta verso la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, uno degli assi principali di investimento indicati dal PNRR (Piano Nazionale di ripresa e resilienza).

In quest’ambito si è svolto il secondo appuntamento del ciclo di seminari dal titolo: “Il Piano triennale dell’informatica nella PA e il ruolo del RTD”.

L’incontro era rivolto prevalentemente ai Responsabili per la Trasformazione Digitale (RTD), figure istituzionali che, negli Enti, sono chiamate ad attuare e coordinare gli interventi per la digitalizzazione, e a tutti coloro che operano in stretta collaborazione con questa figura professionale.

Durante il seminario sono stati presentati i  principali strumenti a disposizione (tra cui il nuovo format proposto da AGID per la redazione del Piano ICT), ed è stato delineato un quadro complessivo degli adempimenti e delle scadenze previste per l’anno in corso.  Questo appuntamento è stato anche un’occasione di confronto tra alcune esperienze del territorio in merito alle possibili azioni che gli Enti possono sviluppare e adottare nelle diverse realtà, in base alle loro specificità.

La figura del Responsabile della transizione digitale:Ruolo e competenze

Il Responsabile della transizione digitale (RTD) è la figura dirigenziale chiamata a favorire la trasformazione digitale dell’Ente, coordinando lo sviluppo dei servizi pubblici digitali e l’adozione di nuovi modelli di relazione trasparenti e aperti con i cittadini. 

Svolge i seguenti compiti (Fonte Dlgs. 82/2005 - CAD - art. 17):

  • coordinamento strategico dello sviluppo dei sistemi ICT (tecnologie dell’informazione e della comunicazione)
  • indirizzo e coordinamento dello sviluppo dei servizi digitali
  • indirizzo, pianificazione, coordinamento e monitoraggio della sicurezza informatica;
  • promozione dell'accessibilità
  • analisi di coerenza tra organizzazione e utilizzo dell’ICT per migliorare la soddisfazione dell'utenza e la qualità dei servizi e per ridurre tempi e costi dell'azione amministrativa
  • cooperazione alla revisione della riorganizzazione dell'amministrazione
  • indirizzo, coordinamento e monitoraggio della pianificazione
  • progettazione e coordinamento delle iniziative per una più efficace erogazione di servizi in rete a cittadini e imprese mediante gli strumenti della cooperazione applicativa
  • attuazione delle direttive del Ministro delegato per l'innovazione e le tecnologie
  • pianificazione e coordinamento del processo di diffusione degli strumenti digitali all'interno dell'amministrazione
  • pianificazione e coordinamento degli acquisti di soluzioni e sistemi informatici

Il RTD rappresenta il punto di contatto con l’Agenzia per l’Italia Digitale e la Presidenza del Consiglio dei Ministri per le questioni connesse alla trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni, nonché per la partecipazione a consultazioni e censimenti previsti dal Piano triennale per l’informatica della pubblica amministrazione.

I numeri del seminario

Il focus dedicato alla  figura del RTD e più in generale alla digitalizzazione della PA ha riscontrato notevole interesse. Sono stati infatti più di novanta i partecipanti alle Comunità Tematiche presenti in sala e/o collegati da remoto, tra cui numerosi Responsabili per la Transizione al Digitale, oltre che molti di coloro che operano di fatto in stretta relazione e collaborazione con queste figure nell’ambito delle azioni connesse alla trasformazione digitale (responsabili SI e SIA, responsabili di dominio e servizi verticali, comunicazione compresa, che spesso costituiscono di fatto "lo staff del RTD), infine vertici politici e organizzativi degli Enti per i quali ora più che mai la trasformazione digitale rappresenta opportunità e volano di crescita le amministrazioni e i territori.

Gli interventi della prima sessione hanno delineato una visione d’insieme sul ruolo e l’importanza strategica del RTD nel promuovere i processi di innovazione della PA, contestualizzando tale figura nello scenario regionale, alla luce dell’Agenda Digitale Data Valley Bene Comune.

La seconda sessione è stata dedicata ad una tavola rotonda, animata e condotta da Alessandro Cantelli (Dirigente Settore Transizione Digitale, Comune di Parma), che ha permesso il confronto tra le esperienze quotidiane degli RTD che gestiscono differenti tipologie di Enti territoriali,  e che condividono sfide, difficoltà e opportunità in termini di competenze, risorse economiche e organizzative. La discussione ha affrontato aspetti di gestione e programmazione, monitoraggio dei risultati e ha approfondito i principali strumenti a disposizione.

Per ulteriori informazioni: 

pagina dedicata al seminario RTD (accesso a materiali, kit, video): https://digitale.regione.emilia-romagna.it/comtem/seminari2022/rtd

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pagina dedicata al ciclo di seminari: https://digitale.regione.emilia-romagna.it/comtem/seminari2022/presentazione

Cosa sono le COMTem? https://digitale.regione.emilia-romagna.it/comtem

Turismo e transizione digitale. Anche Rimini naviga veloce: lungomare con Internet veloce e gratuito grazie a “EmiliaRomagnaWiFi”.

Prosegue il Piano della Regione per garantire il web libero in tutta la Costa adriatica entro il 2024 grazie a un Piano da 3,5 milioni di euro


Inaugurata la copertura di rete con banda ultra-larga dei sei chilometri tra Viserba e Torre Pedrera, nel litorale nord della capitale delle vacanze. Il presidente della Regione: al lavoro per rendere sempre più attrattività e competitiva l’offerta turistica della nostra Riviera. In tutta l’Emilia-Romagna già attivi oltre 10mila punti WiFi di accesso ad Internet installati da Lepida in spazi pubblici e piazze, Municipi, ospedali, centri sportivi.


Bologna – Anche Rimini naviga veloce. Grazie a Internet gratuito, a portata di smartphone e tablet attraverso “EmiliaRomagnaWiFi”, la rete regionale ormai sempre più estesa anche sulla Costa romagnola, a disposizione di residenti e turisti.

Sono stati inaugurati nel pomeriggio di oggi i sei i chilometri d lungomare col web per tutti nella zona Rimini Nord, tratto compreso tra Viserba, Viserbella e Torre Pedrera.

WiFi gratuito, attivo 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, senza bisogno di registrazione: basta un click e sei collegato. Per una navigazione ad alta prestazione, grazie alla banda ultra-larga garantito dal collegamento in fibra ottica, con velocità di upload e download di molto superiori ai 100 mega.

L’intervento, per un investimento di 330mila euro, ha comportato l’installazione lungo il percorso di 90 access point, i punti di accesso alla Rete, ed è stato pianificato in armonia con il progetto di riqualificazione del lungomare nord di Rimini, ormai concluso. Un’area di grande frequentazione turistica, pieno di alberghi ed esercizi, a ridosso della spiaggia.

Dopo il battesimo del mese scorso nel tratto Cervia-Milano Marittima, quello di oggi rappresenta il completamento del secondo stralcio del maxipiano regionale “EmiliaRomagnaWiFi Costa” per coprire entro il 2024 l’intera Riviera adriatica con una connessione WiFi a banda ultra-larga e accesso libero e gratuito, da Cattolica ai lidi ferraresi. Piano che prevede l’investimento di oltre 3,5 milioni di euro da parte della Regione, realizzato dalla società in house Lepida ScpA.

Presenti al varo di Internet gratuito nel lungomare nord di Rimini il presidente della Regione, l’assessore regionale al Turismo e il sindaco della capitale italiana delle vacanze.

Il Piano per la Costa, sottolinea il presidente della Regione, rientra nel progetto più complessivo Data Valley bene comune, affidato all’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna. L’obiettivo è quello di permettere l’accesso gratuito di tutta la popolazione ai servizi WiFi a banda ultra-larga. Sono giù più di 10mila i punti di accesso ad Internet attivati nel territorio regionale attraverso “EmiliaRomagnaWiFi” per collegare alla Rete Municipi, piazze, spazi pubblici, ospedali e strutture sanitarie, biblioteche, centri giovanili e impianti sportivi da Piacenza a Rimini. Non meno importante per la Regione il traguardo di avere Internet gratuito in tutte le località balneari, che d’estate ospitano centinaia di migliaia di vacanzieri provenienti da tutta Italia e dall’estero. Un piano per rendere l’offerta turistica della Riviera Adriatica sempre più competitiva e al passo coi tempi anche sul versante dei servizi digitali.

WiFi lungo la Costa, le prossime tappe

Dopo Cervia-Milano Marittima e Rimini Nord le prossime tappe del Piano regionale per portare internet gratis lungo tutta la Costa emiliano-romagnola riguarderanno Misano Adriatico e Bellaria Igea Marina, con l’inaugurazione dei nuovi step di avanzamento lavori in calendario entro l’estate.

Si proseguirà poi l’anno prossimo con Marina di Ravenna, Punta Marina, Marina Romea, Casalborsetti, Lido Estensi, Lido di Spina, Riccione e Cesenatico. Fine lavori nel 2024 con gli ultimi interventi in programma a Cattolica, Rimini Sud, Gatteo Mare, San Mauro Pascoli e lidi ravennati sud.

Attenzione per la Costa, ma anche per l’entroterra e tutto il territorio regionale. Nell’ambito del piano di sviluppo di Emilia-Romagna WiFi è stato infatti sottoscritto un accordo di programma con il ministero dello Sviluppo Economico che prevede il cofinanziamento per un valore di 2 milioni di euro per la fornitura e installazione da parte di Infratel di 2.583 access point, di cui 316 per i Comuni ancora senza copertura Wi-Fi e i restanti 2.267 destinati appunto al piano dedicato alla Costa adriatica.

Informazioni sul progetto Costa Wi-Fi sono disponibili al link https://digitale.regione.emilia-romagna.it/costa-wi-fi/

Giancarlo Martelli

Desier a Terre d’Argine per analizzare la digitalizzazione dei servizi

All’interno dell’analisi per l’indicatore Desier abbiamo approfondito con l’Unione delle Terre d’Argine alcune iniziative, progetti e proposte digitali per il territorio.

L’Unione Terre d’Argine


L'Unione delle Terre d'argine è un ente locale autonomo, costituitosi nel 2006, e composto dai quattro comuni di Campogalliano, Carpi, Novi di Modena e Soliera, in provincia di Modena.
L’Unione Terre d’Argine nasce per contribuire al consolidamento dei rapporti di collaborazione fra i Comuni che la costituiscono, le istituzioni pubbliche e tutti gli altri soggetti che concorrono alla realizzazione delle risposte ai bisogni della propria comunità di riferimento, facilitando così il processo di ammodernamento e sviluppo dell'amministrazione pubblica.

La spinta alla trasformazione digitale della pubblica amministrazione


Per l’Unione Terre d’Argine, la trasformazione digitale dell’ amministrazione è un obiettivo prioritario nel breve periodo, dal momento che potrà aiutare a ridurre i costi (per esempio quello dell’utilizzo di documenti cartacei) ed erogare servizi più efficienti e utili per il cittadino.
Da un lato l’Unione sta lavorando all'adozione di nuovi software, attuando un processo di consolidamento e integrazione dei gestionali in uso nei settori dei diversi enti. Un percorso volto a riconsiderare e ridefinire, in ottica digitale, le procedure e i servizi utilizzati, favorendo una politica economica di scala e stimolando la collaborazione tra gli uffici nelle quattro realtà territoriali. Dall’altra parte si stanno promuovendo la conoscenza e l’approccio digitale dei dipendenti, soprattutto in relazione all’utilizzo degli strumenti informatici. Una maggiore consapevolezza consente una comunicazione più efficace verso i cittadini, e permette di migliorare sensibilmente il supporto all’erogazione dei servizi online.

 I servizi digitali attivati dell’Unione

L’Unione delle Terre d’Argine ha già attivato diversi servizi digitali, molti dei quali in concomitanza con l’emergenza epidemiologica da Covid-19, che ha evidenziato il ruolo chiave dei sistemi informatici e di comunicazione capillare al fine di ridurre i tempi e semplificare le modalità di accesso ai servizi per il cittadino.

Alcuni servizi sono per esempio erogati attraverso lo sviluppo delle piattaforme abilitanti AppIO, SPID e PagoPA, che permettono di realizzare pagamenti, richieste di certificati e documenti in maniera rapida e facile per i cittadini.
Vediamone alcuni più da vicino.

  • Aggiornamento dei siti istituzionali: l’Unione, e i Comuni ad essa aderenti, hanno rinnovato i propri siti istituzionali, adeguandoli alla normativa vigente e dotandoli di un’interfaccia utente semplificata. Sui nuovi siti, inoltre, è possibile trovare, ad oggi, 153 moduli online, oltre ai servizi di front-end messi a disposizione per lo Sportello Unico delle Attività Produttive e per lo Sportello Unico dell’Edilizia oggetto di un recente progresso gestionale. Tra questi, ad esempio, si trova il modulo che ha consentito ai cittadini di richiedere online il bonus spesa durante il periodo di lock down.

  • SPID: l’adozione di SPID è stata funzionale in questa fase per accedere, con un’unica modalità di autenticazione, a tutti i servizi offerti online. Sul territorio sono stati aperti 6 sportelli, attraverso i quali sono state rilasciate gratuitamente, ad oggi, oltre 5000 credenziali SPID.
  • PagoPA: l’adesione a PagoPA, ha contribuito ad evitare code e attese agli sportelli, evitando assembramenti. Per quanto riguarda l’Unione e i Comuni ad essa aderenti, a giugno 2022 sono stati registrati 144 servizi di pagamento online con oltre 70.000 transazioni di pagamento effettuate dal gennaio 2021 ad oggi.
  • Gestione Concorsi: sempre nell’ambito dello sviluppo delle piattaforme abilitanti, è stato avviato un progetto partecipativo con l’Unione delle Valli del Savio, per la creazione di una piattaforma digitale unificata accessibile tramite credenziali SPID, finalizzata alla gestione concorsuale dell’elenco degli idonei e degli interpelli. Le notifiche dei vari passi del procedimento, dall'avvenuta ricezione della domanda, sino all’esito dell’interpello sono trasmesse tramite AppIO.
  • Richiesta Certificati: al fine di ridurre la frequenza di accesso fisico agli sportelli, è possibile per i cittadini dell’Unione richiedere online i certificati anagrafici e di stato civile mediante l’apposita procedura resa disponibile sui portali istituzionali dei Comuni aderenti all’Unione.
  • Adesione ANPR: a inizio 2022 si è proceduto a completare l’attività di adesione ad ANPR consentendo ai cittadini di ottenere i certificati anagrafici digitali online, in maniera autonoma.
  • Servizio Certificazione di Anagrafe: in questo ambito e per quanto riguarda, nello specifico, i Comuni di Carpi e di Novi di Modena, è stata stipulata un’apposita Convenzione con il SI.NA.G.I. (Sindacato Nazionale Giornalai d’Italia – Sede territoriale di Modena) per l’utilizzo del servizio di certificazione di anagrafe. Grazie a questo progetto, reso possibile in considerazione dell’accesso unificato SPID, oggi i cittadini possono facilmente recarsi presso le edicole abilitate al servizio per chiedere e ricevere, in tempi brevissimi, alcune tipologie di certificati anagrafici.

Accesso a Internet e accessibilità

L’offerta di servizi digitali ha incrementato la visibilità online e l’utilizzo del sito e dei social dell’Unione Terre d’Argine, diventando così un punto di riferimento per i cittadini del territorio.
Allo stesso tempo però la digitalizzazione dei servizi ha messo in evidenza alcune preoccupazioni in merito alla mancanza o carenza di accesso ad Internet, usabilità e adeguate capacità o accessibilità per tutti.
Proprio per sopperire a tali limiti l’Unione delle Terre d’Argine, con l’intento di ridurre il digital divide tra cittadini, si è impegnata per la distribuzione nella banda ultra larga su tutto il territorio e ha distribuito, ad oggi, oltre 217 dispositivi (Hotspot) per l’accesso pubblico alla rete Wifi.

Obiettivi futuri e prossimi step nelle PA dell’Unione: l’acquisizione di competenze digitali


Vista la necessità di rendere le procedure della Pubblica amministrazione sempre più uniformi e rispondenti alle istanze e ai bisogni espressi dalla comunità l’Unione lavorerà anche per ampliare il coinvolgimento dei dipendenti in termini di consapevolezza digitale. Questo perché gli stessi possano essere parte attiva nell’erogazione di servizi innovativi e capaci, da un lato, di assicurare accessi veloci ed elevati standard qualitativi ai cittadini e, dall’altro, di apprendere competenze di problem solving e lavoro di squadra. Con questo fine è stato implementato un sistema di e-learning, a disposizione di tutti i dipendenti pubblici del territorio dell’Unione attraverso la quale erogare corsi in modalità “videopillola”, che prevedano il raggiungimento di un set di conoscenze e abilità che ogni dipendente/amministratore pubblico dovrebbe possedere per partecipare attivamente alla trasformazione digitale.

A che punto siamo con la connettività in Emilia-Romagna? La mappa dell'Osservatorio

“A che punto siamo con la connettività in Emilia-Romagna?” Ora lo puoi sapere guardando la mappa dell’Osservatorio realizzato da Regione Emilia-Romagna: informazioni puntuali a livello di civico stradale con dettagli sul livello di banda disponibile.



L’Osservatorio della connettività nasce come strumento per rappresentare in modo semplice, attraverso una mappa, le informazioni sullo stato corrente di connettività a banda larga e ultralarga, a livello di singolo civico, su tutto il territorio regionale.

La necessità di una connettività veloce


Nell’ultimo decennio sono stati molteplici gli interventi nazionali e regionali finalizzati a rendere accessibile a tutti l’offerta di connettività veloce.
Tali azioni si sono concretizzate grazie ad importanti investimenti pubblici e privati ma, nonostante ciò, il divario digitale nel nostro territorio resta da colmare, soprattutto in relazione alla disponibilità di Banda Ultra Larga (BUL), che di fatto accentua problematiche territoriali sociali, di investimento e di mercato, specie nelle zone remote denominate “aree bianche” (aree dove ufficialmente gli operatori di mercato hanno dichiarato di non voler intervenire). Su queste aree gli interventi finanziati dal Governo hanno accumulato ritardi e, conseguentemente, è alto l’interesse e la necessità di aggiornamento sulla disponibilità di nuovi e migliori servizi di connettività.
Per rendere semplice e agevole la ricerca di informazioni, la Regione ha realizzato una mappatura del territorio che integra fonti dati di varia natura e che rappresenta il grado di connettività disponibile.

Come nasce l’Osservatorio della Connettività dell’Emilia-Romagna?


Nel confronto con Sindaci e Assessori degli EELL, nell’ambito della Comunità Tematica Amministratori Digitali, è emersa l’esigenza, da parte degli Amministratori locali, di conoscere il grado di connettività veloce nel proprio territorio.
Al fine di soddisfare questa richiesta la Regione Emilia-Romagna si è attivata per la predisposizione di una piattaforma ad hoc, assicurandosi che quest’ultima rispetti i requisiti di semplicità, accessibilità e affidabilità.

Tra le motivazioni principali per la creazione di questo progetto e le necessità a cui cerca di rispondere, troviamo:

  • CONCRETEZZA NELLE RISPOSTE. Il progetto nasce dalla necessità di offrire risposte concrete alle segnalazioni che Regione e Amministratori locali ricevono dai cittadini circa lo stato o il disservizio di connettività, grazie ad uno strumento semplice da interrogare e capace di integrare diverse tipologie di dati
  • CENTRALITÀ DEI CITTADINI. Il progetto mostra in maniera trasparente ai cittadini il grado di connettività presente nelle loro abitazioni o in altri civici di loro interesse
  • MONITORAGGIO COSTANTE DEGLI INTERVENTI. L’Osservatorio della Connettività permette di conoscere e verificare lo stato di avanzamento degli interventi in corso d’opera, il Piano BUL Nazionale per le aree bianche e successivamente sarà reso disponibile anche il Piano Italia 1 Giga per le aree grigie.
  • SUPPORTO AGLI AMMINISTRATORI. L’Osservatorio della Connettività vuole contribuire all’attuazione dei Programmi di mandato degli Amministratori locali offrendo la possibilità di valutare l’impatto delle politiche, come ad esempio registrare la situazione di connettività a inizio mandato e confrontarla a fine mandato.

Come valore aggiunto va sottolineato come nell’Osservatorio della Connettività siano integrate tutte le fonti a disposizione di Regione, dal momento che le fonti devono essere
diversificate per poter ottenere una visione di insieme completa.

Gli obiettivi del progetto

L’obiettivo generale del progetto è quello di conoscere il reale stato di disponibilità dei servizi di connettività a Banda Larga e Banda Ultra Larga sul territorio regionale.

Questo obiettivo si concretizza attraverso 3 punti:

  • Creare uno strumento in grado di fornire quante più informazioni possibili sullo stato corrente dell’offerta di connettività a livello di civico
  • Individuare le aree scoperte rispetto all’offerta di servizio da parte degli operatori privati nelle aree nere, grigie e bianche
  • Offrire la possibilità di interagire con la piattaforma ed inviare segnalazioni.

L’Osservatorio della Connettività: la mappa coropletica dell’Emilia-Romagna


L’Osservatorio della Connettività è disponibile sul portale dell'Agenda Digitale e presenta la mappa dell’Emilia-Romagna con le informazioni territoriali sulla connessione.

In particolare:

  • L’Osservatorio della Connettività integra e rappresenta, con una mappa coropletica, ovvero un tipo di mappa che utilizza colori o motivi in aree determinate che corrispondono ai dati di una statistica specifica, le informazioni dello stato corrente dell’offerta di connettività a banda larga e ultralarga, a livello di civico, su tutto il territorio regionale
  • I dati rappresentati sono ricavati da fonti esterne, non direttamente gestite e modificabili da Regione Emilia-Romagna
  • Raccoglie e rappresenta le informazioni circa le differenti tecnologie di connettività e i principali piani di sviluppo nazionali in corso, sempre, per quanto possibile, al dettaglio del singolo civico.

L’Osservatorio della Connettività si configura pertanto come uno strumento utile non solo alle Pubbliche amministrazioni, ma anche a tutti coloro che vogliono conoscere il grado di connettività di un luogo o di un numero civico in particolare come per esempio, cittadini, imprese, operatori.

 Le fonti dei dati dell’Osservatorio


Come già accennato nei paragrafi precedenti, le fonti dell’Osservatorio sono diversificate, proprio per poter accedere all’informazione aggiornata e completa su tutto il territorio.

Le fonti dell’Osservatorio della Connettività sono in particolare:

  • Codice EGON per la georeferenziazione di ogni civico sul territorio regionale
  • Dati AGCOM cablato per la velocità di download massima e attesa
  • Dati AGCOM wireless per la velocità di download massima e attesa
  • Dati Infratel per la classificazione delle Aree e dati di avanzamento degli interventi
  • Piano Nazionale BUL aree bianche (collegamento diretto al portale Infratel)
  • Dati Concessionario del Piano BUL Open Fiber aree C e D
  • Dati Open Fiber per aree in cui l’operatore è presente senza finanziamenti pubblici
  • Altri dati di operatori privati.

Fase test e di co-design


Per quanto riguarda la fase di test e sperimentazione, nel mese di maggio 2022 è stata portata a termine la fase di co-design dell’Osservatorio, intesa come processo partecipativo atto a testare la piattaforma e il grado di usabilità della stessa, che ha registrato il coinvolgimento e la partecipazione dei principali portatori di interesse (stakeholder) quali Sindaci, Assessori e Consiglieri degli enti del territorio.

L’Osservatorio della Connettività nell’ambito del progetto Data Valley Bene Comune


L’Osservatorio della Connettività rientra nella Strategia Data Valley Bene Comune (DVBC), nell’ambito della Sfida 6 “Più reti e più rete per una Emilia-Romagna iper-connessa”, con l’obiettivo di realizzare un osservatorio per la connettività che renda disponibili a istituzioni, cittadini e imprese, anche tramite mappe dettagliate, informazioni sulla reale disponibilità di connettività sul territorio regionale.

I partner coinvolti


Al fine di realizzare l’Osservatorio, nel gennaio 2021 il Coordinamento dell’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna, con il supporto attuativo di Lepida, ha realizzato uno studio di fattibilità volto alla creazione di un osservatorio sulla connettività della Regione Emilia-Romagna.

Desier sbarca nella Pedemontana Parmense

Tra i vari progetti di innovazione digitale dell’Unione Pedemontana Parmense, il progetto del Comune Montechiarugolo prevede la riqualificazione completa 100% a LED dell'illuminazione pubblica.

I Comuni dell’Unione


L’Unione Pedemontana Parmense nasce con l’intento di svolgere una pluralità di funzioni e servizi per conto degli enti aderenti, creando così un ambito sovracomunale ottimale per la gestione associata di diversi servizi.
L’Unione è formata da 5 Comuni che si trovano in provincia di Parma, e che sono: Collecchio, Felino, Montechiarugolo, Sala Baganza, Traversetolo.
L’Unione Pedemontana opera in diverse aree e tematiche, e in particolare, attraverso la sua azienda partecipata “Pedemontana sociale” si occupa di erogare i servizi socio-sanitari ai cittadini dei suoi cinque comuni.
Altre funzioni svolte in forma associata sono il Servizio di Polizia locale e Protezione civile, lo Sportello Unico Attività Produttive (SUAP), il Servizio Prevenzione Rischio Sismico e il Servizio Turistico per i territori di Collecchio, Felino, Sala Baganza e Traversetolo.
L’unione si occupa anche di Servizi informatici e tecnologici ed è per questo che, nell’ambito del Progetto Desier, sono stati analizzati i progetti di innovazione digitale promossi sul territorio.

Il progetto Smart di Montechiarugolo


Tra i vari progetti di innovazione digitale dell’Unione Pedemontana Parmense, il progetto del Comune Montechiarugolo prevede la riqualificazione completa 100% a LED dell'illuminazione pubblica.
Un progetto che evidenzia in generale le possibilità e le potenzialità di miglioramento della rete IP (ovvero la rete di illuminazione pubblica) degli enti territoriali (Comuni, Provincie) sia in termini ambientali che economici e di sviluppo dei servizi sul territorio, in particolare ove l'efficientamento sia associato alla trasformazione della rete IP in “rete intelligente” (Smart).
L’efficientamento degli impianti di illuminazione pubblica, associato al concetto di rete elettrica smart, assume infatti un ruolo importante proprio perché permette la riduzione dei consumi energetici ed economici oltre alla possibilità di incrementare la sicurezza reale e percepita nei centri urbani.
Vedremo nei paragrafi successivi come i sensori applicati alla rete smart dell’illuminazione pubblica possono essere utili per diverse funzioni, come per esempio diminuire il flusso e la potenza in alcune ore notturne, ma aumentarla quando passa qualcuno.

I punti tecnici del progetto


I punti principali a livello tecnico di questo progetto includono:

  • Riqualificazione Completa Rete IP in ottica SMART:
  • Riduzione di tutti i punti luce superflui e abbattimento dell'inquinamento luminoso;
  • Gestione tramite onde radio. Si è scelto di evitare le onde convogliate per non investire sul rame a soli fini di trasmissione dati, date le differenti condizioni e caratteristiche della rete, ma per concentrare gli investimenti sull'armatura come centro di consumo e nodo di rete;
  • Sono state indicate le caratteristiche prestazionali BAT (Best Available Technology) nella scelta degli apparecchi e della fonte illuminante, dando l’obiettivo del massimo risparmio, indicato dal Consiglio Comunale. Sono stati inseriti nel bando anche alcuni lavori di adeguamento dei quadri elettrici e di rifacimento totale dell’impianto in un piccolo quartiere, entrati subito nel patrimonio dell’amministrazione;
  • Sono stati riscattati, in controtendenza, gli impianti appartenenti ad Enelsole (ex Enel) per riportare tutta la rete in mano al Comune.

Lo scopo del progetto è quello di sfruttare la rete IP di Montechiarugolo nell'ambito delle tecnologie di SMART CITY, e il vantaggio della copertura totale del territorio.


Sensori IOT applicati alla rete Ip ed esempi di funzionalità


Come accennato previamente, questo progetto prevede anche l’utilizzo di sensori che possano interagire tra di loro per assolvere a diverse funzioni, nell’ambito di progetti di IoT (Internet of Things) 
In particolare verranno installati sensori per::

  • SICUREZZA. per es Bottone stradale antipanico, Collegamento all’allarme antincendio e illuminazione delle adiacenze dell'edificio, Collegamento all’allarme antintrusione privato, 'passeggiata sicura' con accensione dei lampioni intorno a chi cammina su strade secondarie o su una pista ciclabile dopo un certo orario, Ricerca persone: ad esempio ospiti della Residenza con localizzazione tramite i lampioni e allarme, allarme 'persona a terra', sempre nella RSA o in edifici privati, Collegamento alla videosorveglianza con telecamere: accensione in caso di targhe sospette;
  • ENERGY SAVING: per es. Sensori per parcheggio con aumento dell'illuminazione in caso di presenza di auto o persone, Profilo spinto di diminuzione in vie chiuse con aumento in caso di presenza di veicoli o persone.
  • SMART METERING: Per es. Monitoraggio di contatori dell’acqua in edifici pubblici e privati, Esempio di rilevamento automatico di perdite di rete tramite il monitoraggio di nodi e sottonodi.
  • SMART WASTE: per es. Prova di sensori applicati ai cassonetti stradali , Prova di svuotamento di cassonetto 'smart' privato, con registrazione dati di svuotamento.
  • SMART MOBILITY: per es. gestione di colonnine di ricarica elettrica, ricerca e prenotazione posti auto e parcheggi, produzione di database certi per la riclassificazione stradale e lo studio dei flussi di traffico; individuazione degli utenti che usufruiscono di car sharing o simili applicazioni
  • SMART SENSOR/ SENSORNET: per es. Collegamento in rete di sensori di irraggiamento (impianti fotovoltaici), Collegamento in rete di sensori di rilevamento ambientale ARPA, Posizionamento di sensori traffico per archivio e riclassificazione strade.

Montechiarugolo come punto di riferimento per la sperimentazione IOT


Il progetto di Montechiarugolo va nella direzione del partenariato europeo per l’innovazione sulle Città intelligenti e le Comunità (EIP-SCC) che riunisce le città, l’industria ed i cittadini per migliorare la vita urbana attraverso soluzioni integrate più sostenibili.
Questo include l’innovazione applicata, una migliore pianificazione, un approccio più partecipativo, una maggiore efficienza energetica, migliori soluzioni nel settore dei trasporti, e un uso intelligente delle Information and Communication Technologies (ICT).
In particolare l’iniziativa “Smart Cities & Communities” , all'interno del progetto 'Horizon 2020', sostiene le città e le regioni affinché adottino misure per raggiungere l’ambizioso obiettivo di una riduzione del 40% delle emissioni di gas a effetto serra attraverso l'uso sostenibile e la produzione di energia. Il partenariato mira a creare sinergie tra industria e città europee per sviluppare i sistemi urbani e le infrastrutture di domani. Montechiarugolo potrà così essere un punto all'avanguardia di sperimentazione dell'IOT (internet of Things), e diventare un'area urbana pilota per la visibilità delle tecnologie associabili alla rete IP, perché si trasformi effettivamente in una infrastruttura multiservizi.

Partecipa a Citizer Science per scoprire i progetti dell’Emilia-Romagna sul Territorio

Il 21 luglio alle ore 14.30 nel webinar online verrà presentata la mappatura di esperienze di Citizen Science sul territorio nell’ambito del progetto Citizer Science.

Citizer Science per promuovere la collaborazione tra scienza e cittadini


La citizen science è data da un’insieme di attività che prevedono il coinvolgimento attivo dei cittadini nella raccolta e nella divulgazione pubblica di dati e informazioni all’interno di progetti di ricerca scientifica.
Grazie alla divulgazione online di dati scientifici e di strumenti digitali dedicati, la popolazione è in grado di informarsi adeguatamente sulle problematiche e reperire tutti i contenuti utili per compiere indagini mirate.
In questo contesto nasce Citizer Science, un progetto che vuole promuovere e diffondere l’utilizzo della Citizen Science sul territorio dell’Emilia-Romagna.

Citizer Science è un progetti di studio e analisi di casi regionali, nazionali e internazionali di Citizen Science, promosso dal Coordinamento dell’Agenda Digitale, e finalizzato alla creazione di un modello di Citizen Science da applicare in Emilia-Romagna, che servirà da stimolo per la diffusione e la crescita del numero di queste esperienze anche nel territorio regionale.
Parte fondamentale di questo progetto è una mappatura di best practice, allo scopo di censire le iniziative più interessanti presenti in Emilia-Romagna, ma anche in altri territori, per restituirle al pubblico nel corso di questo seminario aperto.
Il 21 Luglio dalle 14:30 alle 16:30 si terrà un seminario online dove verrà presentato il progetto Citizer Science e i risultati della mappatura.
Per seguire il seminario è possibile iscriversi a questo link

Programma dell’evento


L’evento prevede i seguenti interventi:
14:30 - Presentazione a cura di Coordinamento Ader, saluti istituzionali a cura di Paola Salomoni, Assessore alla Scuola, università, Ricerca e Agenda Digitale
14:45Cos’è la Citizen Science? A cura di Andrea Sforzi, Direttore del Museo di Storia Naturale della Maremma
15:10 - Presentazione del progetto di Citizer Science e dei risultati della mappatura, a cura di Catia Prandi, Università degli Studi di Bologna
15:30 – Presentazione di esperienze di Citizen Science e Citizen Engagement nella raccolta dati, a cura dei referenti di progetto
16:15 – Conclusioni a cura di Paola Salomoni, Assessore alla Scuola, università, Ricerca e Agenda Digitale

Hai un progetto da proporre? Invia il tuo progetto entro il 18 luglio!


Se hai un progetto da proporre, sei ancora in tempo a partecipare.


Ai fini della mappatura a livello regionale si chiede ai soggetti che abbiano promosso o preso parte a iniziative di Citizen Science in Emilia Romagna di compilare il form a quest link con le informazioni relative sia a iniziative in corso che già concluse. Le schede vanno compilate entro le 12:00 di lunedì 18 luglio.

Desier: il digitale come bene comune all’Unione di Valnure Valchero

Attraverso l’analisi dei progetti dell'Unione di Valnure Valchero tramite l’indicatore Desier, verrà misurato il grado di digitalizzazione del territorio

I comuni dell’Unione Valnure Valchero

L’Unione Valnuro Valchero è composta da 5 comuni del Piacentino, che si trovano appunto nelle valli di Val Nure e Val Chero, e nasce per poter offrire modalità ottimizzate di servizi e di gestione del territorio.

I comuni che fanno parte dell’Unione Valnure Valchero  sono:

Podenzano, San Giorgio Piacentino, Vigolzone, Carpaneto Piacentino e Gropparello. 

Questi Comuni  conferiscono all'Unione, in quanto Ente locale dell’Emilia-Romagna, una pluralità di funzioni e servizi sul territorio tra cui la gestione dei sistemi informatici e delle tecnologie dell'informazione.

I 5 Comuni dell’Unione Valnure Valchero hanno aperto una convocazione per cittadini, associazioni e istituzioni per proporre e promuovere diversi progetti per la digitalizzazione del territorio, che verranno poi analizzati attraverso l’indicatore Desier.

IL digitale bene comune per l’innovazione del territorio

"Digitale Bene Comune" è il bilancio partecipativo dell’Unione Valnure Valchero dedicato all'innovazione digitale del territorio.

Da aprile a ottobre 2022 cittadini, associazioni, istituzioni dei cinque Comuni dell'Unione (Podenzano, San Giorgio, Carpaneto, Gropparello e Vigolzone) possono proporre, co-progettare e votare idee di innovazione digitale del territorio.

I progetti devono riguardare le sfide dell'Agenda digitale locale dell'Unione, un documento adottato nel mese di novembre 2021 che identifica le azioni utili da realizzare sul territorio per lo sviluppo del digitale.

I progetti più votati verranno realizzati grazie alla somma di 25mila euro messa a bilancio dall'Unione.

Il progetto è composto da diverse fasi:

  • RACCOLTA DELLE PROPOSTE (si è conclusa il 31 maggio)
  • VALUTAZIONE, CO-PROGETTAZIONE E SVILUPPO delle proposte(conclusa il 29 giugno): in questa fase sono stati selezionati e predisposti i progetti da portare al voto.
  • PROMOZIONE DEI PROGETTI (dal 30 giugno, per tutta la durata del voto): i progetti in gara vengono promossi presso la cittadinanza con incontri pubblici, online e offline.
  • VOTAZIONE DEI PROGETTI (dall'1 settembre al 18 ottobre): è possibile votare i progetti in gara sul sito https://valnurevalchero.partecipa.online/processes/digitale-bene-comune e ai banchetti di voto cartaceo..

I progetti digitali dell’Unione Valnure Valchero

I progetti presentati potevano riguardare:

  • la connettività: per esempio per garantire più copertura internet al territorio,
  • Servizi digitali: come per esempio miglioramento dei servizi pubblici online. della loro fruizione e della comunicazione ai cittadini, o l’attivazione di spazi pubblici attrezzati di co-working o smart working.
  • Competenze digitali: come per esemprio progetti per le scuole o coinvolgimento dei giovani in azioni di facilitazione digitale e di inclusione digitale dei cittadini più fragili. 

Tutti i progetti dovevano avere un impatto e una ricaduta sul territorio di tutti e cinque i Comuni dell'Unione e un costo stimato non superiore a 12.500 euro e non inferiore a 3mila euro.

In questo senso l’innovazione digitale di Valnure Valchero si configura come un percorso partecipativo e di scambio con i cittadini per migliorare insieme la transizione digitale del territorio. Attraverso l’analisi di questi progetti, con l’indicatore Desier, verrà misurato il grado di digitalizzazione del territorio.

La Data Valley e il distretto della salute dell’Emilia-Romagna sbarcano a Boston, hub mondiale dell’innovazione e della ricerca in sanità

Tecnologie per la salute e scienza della vita al centro dei progetti di dieci centri di ricerca, start up e imprese emiliano-romagnole attraverso un programma specifico lanciato un anno fa dalla Regione con Boston, attraverso Art-ER. Fra questi il Ciri dell’Ateneo di Bologna e l’IRST di Meldola (FC). Nella terza giornata della missione in Usa, appuntamento anche al Cambridge Innovation Center, uno dei più grandi spazi di co-working per start up innovative, e da MassChallenge, il più grande acceleratore di impresa della East Coast. In Massachussetts laureato il 51% della popolazione. Boom dell’export regionale su medicale e farmaceutico verso gli Usa.

Costruire un nuovo futuro. Ripensando le città, per renderle più vivibili e inclusive, e migliorando cura e assistenza delle persone, mettendo la scienza al servizio dell’uomo. Attraverso la ricerca, potenziata dalla capacità di calcolo e analisi di un numero enorme di dati e dalla realtà aumentata, già utilizzata nella chirurgia di precisione.

Le straordinarie opportunità dei Big data e dell’Intelligenza artificiale al servizio della scienza medicae delle sue ormai attuali frontiere: telemedicina, terapie cellulari e geniche, medicina rigenerativa e di precisione.

La Data Valley e Il distretto della salute dell’Emilia-Romagna incontrano l’ecosistema di Boston, hub mondiale dell’innovazione e della ricerca in sanità. Per rafforzare la collaborazione nei settori delle tecnologie sanitarie e della scienza della vita. Consolidando quella già avviate un anno fa con il Bridging Innovation Program Digital Health, il progetto di internazionalizzazione promosso dalla Regione in collaborazione con Art-ER, al quale hanno partecipato dieci realtà emiliano-romagnole, tra imprese e centri di ricerca. Fra questi ultimi, il Centro interdipartimentale di ricerca industriale, scienze della vita e tecnologie per la salute (Ciri) dell’Università di Bologna e l’Istituto romagnolo per lo studio dei tumori “Dino Amadori” di Meldola (FC).

Una realtà attorno alla quale costruire una cornice istituzionale più forte, come dimostrano gli incontri
che a Boston il presidente della Regione ha avuto prima con la vicegovernatrice dello Stato del Massachussetts, poi con la sindaca della città, nella terza giornata della missione istituzionale negli Usa. Con lui la Console generale d’Italia a Boston.

Il presidente della Regione ha sottolineato  come la gestione dei Big data e la capacità di supercalcolo siano alla base di numerose importanti applicazioni pratiche che riguardano direttamente la vita delle persone e delle comunità: dalla sanità all’ambiente, dai processi produttivi alla logistica, la mobilità e i tempi delle città. E come la Regione a Boston stia rafforzando il suo impegno in questa direzione, per costruire uno sviluppo più equo e sostenibile, consolidando il rapporto fra due delle aree più avanzate nel contesto internazionale, già meta di precedenti missioni regionali.

La vicegovernatrice si è soffermata in particolare sulla rete educativa del Massachussetts, fortemente orientata verso la formazione STEM, e cioè le materie scientifiche e matematiche alle quali è legata il 40% dell’economia dello Stato. La sindaca, affiancata dal suo staff, in particolare i delegati alle opportunità economiche, investimenti e inclusione, sullo sforzo per mantenere a Boston i giovani talenti, dando a tutti la possibilità di accedere a scuole e università, al di là della condizione economica. Entrambe hanno convenuto col presidente della Regione di rafforzare la collaborazione fra il Massachussetts, e Boston in particolare, con l’Emilia-Romagna, aree fortemente innovative su comparti comuni come digitale, life science, biomedicale, sanità.

La medicina del futuro, dunque, insieme ai temi non meno attuali legati allo studio dei problemi delle grandi realtà urbane e al contributo, anche in questo caso, che possono dare le nuove tecnologie.  

Oltre ai faccia a faccia con la vicegovernatrice e la sindaca, insieme alla delegazione regionale Bonaccini si è recato al MIT Senseable City Lab, il laboratorio del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston specializzato nello studio delle trasformazioni urbane, al Cambridge Innovation center, uno dei più importanti spazi di co-working negli Usa dedicato a start up e imprese già consolidate, e a MassChallenge, uno dei principali acceleratori di nuove imprese della East Coast americana.

Le città del futuro al Mit Senseable City Lab

Individuare soluzioni innovative per creare città più inclusive, utilizzando un approccio critico e multidisciplinare e partendo dalle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale e dai Big Data. Temi di stretta attualità che sono stati al centro dell’incontro al MIT Senseable City Laboratory, il laboratorio digitale del gruppo City Design and Development del Massachusetts Institute of Technology, creato nel 2004 dall’architetto Carlo Ratti, dove lavorano team di fisici, informatici, designer, comunicatori e diverse altre professionalità. Tra i più recenti progetti, uno studio sull'utilizzo degli spazi urbani s Stoccolma da parte della cittadinanza, prima e dopo la pandemia da Covid-19, ma sono stati approfonditi anche quelli realizzati su Bologna: uno sulla distribuzione dell’irradiazione solare nelle diverse zone della città, mappa poi incrociata con i consumi di energia residenziale per verificare l’eventuale autosufficienza energetica attraverso impianti di energia pulita; il secondo sull’installazione delle colonnine di ricarica delle auto elettriche a partire dalla reale domanda di consumo energetico ricavata sempre dall’analisi dei Big data.

L’ecosistema della salute di Boston

Uno dei settori d’elezione per l’utilizzo dei Big data è quello della sanità. A Boston si trovano moltissime aziende farmaceutiche di fama mondiale come Moderna, Pfizer, Johnson & Johnson, oltre ai centri di ricerca del MIT, solo pochi giorni fa giudicata la migliore Università del mondo secondo il QS World University Rankings. E nella vicina Cambridge si trova Harward (5^ nella graduatoria internazionale). Non c’è dubbio che si tratti di uno fra i primi ecosistemi della salute esistenti, anche per la presenza di alcuni dei principali centri ospedalieri, start up, incubatori e acceleratori in ambito sanitario. Un’area caratterizzata da un’alta concentrazione di talenti provenienti dalle università e dai college locali (il 51% della cittadinanza è laureato), fatto questo che fa del Massachusetts il primo Stato Usa per grado di istruzione della forza-lavoro.

Tutte caratteristiche che rendono questo territorio di particolare interesse per una regione come l’Emilia-Romagna, sede a sua volta del distretto biomedicale di Mirandola (Mo), dei poli farmaceutici di Parma e di Bologna, oltre a quello della Medicina rigenerativa di Modena.

E che nel 2021 ha visto un forte aumento delle esportazioni di medicinali e preparati farmaceutici, proprio verso il mercato statunitense, per un valore di oltre 1,2 miliardi di euro: il 15,8% del valore totale delle esportazioni verso gli Usa, pari a circa 8 miliardi di euro. In assoluto, il macrosettore che è cresciuto di più negli ultimi tre anni grazie alla farmaceutica, che ha fatto registrare un aumento di oltre il 1.400% nel periodo 2019-21, caratterizzato purtroppo dall’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia.

Il Bridging Innovation Program Digital Health 2021

La collaborazione con il distretto di Boston è già una realtà. Grazie al Bridging Innovation Program Digital Healt 2021, il percorso,  promosso da Regione e Art-ER sui temi  delle biotecnologie, dell’intelligenza artificiale e dei big data applicati al settore della salute, cui hanno partecipato dieci tra centri di ricerca  e imprese – selezionati attraverso un bando – che in questo modo hanno potuto avviare processi di internazionalizzazione verso l’area di Boston e attivare collaborazioni imprenditoriali e di ricerca con ricadute sull’intero sistema dell’innovazione emiliano-romagnolo. SI tratta del Ciri, il Centro interdipartimentale di ricerca industriale, scienze della vita e tecnologie per la salute dell’Università di Bologna; l’Istituto romagnolo per lo studio dei tumori “Dino Amadori” di Meldola (FC); BurnDown Studio di Modena, Data River di Modena; eSteps di Rimini; He care it di Reggio Emilia; Oni Group di Cesena; Rejoint di Bologna; Theras Lifetch di Salsomaggiore Terme (Pr); Thunder di Ravenna.  

L’edizione 2022 del Bridging Innovation Program – incentrata sulla Gene &Cell Therapy – è invece indirizzata verso la Pennsylvania, un altro Stato del corridoio bio-farmaceutico della East Coast statunitense, leader nelle manifatture farmaceutiche, in cui farà tappa la missione della Regione nei prossimi giorni, con la firma di un accordo di collaborazione con lo Stato stesso della Pennsylvania.

Il progetto UserCentriCities, ovvero l’utente al centro della Pubblica Amministrazione.

UserCentriCities nasce per aiutare le amministrazioni locali nella progettazione e nella fornitura di servizi pubblici digitali, per diventare così Enti incentrati sull'utente.

Gli enti locali e la trasformazione digitale


Le amministrazioni locali sono gli enti generalmente più a contatto con il cittadino, e proprio per questo ruolo svolgono spesso il primo fondamentale punto di erogazione dei servizi digitali.
Non sempre però le autorità locali hanno gli strumenti, i dati o le possibilità per sviluppare l'attuazione dei principi della centralità dell'utente, del design thinking e della co-creazione.
UserCentriCities è un progetto finanziato dal programma Horizon 2020 iniziato il 1° dicembre 2020 e guidato dal Consiglio di Lisbona, in partnership con Eurocities e VTT, che riunisce cinque città (Milano, Tallinn, Espoo, Rotterdam, Murcia) e la Regione Emilia Romagna.Il progetto UserCentriCities, ovvero l’utente al centro della Pubblica Amministrazione.

UserCentriCities creerà una piattaforma per le autorità locali, per aiutarle a valutare e confrontare le loro prestazioni con quelle dei loro colleghi, e per costruire una comunità europea di decisori che condividano esperienze, conoscenze e lezioni apprese su come implementare la centralità dell'utente. Allo stesso tempo il progetto servirà a confermare e riconoscere l'importanza del governo locale nella fornitura di servizi digitali.


Gli obiettivi del progetto

Gli obiettivi del progetto vogliono promuovere la centralità dell’utente nell’erogazione dei servizi e della governance digitale.
In particolare i tre principi su cui si basa questa piattaforma sono:
sostenere l'implementazione dei "principi di centralità dell'utente per la progettazione e la fornitura di servizi pubblici digitali", stabiliti nella Dichiarazione di Tallinn, mettendo i cittadini al centro della trasformazione digitale a livello urbano, regionale e nazionale;
incoraggiare e sostenere le città e le regioni che stanno adottando politiche per diventare più centrate verso l’utente;
promuovere un rafforzamento delle capacità degli enti locali su questi temi , lo scambio di buone pratiche e di esperienze, la formazione e la sensibilizzazione, attraverso un approccio di costruzione della comunità;

Le città potranno confrontare le reciproche prestazioni nel governo digitale, e imparare da questo scambio come progettare servizi pubblici incentrati sull'utente.

Le ultime attività

Il progetto Usercentricities svolge varie attività e incontri durante l’anno con i partner Europei nei territori coinvolti.
Gli ultimi eventi promossi da questo progetto sono stati un workshop all’interno della Comunità Tematica Servizi online per i cittadini e il progress meeting di UserCentriCities
<h3> 6 maggio, incontro con la Comunità Tematica Servizi online per i cittadini</h3>

6 maggio, incontro con la Comunità Tematica Servizi online per i cittadini

Il 6 maggio si è tenuto un incontro della Comunità Tematica Servizi online per i cittadini.
Tra i temi dell’incontro:
- le attività e le opportunità del progetto UserCentriCities;
- gli aggiornamenti su PayER, GW GenIo per AppIo, identità SPID ad uso professionale LepidaID e Firma con SPID per i Soci Lepida;
- un aggiornamento sul modello Rete Civica.
Per il progetto UserCentriCities, durante l’incontro i partecipanti sono stati informati sullo stato di avanzamento delle attività. In particolare, è stata condivisa la dashboard realizzata dal progetto: uno strumento per misurare quanto i servizi online realizzati dagli enti locali siano centrati sugli utenti.
Ai partecipanti (più di 30 persone in rappresentanza di 25 enti locali) è stato chiesto di partecipare attivamente al funzionamento della dashboard rispondendo alle domande necessarie per alimentarla. La dashboard permetterà di verificare le performance degli enti nel tempo e di confrontarli con le altre amministrazioni partecipanti.


l progress meeting: l’incontro per confrontarsi sullo stato di avanzamento del progetto

I giorni 7 ed 8 giugno ad Espoo (Finlandia) si è tenuto il Progress Meeting di UserCentriCities. Nel corso delle giornate si è svolto anche un workshop durante il quale si è discusso di servizi per i cittadini, e di come poter prevedere le loro richieste agli enti locali
Durante l’incontro c’è stato anche l’intervento di Mikko Rusama, Chief Digital Officer della Città of Helsinki, che ha parlato dei benefici di una città "proattiva", e di come la città di Helsinki sia in grado di anticipare e rispondere alle esigenze dei suoi cittadini.

Il primo giorno è stato assegnato lo UserCentriCities Awards per il miglior servizio user-centrico in Europa per l'anno 2022. Il premio è stato vinto dalla città di Helsinki per il servizio proattivo di assegnazione dei posti nella scuola dell’infanzia (per maggiori informazioni sul premio: https://www.usercentricities.eu/news/2022-usercentricities-awards-helsinki-wins-best-usercentric-service-europe).

Durante i due giorni i partner hanno avuto modo di confrontarsi sullo stato di avanzamento del progetto, sulle attività previste per i prossimi mesi e sui risultati principali ottenuti:
il cruscotto che permette di misurare quanto un ente sia centrato sull'utente (maggiori dettagli sulla dashboard: https://www.usercentricities.eu/ucdashboard)
il Service Design Toolkit di prossima ultimazione per creare servizi centrati sull’utente.

Progetti futuri


Sul sito dell'Agenda Digitale saranno presto disponibili le informazioni relative ai prossimi incontri del progetto.

Internet libero e gratuito in tutta la Costa entro il 2024, il via da Cervia-Milano Marittima

Da oggi i primi 7 chilometri di lungomare con EmiliaRomagnaWiFi disponibile h24, veloce e senza bisogno di registrazione. Piano della Regione da 3,5 milioni di euro

Sono circa sette i chilometri di lungomare interessati dall’intervento regionale, più alcune altre aree limitrofe ad alta densità e frequentazione turistica – in particolare via Roma, il porto canale e i magazzini del Sale a Cervia; viale Forlì e viale Gramsci a Milano Marittima – in cui da oggi è disponibile EmiliaRomagnaWiFi, la rete pubblica regionale che garantisce a residenti e turisti, italiani e stranieri, un accesso ad Internet facile, gratuito e veloce, attivo 24 ore su 24 tutti i giorni e senza bisogno di registrazione.

Parte così da Cervia-Milano Marittima il piano regionale per coprire entro il 2024 con la banda ultra-larga ad accesso libero e gratuito l’intera costa emiliano-romagnola, da Cattolica ai lidi ferraresi.

Tutti gli accessi alla rete

I punti di accesso alla rete a Cervia

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I punti di accesso alla rete a Milano Marittima

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Il primo stralcio del maxipiano finanziato dalla Regione, con un investimento complessivo di 3,5 milioni di euro e che rientra nel più ampio progetto dell’Agenda digitale dell’Emilia-Romagna, realizzato attraverso la società controllata Lepida, è stato inaugurato a Milano Marittima, dagli assessori regionali all’Agenda digitale, Paola Salomoni, e al Turismo, Andrea Corsini, assieme al sindaco di Cervia, Massimo Medri.

Tra memoria dell’antico e visioni immersive per i musei civici di Palazzo Farnese

Venerdì 17 giugno ai Musei civici di Palazzo Farnese è stata presentata la nuova web App 3D Art XP - Tra memoria dell’antico e visioni immersive

Nell’ambito del Progetto Test Before Invest, che vuole promuovere la trasformazione digitale in ambito museale, venerdì 17 giugno è stata presentata ai Musei civici di Palazzo Farnese la nuova web App 3D Art XP - Tra memoria dell’antico e visioni immersi. Ricorrendo a strumenti di realtà aumentata, foto 3d, testi, immagini, video e suoni, l’esperienza nei musei viene così arricchita con storie e dettagli altrimenti difficili da cogliere da parte del visitatore., ve

Cosa sono i Test Before Invest


Test Before Invest è un progetto realizzato dalla Regione Emilia-Romagna insieme ad alcuni musei del territorio, per verificare attraverso queste sperimentazioni l’applicabilità di tecnologie innovative in ambito museale.

Per Test Before Invest intendiamo:

  • l’implementazione di una Trasformazione digitale a servizio della cultura, per esperienze sempre più coinvolgenti;
  • la sperimentazione di nuovi servizi e tecnologie digitali su un campione di soggetti del territorio regionale;
  • la realizzazione di attività dimostrative aperte al pubblico;
  • la valutazione dell’efficacia e della maturità digitale delle soluzioni sperimentate;
  • il trasferimento di nuove conoscenze e tecnologie verso le pubbliche amministrazioni coinvolte.

 La presentazione a Palazzo Farnese a Piacenza


3D Art XP - Tra memoria dell’antico e visioni immersive è il nome della web App presentata a Palazzo Farnese, in concomitanza delle giornate internazionali dell’Archeologia.
L’applicativo, tramite immagini tridimensionali, video e testi, rende più completa l’esperienza dei visitatori, dando informazioni aggiuntive sulla fornace romana, Il fegato e il kouros presenti all’interno del Museo, e consentendo di ammirarli nei loro minimi particolari.
Il video animato della fornace romana, in particolare, mostra come realmente funzionava e veniva utilizzato questo strumento.
Alla presentazione della app hanno partecipato anche Antonella Gigli, Direttrice del Museo, Cristina Ambrosini, responsabile del Settore Patrimonio Culturale, Regione Emilia-Romagna, Massimo Fustini, Coordinamento Agenda Digitale regionale, Regione Emilia-Romagna, Alfredo Peri, PresidenteLepida scpa. Al termine degli interventi è stato possibile partecipare a una prima visita delle sale attraverso l'uso dell'app.

Regione Emilia Romagna e Lepida per l’impulso alla trasformazione digitale


3D Art XP - Tra memoria dell’antico e visioni immersive, la nuova web app dei Musei Civici di Palazzo Farnese di Piacenza è stata realizzata grazie a Agenda Digitale Er e dal Settore Patrimonio culturale e da Lepida, la società in-house della regione.
Il progetto rientra all’interno della Data Valley Bene Comune, la strategia dell’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna per il mandato 2020-25, che raccoglie progetti e iniziative per l’innovazione digitale e tecnologica del territorio.

Montagna e digitale. Grazie a un nuovo sito infrastrutturale finanziato dalla Regione, 700 abitanti dell’Appennino piacentino saranno raggiunti dai servizi di telefonia e connessione su dispositivi mobili

Installato nel Comune di Farini (PC) un nuovo traliccio che consentirà l’accesso ai servizi di telefonia e Internet mobile.

Una comunicazione necessaria, sempre più agevole e capace di travalicare
confini. Questo per la comunità, le imprese e in un’ottica di sicurezza e sviluppo
territoriale.

È quanto succede a circa 700 abitanti del comune di Farini (PC), grazie al progetto
per la copertura delle zone in cui non è garantito il servizio di telefonia mobile, attivato
dall’assessorato regionale alla Montagna tra le misure strutturali, che si realizza
con il supporto tecnico congiunto di Lepida - società pubblica controllata dalla
Regione Emilia-Romagna - e TIM.

Grazie a questo intervento, che ha visto la realizzazione di un nuovo traliccio e
l’installazione del nuovo impianto, la comunità del comune piacentino può ora
accedere ai servizi per la telefonia e internet mobile. In particolare, a Farini sono
coinvolte le frazioni di Montereggio, Poggioli, Pesche, Passo Pianazze, Pellacini,
Boli, Mareto, Bolderoni, dove il segnale per cellulare era assente o con copertura
scarsa: ora dunque non solo le famiglie, ma anche varie attività artigianali,
commerciali e aziende agricole possono fare affidamento sul nuovo servizio.

Il progetto nasce dalla consapevolezza che avere accesso alla telefonia mobile e alla
connessione internet da cellulare significa avere accesso a servizi essenziali per i
cittadini. Senza contare la necessità delle attività imprenditoriali dell’Appennino di
usufruire e fornire dei servizi online per essere competitive sul mercato. Grazie alla
proficua collaborazione tra pubblico e privato, la Regione sta mettendo gli operatori
della telefonia nelle condizioni di offrire i loro servizi non solo nei grandi centri, ma
anche nelle comunità sparse dell’Appennino, perché oggi l’accesso a Internet significa,
in qualche modo, accedere alla democrazia. Nessun territorio deve rimanere indietro.

Questo è solo l’ultimo tassello del progetto fortemente voluto dalla Regione per
realizzare le prime 28 infrastrutture censite attraverso una collaborazione tra
Regione e UNCEM, in grado di fornire l’accesso alla rete in altrettanti siti, ed
avviarne ulteriori con un investimento economico di 2 milioni di euro fino al 2021,
cui si sommano altri 2 milioni per il biennio 2022-2024. Essenziale il contributo di
Lepida, braccio operativo a cui è stata affidata la progettazione di fattibilità tecnica ed
economica, esecutiva, la realizzazione, il collaudo e la successiva gestione dei tralicci
tenendo conto della natura pubblica dei siti.

La scelta degli interventi è stata dettata da diverse ricognizioni sul territorio per
identificare le aree prive di segnale, iniziate nel 2017 e proseguite sino a novembre
2021. TIM ha prestato la propria disponibilità a partecipare al progetto regionale per
ben 25 impianti, fornendo la propria tecnologia per l’attivazione di nuovi servizi mobili.

Lo stato di avanzamento lavori dei siti per i quali è già stata individuata la posizione di
realizzazione è visibile sul sito cellularimontagna.lepida.it.

“Reti: cosa, chi, come”. La Mappa della connettività dell’Emilia-Romagna

IL progetto “Reti: cosa, chi, come” è una mappa della connettività che racchiude le linee guida sulla rete nei diversi territori e che nasce in risposta alle necessità degli Amministratori Digitali, emerso nel contesto della COMTem, Amministratori Digitali, di conoscere il grado di connettività nel proprio territorio.

Reti: cosa, chi, come


Chi mi aiuta a connettere le scuole?
Come porto la fibra alla mia area industriale?
Come arricchisco la rete EmiliaRomagna WiFi nel mio Comune?
Dove posso vedere la presenza della BUL nelle mie frazioni?
Chi mi spiega il 5G?
Queste sono solo alcune delle domande che quotidianamente gli amministratori si pongono sulla connettività dei loro territori, per trovare chi e cosa nell’ecosistema digitale regionale possa offrire soluzioni o anche solo chiarimenti e linee guida.
Il progetto Reti: cosa, chi, come prova a rispondere a queste domande fornendo contatti e documenti di riferimento, mappe e spiegazioni sulle politiche in atto


La mappa della connettività del territorio


La mappa della connettività nasce da un percorso ragionato (tipo “how to”) costruito con un gruppo di lavoro della COMTem Amministratori Digitali per dare agli Amministratori una guida che contenga le informazioni basilari sui punti di riferimento utili per affrontare le varie criticità in ambito reti. Parliamo di Banda Ultra Larga, reti wifi, telefonia, IoT, ma anche di basi informative che aiutano a capire cosa c’è e cosa manca.
Inoltre dal momento che esiste un ecosistema con diversi attori che si occupano di aspetti differenti in ambito digitale in Emilia-Romagna, la mappa servirà anche come progetto esplicativo per sapere a chi rivolgersi in caso di necessità.

La mappa è uno strumento in divenire, che verrà arricchito nel tempo sulla base dei quesiti posti dagli Enti e delle nuove iniziative.

La mappa da scrivania


Per essere sempre connessi e informati, verrà consegnato agli Amministratori un totem da tavolo con un QR code da cui sarà possibile accedere ai contenuti sempre aggiornati.

 Seminario ComTEm su reti, connettività e banda ultra-larga 


La mappa della connettività verrà presentata il 29 giugno durante il Seminario ComTEm che porrà il focus reti, connettività e banda ultra-larga che sono fondamentale pre-requisiti per la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione.
Infatti, anche nel contesto delle attività svolte nell’ambito delle Comunità Tematiche della CN-ER, in particolare nella ComTem Infrastrutture abilitanti e Amministrazioni Digitali, è emersa la necessità di conoscere il grado e lo stato di banda larga ed ultra larga nel territorio di competenza dei diversi enti.

Le risorse messe in campo dalla progettualità regionale e nazionale rappresentano un’opportunità importante per far compiere alla transizione tecnologica dell’intero territorio regionale un salto qualitativo in termini di prestazioni e capacità.

La complessità del tema rende però necessario acquisire elementi essenziali per la gestione delle interlocuzioni con i molteplici soggetti coinvolti e per una corretta pianificazione degli interventi, che al pari delle altre reti infrastrutturali richiedono tempi lunghi di realizzazione e non prescindono dall’esigenza di una programmazione precisa e rigorosa.

Per tali ragioni, su esplicita richiesta della Comunità Tematica Amministratori Digitali, è emersa l’esigenza di affrontare – con un linguaggio libero da “tecnicismi” – le questioni relative alla connettività e allo sviluppo della rete in Banda Ultra-Larga in una prospettiva di conoscenza delle opportunità e dei possibili percorsi di sviluppo per i territori. In un’ottica di contrasto al digital divide, l’incontro ha tra gli altri l’obiettivo di condividere e mettere a fuoco le strategie per supportare gli Enti a portare connettività nelle aree remote e bianche.

Il seminario Reti, connettività e Banda Ultra Larga si realizzerà al Laboratorio Aperto di Cesena - Biblioteca Malatestiana Mercoledì 29 giugno 2022 dalle 15.00 alle 17.30.
Per maggiori informazione e iscrizione è possibile visitare questa pagina

La Regione in campo per facilitare l’uso dei servizi pubblici digitali grazie al supporto e la formazione alle Organizzazione sindacali dei pensionati

Individuati i primi 154 sportelli di prossimità in 90 comuni in grado di offrire assistenza su SPID e sui temi della transizione digitale alla popolazione anziana. L’attivazione degli sportelli segue la formazione di 303 operatori sindacali con l’avvio di un supporto dedicato agli sportelli, con cui si garantisce un costante contatto e allineamento.

La Regione Emilia-Romagna con Lepida a fianco delle organizzazione sindacali dei pensionati – Spi-CgilFnp-Cisl e UILP/UIL – che con la sigla dell’accordo di collaborazione si sono impegnate in questi mesi con l’obiettivo di semplificare l’accesso e l’uso di LepidaID, l’identità digitale e l’utilizzo dei servizi online soprattutto per le persone, in particolare i più anziani, che potrebbero avere maggiori difficoltà.

Dalla firma del protocollo – avvenuta lo scorso gennaio – sono stati individuati i primi 154 sportelli di prossimità in 90 comuni (numero in costante aumento) in grado di offrire supporto su SPID e sui temi della transizione digitale. L’attivazione degli sportelli segue la formazione di 303 operatori sindacali che hanno partecipato a quattro sessioni riguardanti lo SPID ma anche altre app e servizi on line utili come il Fascicolo Sanitario Elettronico, APP ER Salute, la app IO, pagoPA. Inoltre, le sedi dei sindacati dei pensionati sono state rifornite di materiale formativo e di una brochure cartacea informativa sullo SPID. È stato infine attivato un supporto dedicato agli sportelli con cui si garantisce un costante contatto e allineamento.

Nel percorso di digitalizzazione nessuno deve rimanere indietro, per questo motivo in questi mesi grazie all’affiancamento di Lepida sono stati predisposti strumenti volti a facilitare l’accesso in particolare ai cittadini più anziani.

I dati confermano infatti come l’intervento di Lepida sia stato importante per supportare la popolazione anziana passando in un anno all’aumento della popolazione che ha installato l’APP LepidaID. Tutti i cittadini che hanno meno di 65 anni hanno l’app (il 99%: un anno fa erano il 93,4%), nelle fasce successive troviamo il 92% tra i 65 e i 69 anni, 80% per i 70-74enni (era il 68,9% nel 2021) e 58% per chi ha più di 75 anni (un anno fa il 49,6%).

Complessivamente quasi il 95% di utenti LepidaID ha installato l’app che consente agevolmente di accedere ai servizi.

“Il cambiamento introdotto dalle nuove tecnologie per accedere ai servizi pubblici è epocale e non rinviabile- affermano gli assessori regionali all’Agenda digitale, Paola Salomoni, e al Bilancio, Paolo Calvano-. La Regione è impegnata nell’assecondare questo processo e nel fare in modo che coinvolga tutti cittadini. Gli anziani, in particolare, sono tra le persone che hanno maggior bisogno di essere accompagnati in questa trasformazione- proseguono i due assessori- e l’accordo che abbiamo siglato con le principali sigle sindacali dei pensionati sta già dando i primi risultati in termine di facilitazione. Con Lepida l’obiettivo che ci siamo posti è quello di garantire a tutti l’accesso alla società dell’informazione partendo dalla collaborazione con le organizzazione sindacali che ringraziamo per il supporto e la collaborazione che hanno dimostrato”.

Aggiornamento su LepidaID

Con oltre 2500 sportelli abilitati al rilascio di credenziali SPID conferite da Lepida, società pubblica controllata dalla Regione Emilia-Romagna, un nuovo sito – LepidaID - pensato per fornire assistenza ai cittadini e il supporto per imparare a usare le app pubbliche fornito da 154 sportelli delle associazioni sindacali dei pensionati, la Regione Emilia-Romagna rinnova l’impegno per la transizione digitale.

I numeri testimoniano i traguardi raggiunti dalla Regione nell’accompagnare i cittadini in questo percorso: sono 65 milioni gli accessi ai servizi online ottenuti tramite le credenziali LepidaID, 1milione e 287mila le identità rilasciate. E grazie a un recente accordo con l’Agenzia Regionale per il lavoro, saranno disponibili ulteriori 44 sportelli per richiedere LepidaID, lo SPID rilasciato dalla società regionale per identificarsi e accedere ai servizi online.

Lepida e l’Agenzia Regionale per il Lavoro (ARL) hanno sottoscritto un accordo biennale che prevede che l’ARL possa attivare e rilasciare credenziali SPID LepidaID presso i propri sportelli, mentre Lepida si è impegnata nel fornire l’opportuna formazione ai 312 operatori indicati dall’ARL. Al momento sono previsti 44 nuovi sportelli, così suddivisi per provincia: 8 nella Città metropolitana di Bologna, 3 a Ferrara, 3 a Forlì-Cesena, 8 a Modena, 6 a Parma, 4 a Piacenza, 3 a Ravenna, 7 a Reggio Emilia, 2 a Rimini. L’avvio del servizio è previsto per il 4 luglio 2022

Nuovo sito LepidaID

È online il nuovo sito di LepidaID. Il sito si presenta con un’interfaccia grafica rinnovata e un’architettura informativa completamente rivisitata. Un lavoro frutto dell’analisi delle richieste di supporto più comuni che si propone di rispondere alle necessità degli attuali utenti LepidaID e dei nuovi che desiderano attivare le proprie credenziali SPID con Lepida.

All’interno del sito sono infatti disponibili tutte le informazioni necessarie alla registrazione e al successivo riconoscimento di persona o da casa e, per chi ha già le credenziali attive, è disponibile una sezione dedicata ai tutorial, alle domande più frequenti e ai contatti per l’assistenza.

Parte Citizer Science per avvicinare scienza e cittadini

Il progetto Citizer Science, nasce con l’idea di promuovere lo scambio tra cittadini e settore scientifico per migliorare aspetti della società, del sapere e di scambio tra le istituzioni.

Cos’è la Citizen Science

La Citizens Science (Scienza dei cittadini) è una metodologia che definisce il coinvolgimento e la partecipazione attiva e consapevole in attività di analisi scientifica di persone di età, formazione ed estrazione sociale diverse unite in reti o gruppi organizzati.
È una forma di collaborazione volontaria fra scienziati e cittadini, disponibili ad avere una parte attiva nella ricerca, e a raccogliere e rendicontare dati e informazioni che vengono resi pubblici.

È un concetto che inizia a diffondersi a metà degli anni Novanta analizzando, secondo diversi punti di vista, il rapporto tra cittadini e scienza e di come potessero interagire per aiutare la divulgazione, l’analisi scientifica e la società.
Negli ultimi anni, grazie alla versatilità e ai costi sempre più accessibili delle tecnologie informatiche di raccolta dati impiegabili in questi progetti, c’è stato un costante aumento di esperienze di Citizen Science anche in Italia, la maggior parte dedicate alla biodiversità.

L’utilizzo della Citizen Science

Gli ambiti di lavoro della scienza dei cittadini sono molteplici, e coprono tra gli altri l’ecologia, la medicina, l’informatica, la statistica e la genetica. L’ampia portata di questa tipologia di collaborazioni permette la realizzazione di indagini e scoperte che un singolo scienziato non potrebbe mai realizzare da solo.
La Citizen Science inoltre ha stimolato un cambiamento di paradigma, per cui la ricerca scientifica diventa un fattore di inclusione, partecipazione e “democratizzazione” delle conoscenze, a vantaggio della popolazione, ma anche una maniera di avvicinare cittadini e istituzioni, al fine di prospettare e sviluppare soluzioni condivise in merito alle problematiche trattate nelle diverse esperienze.

Mappatura dei progetti di Citizen Science in Emilia-Romagna

Il progetto Citizer Science nasce con l’idea di promuovere l’utilizzo della scienza a favore del cittadino, attraverso il coinvolgimento e la partecipazione attiva e consapevole in attività di analisi scientifica di persone di età, formazione ed estrazione sociale diverse unite in reti o gruppi organizzati.
Primo passo di questo progetto è proprio la mappatura di best practice sul territorio per creare un modello a cui fare riferimento per sviluppare e stimolare la diffusione di questi progetti anche nel territorio regionale
Il resoconto della mappatura verrà presentato nel corso di un seminario informativo che si terrà il 21 luglio, dalle 14:00 alle 15:30.
Le iniziative mappate verranno infine inserite in una relazione che definirà, sulla base anche di altre esperienze nazionali e internazionali, un modello di Citizen Science da applicare in Emilia-Romagna.

Come partecipare

Ai fini della mappatura a livello regionale si chiede ai soggetti che hanno promosso o preso parte a iniziative di Citizen Science in Emilia Romagna di compilare il form a quest link ​ con le informazioni relative sia a iniziative in corso che già concluse. Le schede vanno compilate entro le 12:00 di lunedì 18 luglio.

Citizer Science e la sfida Data Valley sui dati per il territorio

L’interesse e l’impegno dell’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna sul tema della Citizen Science rientrano all’interno della sfida 1 “Dati per un’intelligenza diffusa a disposizione del territorio”, della programmazione 2020-2025 della strategia Data Valley Bene Comune.
In questa sfida i dati sono considerati come la base fondamentale da cui partire per poter offrire non solo migliori servizi, ma anche per poter costruire dei sistemi di supporto decisionale in grado di rendere più “smart” il territorio regionale.

Intelligenza Artificiale e Big Data

A Bologna mercoledì 22 giugno convegno in Regione con Cineca, Ufficio scolastico regionale, imprese, Università, Associazione Scuola Politecnica ITS, Confindustria Emilia-Romagna, Enti di formazione. Interverrà il Commissario straordinario di Anpal e Anpal Servizi, Raffaele Tangorra

Nei prossimi decenni i giovani che si affacceranno al mondo del lavoro faranno un mestiere che oggi non esiste ancora: Big data scientists, devops experts, blockchain architects e data analyst sono solo alcune delle occupazioni emergenti nel nuovo settore dei Big Data e dell’Intelligenza Artificiale.

Insomma, nuovi lavori e lavoratori, per i quali occorrono competenze specifiche, percorsi formativi multidisciplinari tagliati su misura e una visione in grado di fondere, al contempo, preparazione scientifica e creatività.

Questi temi saranno al centro della riflessione che si svolgerà a Bologna mercoledì 22 giugno, dalle ore 15, nell’Aula magna della Regione (viale Aldo Moro 30) proprio sulle “Professioni e competenze per la Big Data Valley” dell’Emilia-Romagna, realtà in cui nel solo Tecnopolo di Bologna si concentrerà l’20% della capacità di supercalcolo europea e l’80% di quella italiana.

Analisi e approfondimenti punteranno a individuare professionalità, competenze e interventi formativi per accompagnare e affiancare le imprese e i lavoratori lungo il percorso di trasformazione digitale. Durante l’iniziativa - che si potrà seguire anche online - saranno, inoltre, presentati e discussi i primi risultati del progetto “Big Data and Artificial Intelligence Emilia-Romagna” coordinato dalla Regione in collaborazione con Anpal e Anpal Servizi e realizzato con il contribuito di Università, Enti di formazione, Fondazioni ITS, Associazioni Clust-ER emiliano-romagnole, imprese nonché organizzazioni di sviluppo dell’innovazione e della ricerca.

Il progetto si colloca nella cornice strategica del Patto per il Lavoro ed il Clima, e ha preso il via da due distinti Protocolli di intesa: il primo sottoscritto il 7 giugno 2021 tra il presidente Stefano Bonaccini e il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, il secondo siglato il 10 settembre 2021 tra Regione, Anpal e Anpal Servizi SpA.

“Non ci sono Big Data o Intelligenza artificiale che funzionano senza le teste - affermano gli assessori regionali Vincenzo Colla (Sviluppo economico e lavoro) e Paola Salomoni (Università). Oltre alla disponibilità dei dati e delle infrastrutture perché i Big Data siano a servizio delle Istituzioni, della sanità, dell’istruzione, ma anche del sistema delle imprese private, abbiamo bisogno di formare nuove competenze. Dobbiamo investire sulle persone, sulle conoscenze, sulle abilità e vivacità intellettuali per dare risposte all’altezza di un cambiamento tecnologico che procede velocissimo. In Emilia-Romagna faremo il più grande investimento sulla formazione e sui saperi”.

“Solo in questo modo- concludono Colla e Salomoni- possiamo garantire la competitività del sistema delle nostre imprese e al tempo stesso la qualità e stabilità del lavoro”.
Tra gli interventi previsti quelli del Commissario straordinario di Anpal e Anpal Servizi, Raffaele Tangorra, di Maurizio Sorcioni della direzione Studi e Ricerche-Data Science di Anpal Servizi e di Morena Diazzi, direttore generale Conoscenza, Ricerca, Lavoro, Imprese della Regione nonché di rappresentanti di Cineca, dell’Ufficio scolastico regionale, dell’Associazione Scuola Politecnica ITS Emilia-Romagna, del Tavolo Regionale Imprese, degli Atenei emiliano-romagnoli, di Confindustria Emilia-Romagna e degli Enti di formazione. L’evento verrà coordinato da Ilaria Vesentini, giornalista del Sole 24 Ore.

Formazione, coinvolgimento e creatività per contrastare i divari digitali di genere: partiti oggi i Summer Camp di Ragazze Digitali ER!

Le Assessore Paola Salomoni e Barbara Lori: ” l'obiettivo è far appassionare le ragazze al mondo dell’innovazione digitale, per far toccare loro con mano che, nonostante i pregiudizi, possono essere protagoniste della società dell’informazione”


Tre settimane per avvicinare le ragazze al digitale e all’informatica puntando su un approccio creativo, concreto e coinvolgente, con l’obiettivo di contrastare il divario di genere che ancora persiste nel settore dell’innovazione tecnologica.
È partita oggi l’edizione 2022 di Ragazze Digitali ER, il progetto promosso dalla Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con gli Atenei del territorio regionale, nell’ambito della sfida “Donne e Digitale” dell’Agenda Data Valley Bene Comune.
Il percorso formativo è riservato alle studentesse del secondo, terzo e quarto anno delle scuole superiori e consiste in otto Summer Camp laboratoriali tematici e un Summer camp seminariale.
I Summer Camp proseguiranno fino all’8 luglio e sono promossi con l’obiettivo di coinvolgere le ragazze in attività di stampo fortemente operativo. Le lezioni saranno ospitate presso gli Atenei di Parma, Reggio Emilia e Modena, Bologna, Ferrara e Cesena, oltre che online, con due edizioni digitali rivolte a chi non potrà essere presente fisicamente.
Tra gli argomenti degli incontri: la programmazione di videogiochi e robot, lo sviluppo di app e siti web e lezioni di programmazione.

La formazione è inoltre pensata e progettata per imparare a sviluppare abilità utili a lavorare in gruppo, presentarsi e parlare in pubblico, risolvere problemi e prendere decisioni in autonomia.
In programma anche la possibilità di incontrare professioniste ed esperte del mondo digitale, tra cui imprenditrici, docenti e startupper. Grande attenzione sarà riservata inoltre alla sicurezza online, con l’analisi delle opportunità e dei rischi dei servizi digitali più popolari.
Per le scuole che hanno attivato una convenzione con le università di riferimento, la frequenza dei Camp laboratoriali darà diritto all’ottenimento di 60 ore di crediti formativi (PCTO).
Sempre oggi ha preso il via anche l’attività a carattere seminariale, che terminerà il 30 giugno ed è articolata in otto eventi divulgativi gratuiti che si svolgeranno online, durante i quali le ragazze potranno assistere alle testimonianze di esperte ed esperti digitali provenienti dal mondo accademico e dalle imprese hi-tech. Dialogando con loro, le partecipanti potranno vedere con i propri occhi come le donne possono intraprendere percorsi professionali e affermarsi anche nei settori a maggiore vocazione informatica e tecnologica.
“Già dall’adolescenza bisogna incoraggiare le donne a intraprendere studi scientifici, per dare loro piena consapevolezza che possono desiderare studi e carriere in questo ambito- affermano Paola Salomoni, assessora a Scuola, Università e Agenda digitale, e Barbara Lori, assessora alle Pari opportunità, presenti all’inaugurazione dei Summer Camp di Cesena e Parma - per contrastare all’origine il divario digitale di genere bisogna dedicare attenzione proprio a questa fascia d’età, perché, come segnala il rapporto Pisa dell’OSCE, è in questa fase che le studentesse rinunciano a dedicarsi alle materie STEM. Ragazze Digitali ER- concludono le assessore- ha come obiettivo far appassionare le ragazze al mondo dell’innovazione digitale attraverso la realizzazione di progetti concreti e fare così toccare loro con mano che, nonostante i pregiudizi, possono essere protagoniste della società dell’informazione”.

Emilia-Romagna protagonista della rete europea dei “Digital Innovation Hub”:

Digitale. Emilia-Romagna protagonista della rete europea dei “Digital Innovation Hub”: il progetto ER2Digit da oltre 4,5 milioni di euro nato nel cuore della Data Valley è uno dei 13 italiani selezionati dalla Commissione Europea

Questo primo successo consolida anche il ruolo del ‘Digital Innovation Hub dell'Emilia-Romagna” e nell’ambito del “Programma Europa Digitale” dell’Unione Europea finanzia interventi volti ad assicurare la transizione digitale del territorio e in particolare della piccola e media impresa e del settore pubblico

Bologna - Sarà luogo diffuso di innovazione digitale nei settori fondamentali dello sviluppo della società e dell’economia dei dati, supporto alle imprese e alla pubblica amministrazione nei processi innovativi e strumento di collegamento tra ricerca e territorio.

Con il progetto ‘ER2Digit’, nato nel cuore della Data Valley, la Regione Emilia-Romagna, ha partecipato e vinto il bando della Commissione Europea, nell’ambito del Programma Europa Digitale, per la creazione e lo sviluppo della rete europea dei Digital Innovation Hub. Il progetto è stato presentato da ART-ER e coinvolge gli altri i partner dell’Hub di innovazione digitale regionale, Lepida e CINECA. Si tratta di uno dei 13 progetti italiani che hanno superato il vaglio della Commissione, tra i 41 che avevano risposto alla procedura di selezione avviata nell’agosto 2020 a livello nazionale; un successo con cui l’Emilia-Romagna si aggiudica 4,5 milioni di finanziamenti europei.

I progetti vincitori andranno a costituire la rete dei Poli europei di innovazione digitale a cui affidare il compito di assicurare la transizione digitale delle imprese, in particolare di piccole e medie dimensioni e del settore pubblico. attraverso l’adozione delle tecnologie digitali avanzate, intelligenza artificiale, calcolo ad alte prestazioni e sicurezza Informatica. Per svolgere le proprie attività, l’hub si avvarrà inoltre delle competenze e capacità di ricerca e sperimentazione dei 90 laboratori industriali e centri di innovazione accreditati della Rete Alta Tecnologia, che vanta un fatturato annuo di 26 milioni di euro di contratti di ricerca e 30 milioni di euro di progetti di R&S finanziati con fondi pubblici.

Cosa è la rete europea dei Digital Innovation Hub

Si tratta di veri e propri sportelli unici digitali che sosterranno le aziende private e gli enti pubblici nella loro trasformazione digitale, mettendo a disposizione una vasta gamma di competenze tecniche e innovazioni sperimentali, e rappresentando una vera e propria porta di accesso a piattaforme e infrastrutture specializzate. Non solo, forniranno anche consulenza finanziaria, formazione e appoggio alle imprese sulle questioni ambientali, in particolare per quanto riguarda il consumo di energia e le basse emissioni di carbonio.

Il progetto vincitore dell’Emilia-Romagna

ER2Digit rappresenta un ecosistema integrato che poggerà sulle infrastrutture messe a disposizione a livello regionale attraverso le in-house che fanno parte del digital innovation hub regionale, che la Regione ha istituito nel febbraio scorso quale polo di innovazione digitale pubblico per gli enti dell’Emilia-Romagna in diversi ambiti: sanità, pubblica amministrazione, sviluppo economico, cultura, agricoltura, turismo, ricerca e territorio. In particolare i soggetti che partecipano al progetto sono: ART-ER, che ne è il coordinatore, il cui compito sarà quello di mettere a disposizione la propria esperienza nell'attuazione delle politiche di innovazione della regione e di regia dell'ecosistema; Lepida, che consorzia tutti gli enti pubblici del territorio regionale allo scopo di accompagnarli nrella trasformazione digitale e Cineca, tra gli enti che gestiscono le più importanti infrastrutture di supercalcolo nazionali ed europee, incluso Leonardo.

Preparando nuovi futuri digitali al We make future di Rimini.

L'Agenda Digitale dell'Emilia-Romagna sarà presente al Festival We Make Future di Rimini il 18/06, con un intervento dal titolo “La sfida dell’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna al digital gender gap".

Il digital Gender Gap


Barbara Santi, dell'Agenda Digitale dell'Emilia-Romagna, affronterà il tema del divario di genere tecnologico, a partire dalla formazione e dalle competenze digitali, sino ad arrivare al mondo del lavoro.
L’intervento con titolo “La sfida dell’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna al digital gender gap” si svolgerà sabato 18 giugno dalle 10 alle 12 all’interno dell’evento We Make Future Festival nel talk “Competenze digitali: digital divide e empowerment femminile”

e con partecipanti:

  • Modera: Marco Quadrella - COO Consulting - Search On Media Group
  • Nello Iacono - Coordinatore Repubblica Digitale - MITD
  • Barbara Santi - Agenda Digitale dell'Emilia-Romagna


Più informazioni su https://www.wemakefuture.it/


 I progetti della Regione su donne, digitale e molto altro


Durante l'incontro verranno presentati anche alcuni dei progetti e delle iniziative della Regione ER per favorire un inserimento maggiore delle donne nei campi del digitale e della tecnologia, sia nella formazione che nei diversi ambiti professionali.

Alcuni dei progetti presentati saranno:

  • RagazzeDigitali, un progetto che prevede la realizzazione di 6 Summer Camp tecnologici dal 20 giugno all’8 luglio, riservati alle studentesse del 2^,3^ e 4 anno di QUALUNQUE scuola superiore.
  • Women In tech, un ciclo di eventi sul territorio regionale che ha l’obiettivo di mettere in circolo idee, esperienze, pratiche e metodi per ridurre il divario digitale di genere.
  • Comitato Donne e Digitale, si sta lavorando per creare un comitato di esperte sul tema di genere e rappresentanti del mondo della ricerca, del lavoro, dell’istruzione e della formazione che proponga progetti, collabori e sovrintenda alla declinazione delle azioni previste da DVBC in un’ottica di promozione dell’uguaglianza di genere.
  • Gender Equality Plan – GEP, in collaborazione con Art-er ScpA è in corso la predisposizione delle Linee Guida per la stesura del Piano di equità di genere aziendale, da presentare e condividere con tutte le imprese del vasto ecosistema regionale dell’innovazione per favorire la parità e contribuire a creare un ambiente di lavoro equo e inclusivo.
  • Festival della cultura tecnica,  in collaborazione con la Città Metropolitana di Bologna viene organizzato annualmente da ottobre a dicembre, e comprende centinaia di iniziative rivolte alla promozione della cultura tecnico-scientifica. Si rivolge a tutta la popolazione giovanile della regione, con una particolare attenzione alle ragazze e al tema del divario di genere.
  • Carta dei principi di responsabilità sociale delle imprese, la cui sottoscrizione è inserita tra i requisiti obbligatori per partecipare ai bandi coordinati dalla DG Economia della Conoscenza, del Lavoro e dell’Impresa, con l’obiettivo di sollecitare le imprese ad attivare processi di innovazione che tengano conto degli impatti ambientali e sociali, coerenti con i 17 obiettivi indicati dall’ONU nell’Agenda 2030.

Altri progetti riguardano bandi e fondi per lo sviluppo dell'imprenditoria femminile e per l'accesso al lavoro, insieme alla creazione di norme e comitati per l'uguaglianza di genere sul lavoro e nelle aziende.

Il progetto Desier arriva a Roma al Forum PA

Il 15 giugno, nell’ambito del Forum PA, l’Agenda digitale dell’Emilia-Romagna, presenta il progetto DESIER, l’indicatore per misurare la digitalizzazione a livello comunale.

Il progetto DESIER


Come già accennato in altri articoli, il progetto DESIER prende le fila dal DESI (Digital Economy and Society Index), l’indicatore prodotto annualmente dalla Commissione Europea, e dalla versione regionale creata dall’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano. Questi indicatori servono per misurare rispettivamente il livello di digitalizzazione degli Stati Europei e delle Regioni Italiane.
Prendendo come riferimento questi progetti, l’indicatore Desier vuole portare a livello comunale l’analisi della trasformazione digitale del territorio.
All’interno della cornice di Forum PA, il forum della pubblica amministrazione, che si terrà a Roma dal 14 al 17 giugno, l’Agenda Digitale dell’Emilia Romagna presenterà il progetto a livello nazionale durante l’incontro “Misurazione e dati per governare la digitalizzazione: DESI nazionale, regionale e comunale”.

L’agenda dell’evento


Nel corso dell’evento previsto per il 15 giugno interverranno Paolo Coppola, Professore associato Università di Udine - Esperto presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Luca Gastaldi, Direttore dell'Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano e Membro della segreteria tecnica per l'attuazione del PNRR della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Barbara Santi, Agenda Digitale Emilia-Romagna, Dimitri Tartari, Responsabile Agenda Digitale Emilia-Romagna.
Nell'ambito dell'incontro sarà presentato il DESI comunale progettato e realizzato da Regione Emilia-Romagna in cooperazione con ART-ER SCpA e nell'ambito del confronto con POLIMI nel merito del DESI regionale.
In particolare:

  • Paolo Coppola, consigliere del Ministro Colao, fornirà un inquadramento nella politica nazionale di misurazione della performance della politica di digitalizzazione avviata negli ultimi anni e oggi oggetto di ingenti investimenti del PNRR,
  • Luca Gastaldi parlerà del DESI REGIONALE sviluppato nell’ambito dell’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano
  • Barbara Santi presenterà il DESIER, ossia l’indice DESI calcolato a livello comunale per il territorio della Regione Emilia-Romagna
  • Dimitri Tartari illustrerà come la misurazione a livello comunale possa supportare la strategia digitale dei comuni e delle unioni di comuni e l’importanza che questa azione di misurazione si estenda anche alle altre regioni e ai loro territori


Il Desier in Emilia-Romagna


Il progetto in Emilia-Romagna è stato condiviso, verificato e approfondito con diversi
comuni e Unioni di comuni. In particolare

  • Unione Terre D’Argine (MO)
  • Cento (FE)
  • Unione Valnure Valchero (PC)
  • Unione Bassa Romagna (RA)
  • Unione Pedemontana Parmense (PR)
  • Unione Bassa Reggiana (RE)

Dal confronto con i territori sono emerse indicazioni relative all’analisi dei dati, alla costruzione dell’indice e al suo utilizzo a livello comunale, che saranno inserite nelle successive versione del Desier.

Ad ottobre 2022 l’indice Desier sarà protagonista del Premio Agenda Digitale Emilia-Romagna, evento nel corso del quale si incontreranno Regione, Comuni, Unioni di Comuni per approfondire come la misurazione della digitalizzazione possa affiancarsi all’individuazione di azioni e progetti che concretamente aiutino i territori a progredire sulla strada dell’innovazione

ADER partecipa a R2B 2022 sul tema della Governance della trasformazione digitale

L’Assessore Paola Salomoni sarà presente a R2B, Research to Business 17° Salone internazionale della Ricerca e delle Competenze per l’Innovazione, con una intervento sulla Governance della trasformazione digitale.

 R2B 2022


Anche quest’anno la manifestazione R2B, Salone internazionale della Ricerca e delle Competenze per l’Innovazione, si terrà a Bologna le prime settimane di giugno.
Gli appuntamenti saranno dall’8 al 9 giugno, in presenza e in diretta streaming, al Volvo Congress Center di Bologna e in tutti i Tecnopoli dell’Emilia-Romagna, e dal 10 al 15 giugno presso gli eventi dedicati che animeranno la settimana dell’innovazione.

Alcuni dei temi trattati durante i diversi panel saranno la transizione ecologica e l’emergenza energetica, ma soprattutto l’innovazione digitale come fulcro della trasformazione del Paese al servizio di imprese e cittadini, le nuove progettazioni delle Università e dei Centri di ricerca italiani per il PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – e il loro impatto sull’economia e sullo sviluppo dei territori, le competenze e le professioni del futuro.

R2B è promosso da Regione Emilia-Romagna e Bologna Fiere e organizzata da ART-ER, Attrattività Ricerca Territorio.

Governance della trasformazione digitale


Paola Salomoni, Assessore alla Scuola, Università, Ricerca e Agenda Digitale della Regione Emilia-Romagna parlerà del tema della governance della transizione digitale all’interno della giornata sulle iniziative europee nazionali e regionali per la digitalizzazione delle imprese, dove verranno approfonditi i dati sulla situazione italiana e le principali infrastrutture a supporto del Paese.

L’Assessore Paola Salomoni, all'interno del panel aperto da Vittorio Colao, Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale e Anna Ascani, Sottosegretario Ministero dello Sviluppo Economico affronterà insieme agli altri relatori il tema di come le istituzioni pubbliche europee, nazionali e regionali supportino le imprese verso la trasformazione digitale.

Più Informazioni:
Dove: Bologna Volvo Congress Center - Exhibition Hall, Piazza della Costituzione, 4
Quando: 8/6/2022, ore 16:00-17:30
Intervento: Governance della trasformazione digitale: una bussola verso il 2030 per imprese, pubblica amministrazione e cittadini

Iscrizioni per partecipare in presenza: https://shop.letzfair.com/item-articolo.php?id=3&__ct=1

Per seguire tutti gli eventi: Research to Business 

Nuove esperienze digitali al MIC – Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza

Il 10 giugno, alle 10.30, il museo faentino presenterà FollowMIC, nuova Web App nata da un progetto sperimentale promosso da Regione Emilia-Romagna e Lepida, per offrire l'esperienza della realtà aumentata ai suoi utenti

Venerdì 10 giugno, alle 10.30, il MIC – Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza - è pronto per la presentazione della sua nuova Web App on e off site: una nuova applicazione realizzata grazie a un progetto di Regione Emilia-Romagna e Lepida.

In linea con l’impegno dell’ultimo anno del MIC in Faenza, rivolto ad implementare l’accessibilità del museo, la nuova App è stata ideata per arricchire l’esperienza del visitatore grazie alle nuove tecnologie digitali. Quattro nuovi percorsi che grazie agli strumenti di realtà aumentata, foto 3d, testi, immagini, video e suoni, arricchiscono la visita del museo con storie e particolari sulle ceramiche altrimenti difficili da cogliere, e con contenuti multimediali supplementari quali le fasi dei restauri o effetti sonori.

La realizzazione dell’App è un progetto sperimentale promosso da Regione Emilia-Romagna (Coordinamento Agenda Digitale e Settore Patrimonio culturale) e Lepida, nato per implementare le nuove tecnologie digitali nei musei. Il MIC di Faenza è stato selezionato per la sperimentazione insieme ad altri due musei del territorio: i Musei Civici di Palazzo Farnese a Piacenza e il Museo del Cielo e della Terra di San Giovanni in Persiceto.

Determinante anche la fase finale del test, perché una volta superato un periodo di tre mesi di valutazione e di soddisfazione degli utilizzatori, l’App del MIC di Faenza potrà essere adottata anche da altre istituzioni.

“La pandemia ha generato un nuovo tipo di pubblico, più esigente e attento. Poter offrire materiali multimediali di facile consultazione per collezioni complesse (come quella del MIC di Faenza) è obiettivo prioritario”. - commenta la direttrice del MIC Claudia Casali - Un utente felice è un biglietto da visita eccezionale per la promozione e divulgazione del proprio patrimonio e della propria realtà museale. Il progetto è un format che potrà essere applicato anche ad altre realtà museali del territorio e non solo e, attraverso un semplice inserimento di una maschera interattiva, si potranno monitorare i dati dei visitatori e coglierne il grado di soddisfazione o gli elementi di miglioramento”.

Nel 2022 il MIC di Faenza è particolarmente impegnato nell’implementazione della sua accessibilità, per rendersi sempre di più un museo per tutti anche grazie alle tecnologie digitali. Il 10 giugno presenterà quindi in concomitanza altri due progetti.

In collaborazione con Fiadda (Associazione per i diritti delle persone sorde e famiglie) e con il contributo della Regione Emilia-Romagna, il MIC ha realizzato alcuni percorsi video didattici alle opere più importanti del museo creati per persone sorde, mentre, in collaborazione con l'Istituto Cavazza, ha introdotto nel proprio apparato didattico un percorso di visita in braille per ipovedenti e ha realizzato un progetto pilota per la fruizione tattile delle opere della sala del design.

La presentazione della Web App sarà anche l’occasione per attivare, all’interno del museo, WiFi Italia, progetto promosso da Infratel Italia e Ministero dello sviluppo economico in accordo con Regione Emilia-Romagna e Lepida grazie al protocollo d'intesa sottoscritto nel 2020 per la realizzazione del "progetto WiFi Italia" nel territorio della regione Emilia-Romagna.

WiFi Italia consente a cittadini e turisti di connettersi, gratuitamente e in modo semplice tramite App dedicata, ad una rete wifi libera e diffusa su tutto il territorio nazionale. In questo contesto Lepida e Regione si sono occupate della realizzazione dell’infrastruttura fisica, della progettazione dell’impianto wifi e di fornire la connettività, mentre parallelamente Infratel Italia ha fornito e installato gli Access Point, che consentono di accedere alle reti EmiliaRomagnawifi e WiFi Italia.

WiFi Italia coinvolge 1.454 Comuni in cui sono stati installati più di 11.437 hotspot. 14 di questi Access Point sono stati installati presso il Museo Internazionale della Ceramica, sia nelle sale espositive che negli spazi di interesse comune, per permettere agli utenti di navigare liberamente e di approfittare, fra le altre, della nuova Web App FollowMIC.

L’incontro è aperto a tutti.

PNRR e digitalizzazione in Emilia-Romagna: un seminario per la trasformazione digitale

Il 7 Giugno si svolgerà l’incontro tra Il sistema della Community Network dell’Emilia-Romagna e il Dipartimento della Trasformazione Digitale per un confronto sui bandi PNRR sulla digitalizzazione.

Trasformazione e Digitalizzazione in Emilia Romagna


Proprio per chiarire tutti i dubbi sulla trasformazione digitale in Emilia-Romagna e sui bandi destinati al territorio è stato pensato un seminario organizzato da Regione Emilia-Romagna e Lepida, con la partecipazione di Città Metropolitana di Bologna e ANCI Emilia-Romagna, sulle risorse del PNRR per la digitalizzazione della PA, in collaborazione con il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Alla base dell’incontro ci sono alcune dubbi emersi nell’ambito delle Community Network come per esempio:

  • Quali sono le misure del PNRR per il digitale destinate al territorio?
  • Quali sono le modalità di accesso alle risorse?
  • Come funzionano e quali sono gli avvisi attuali e futuro di PA digitale 2026?
  • Quali sono gli strumenti operativi per richiedere i fondi e rendicontare i progetti?


 L’Agenda dell’evento

L’evento, che si terrà il 7 giugno online è rivolto ai membri della Community Network ma è aperto a tutti e si potrà seguire online a questo link http://incontripnrr.lepida.it.
Questo il programma:

Ore 11:00 Apertura
Paola Salomoni, Assessore all’Agenda Digitale della Regione Emilia-Romagna
Luca Vecchi*, ANCI Emilia-Romagna
Franco Cima, Consigliere delegato all’Agenda Digitale della Città Metropolitana di Bologna

Ore 11:15 Il territorio protagonista della digitalizzazione della PA (durante l’intervento saranno affrontate anche domande sottoposte dai componenti della Community Network dell’Emilia-Romagna e raccolta da Lepida)
Intervento del Dipartimento per la trasformazione digitale: Luca Rigoni (Relazione Istituzionali) e Marco Rimoldi (Area Manager) della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Ore 11:40 Lepida come punto unico di contatto e coordinamento del supporto agli Enti
Gianluca Mazzini, Direttore Generale Lepida SCpA

Ore 11:50 Domande e risposte
Ore 12:00 Conclusioni a cura di Regione Emilia-Romagna

*_in attesa di conferma


Cos’è il PNRR?


Il PNRR, Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, è un documento che il governo italiano ha creato per mostrare come verranno gestiti i fondi Next Generation EU. I settori di intervento sono suddivisi in 6 missioni principali, fra le quali la digitalizzazione, innovazione e competitività e l'Italia è tra le principali beneficiarie di questi fondi, che includono sovvenzioni e prestiti.

Sul nostro territorio si è pensato di lavorare sulla digitalizzazione dei diversi Enti creando un sistema che permettesse a tutti quanti di avere accesso agli strumenti e alle possibilità di lavorare insieme per lo sviluppo della società dell’informazione e dei processi di innovazione, per questo è nata la Community Network della Regione Emilia-Romagna.


La community Network come strumento per l’e-government


La Community Network dell’Emilia-Romagna (CN-ER) è il modello interistituzionale concepito e realizzato affinché tutti gli enti emiliano-romagnoli possano disporre degli stessi strumenti e opportunità, per sfruttare i vantaggi e le potenzialità che si accompagnano allo sviluppo della società dell’informazione e al dispiegamento dei processi di e-government.

La CN-ER è quindi un sistema di servizi, standard e modelli di scambio che permette a tutti gli enti locali del territorio regionale di lavorare insieme per lo sviluppo della società dell’informazione e dei processi di innovazione. Questa rete di relazioni si avvale di una rete infrastrutturale, Lepida, che permette il lavoro cooperativo tra gli enti e la condivisione.

Torna Women in Tech, l’appuntamento su donne e digitale

Nel ciclo di incontri di questa seconda edizione si approfondiranno i temi collegati al divario digitale di genere e di come questo possa penalizzare i diritti delle donne e limitare il loro contributo alla società dell’informazione.

Torna Women in Tech, l’evento dedicato a donne e digitale. l primi due appuntamenti il 9 giugno a Forli presso il Laboratorio aperto e il 13 giugno a Bologna, presso la Fondazione Innovazione Urbana e in diretta online sui canali Youtube e Facebook dell’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna.

Donne e cultura digitale

L’assenza delle donne dalla cultura digitale è una perdita non solo per le donne in quanto soggetti singoli, ma per l’intera società civile, anche dal punto di vista economico e non solo dal punto di vista dell’equità sociale.

Le competenze necessarie del futuro saranno soprattutto quelle in ambito tech e digitale. Tuttavia i dati ci dicono che la presenza femminile nelle materie STEM in generale e Tech (ingegneria, informatica) in particolare è molto bassa, non permettendo quindi alle donne di avere le qualifiche per proporsi per i nuovi lavori del futuro. In questo scenario, è quanto mai urgente attivare una serie di interventi per incoraggiare le giovani donne a intraprendere studi adeguati a impossessarsi di un mindset digitale. Le istituzioni e le aziende devono fare la loro parte e promuove strumenti attivi per aumentare non solo il numero delle donne tech, ma anche la loro rappresentanza nei ruoli apicali e di leadership.

Women in Tech seconda edizione 


L’evento del 2° ciclo Women in Tech è organizzato dalla Regione Emilia-Romagna, nell’ambito delle attività di Data Vally Bene Comune, l’Agenda Digitale regionale per il quinquennio 2020-2025, per fare il punto su come le varie manifestazioni dei divari digitali di genere penalizzino i diritti delle donne e limitino il loro contributo alla costruzione di una società dell’informazione più equa, inclusiva e matura.
Gli incontri, per un totale di 6 appuntamenti, sono organizzati in collaborazione con la rete regionale dei laboratori aperti e si svolgeranno da giugno a ottobre 2022.

I primi due eventi, come accennato, si svolgeranno il 9 giugno a Forlì e il 13 giugno a Bologna.


Competenze digitali: la sfida per il futuro 

9 giugno, Forlì


Il 9 giugno a Forlì si terrà il Primo incontro del secondo ciclo di Women In Tech.
Il Focus, tra le altre cose, sarà sulle competenze digitali e sui Summer Camp di Ragazze digitali che vogliono avvicinare le studentesse delle scuole secondarie all’informatica e alla programmazione con un approccio creativo e divertente.

Secondo il rapporto Pisa dell'OCSE, la più grande indagine internazionale sull'educazione, le ragazze vengono scoraggiate dall’intraprendere studi scientifici e tecnologici tra gli 11 e i 13 anni, in questa età crolla la loro autostima sulle competenze matematiche e scientifiche, anche quando i loro risultati sono pari o superiori a quelli dei ragazzi.

Questo ci conferma che le “disparità di genere nel modo in cui vengono indirizzati, motivati e nella percezione che hanno di sé ragazzi e ragazze ha un effetto molto più forte delle differenze di genere nelle performance” nello scoraggiare le ragazze dall’intraprendere studi tecnico-scientifici.
Le conseguenze di scelte così condizionate dagli stereotipi creano una polarizzazione nella scelta degli studi prima e dell'occupazione poi, per cui ad oggi in Europa le professioni Stem sono molto sbilanciate da un punto di vista di genere: sono uomini il 76% dei lavoratori del settore e l’85% nei settori associati.

A questo dato si può aggiungere che sono professioni meglio retribuite e in espansione.

Come colmare il divario? Ripartendo là dove si cristallizzano le differenze e i divari di genere: dalle bambine e dalle ragazze.

Quando: Giovedì 9 giugno ore 15.00-17.30, Forlì

Dove: Laboratorio Aperto di Forlì - via Valverde 15 (Forlì)  e in diretta online sui canali ADER Facebook e Youtube

Tema: “Girls in tech - Elementi per una nuova didattica”  - Come orientare bambine e ragazze allo studio delle materie scientifiche e tecnologiche?

iscrizioni: https://regioneer.it/dv555e2w

Intervengono: 

Nicole Ticchi, Presidente dell’Associazione She is a scientist

Giulia Ferrari, Ricercatrice dell’Università di Torino

Modera: Barbara Leda Kenny, InGenere

E con la partecipazione di:

Paola Salomoni, Assessore alla Scuola, Università, Ricerca e Agenda Digitale della Regione Emilia-Romagna.

Digital twin e smart city a misura di donna

13 giugno, Bologna

L’evento di Bologna si svolgerà il 13 giugno e avrà come tema il digital twin, o meglio la “gemella digitale”  ovvero come usare i dati per superare i bias che quotidianamente escludono l’esperienza delle donne nella pianificazione urbana utilizzandoli per la creazione di un modello urbano inclusivo.

I dati di genere sono necessari per alimentare algoritmi più equi di intelligenza artificiale e costruire una vera propria gemella digitale.

Come si recupera la distanza tra ciò che sa l’intelligenza artificiale e ciò che esiste nel mondo reale?

Almeno due sono i problemi da affrontare: in primo luogo, i dati utilizzati per calibrare gli algoritmi sono a volte insufficienti e non riflettono correttamente la diversità esistente nel mondo reale; in secondo luogo, gli algoritmi sono progettati senza tener conto delle diversità e della pluralità esistente nel mondo reale.

Inserire negli algoritmi del machine learning metriche della diversità può rendere più equa la rappresentazione delle caratteristiche identitarie di una certa fetta di popolazione e rendere più vivibile per le donne la città che andiamo a programmare.

La città di Bologna ha mostrato un forte impegno nel creare un gemello digitale dando valore ad anni di esperienze in ambito open data. Regione Emilia-Romagna vuole avviare un percorso di analisi e impiego dei dati di genere per creare, con la “gemella digitale”, una città a misura di donna.

L'evento è in collaborazione con la Fondazione Innovazione Urbana e Innovazione Urbana Lab.

Quando: Lunedì 13 giugno ore 10.00-12.30 Bologna

Dove: Laboratorio Aperto di Bologna- Fondazione Innovazione Urbana - Palazzo d'Accursio, Sala Tassinari (Piazza Maggiore, Bologna) e in diretta online sui canali ADER Facebook e Youtube

Tema: “Digital Twin: una città intelligente a misura di donna” - La città in digitale i dati per rendere visibili le donne.

Iscrizioni: https://regioneer.it/rk246l5n

Intervengono:

Monica Costantini, responsabile ricerca e sviluppo IoT per T.net

Florencia Andreola, Milano Gender Atlas

Modera: Barbara Leda Kenny, InGenere

E con la partecipazione di:

Paola Salomoni, Assessore alla Scuola, Università, Ricerca e Agenda Digitale della Regione Emilia-Romagna

Chiara Faini -  Fondazione Innovazione Urbana

Al via una ricognizione per la co-progettazione di After Futuri Digitali

Il Coordinamento dell’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna invita Comuni, Unioni di Comuni, fondazioni, laboratori aperti, associazioni del territorio regionale a segnalare la volontà di organizzare congiuntamente con Regione Emilia-Romagna inziative volte alla realizzazione di After Futuri Digitali.

After Futuri Digitali è una manifestazione che ha l’obiettivo di raccontare e far sperimentare alle cittadine e ai cittadini dell’Emilia-Romagna l’impatto delle nuove tecnologie sulla loro vita quotidiana in ambito scolastico e produttivo, sulla fruizione della cultura, sull’esperienza turistica.

Il Festival esplora e racconta le nuove modalità di fruizione del digitale per far conoscere in modo diretto, concreto e coinvolgente cosa cambia nella vita, con l’avvento delle tecnologie digitali, anche come soluzione alla riprogettazione del futuro in epoca post-Covid.
Durante lo svolgimento del Festival si presentano obiettivi e risultati dell’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna (ADER) e obiettivi e risultati delle strategie del digitale dei territori coinvolti nella coprogettazione.
Durante il Festival si coinvolgono gli stakeholders istituzionali e informali del territorio ospitante;
Le edizioni passate di After Futuri Digitali si sono svolte a Modena nel 2017, a Reggio Emilia nel 2018, a Bologna nel 2019 e a Ravenna nel 2021.
All’indirizzo https://www.afterfestival.it/ è possibile approfondire contenuti e obiettivi delle passate edizioni.
Obiettivo del presente avviso è quello di individuare partner territoriali con cui realizzare, con ciascuno di loro una edizione di After Futuri Digitali sui territori candidati nel periodo 1 settembre 2022 – 30 aprile 2023, per un massimo di 4 edizioni
I soggetti interessati si impegnano a mettere a disposizione della co-progettazione del festival spazi, risorse umane e finanziare proporzionali alla proposta di programma che presenteranno.
I soggetti interessati possono segnalare il proprio interesse, entro le ore 13.00 del 30 giugno 2022, mandando una email all’indirizzo coordinamentoader@regione.emilia-romagna.it.
Il Coordinamento dell’Agenda Digitale procederà a ricontattare i soggetti proponenti per valutare assieme a loro la fattibilità della co-progettazione proposta.
La presente comunicazione non è una procedura di affidamento, non saranno stilate graduatorie né attribuiti punteggi di merito e non ci saranno vincoli per Regione Emilia-Romagna.
Il Coordinamento dell’Agenda Digitale si riserva di interrompere in qualsiasi momento, per ragioni di sua esclusiva competenza, questa ricognizione.

COMTem: Sensoristica e IOT per un territorio smart e interconnesso

Al centro del primo incontro delle COMTem le nuove tecnologie che si basano sull’Internet of things (IOT) e la sensoristica, e che consentono di trasformare la città in un contesto interconnesso e gestito in tempo reale.

Lo scorso marzo si è tenuto il primo seminario del 2022 delle COMTem, le Comunità Tematiche dell’Emilia Romagna che vedono protagonisti gli attori responsabili della transizione digitale negli enti istituzionali e nelle PA.
L’incontro, intitolato “Sensoristica e IOT (Internet of things): le reti di sensori per il governo del territorio", si è tenuto a Modena il 4 marzo.

Cosa significa sensoristica IOT e come si applica al contesto urbano

Il concetto di IOT (Internet of things letteralmente Internet delle cose) si riferisce alla messa in rete di una serie di oggetti che comunicano e interagiscono tra loro.
Questi oggetti, che diventano quindi “intelligenti”, sono in grado di trasmettere dati e ricevere istruzioni, creando una rete interconnessa tra diverse tecnologie e sistemi creando una rete interconnessa tra diverse tecnologie e sistemi.
La sensoristica IOT permette pertanto di rilevare tutti questi dati, e di applicare delle azioni in diverse aree dell’urbanistica (dal controllo del traffico all’illuminazione, sino al controllo del verde pubblico o dell’inquinamento e molto altro ancora).

Territorio smart e gestito in tempo reale


Il tema di una progettualità che si doti di questi strumenti è stato al centro del Seminario delle COMTem .


La realizzazione di policies che contemplino l’applicazione dell’IoT contribuisce allo sviluppo di un territorio smart e interconnesso, nel quale i dati vengano acquisiti, elaborati e trasmessi per dare istruzioni o ricevere informazione in tempo reale, migliorando così la qualità dei servizi, la programmazione degli interventi e la capacità di rispondere alle esigenze di cittadini e imprese.
Durante il seminario sono stati affrontati i punti principali dell’utilizzo dei sensori in ambito urbano su due fronti:

  • esaminando come creare e dotare tale rete sensoristica sui diversi territori
  • come la raccolta di dati possa essere utilizzata in modo strategico per migliorare i servizi.

L’importanza della raccolta di dati

Nella prima parte dell’incontro si è approfondito il tema della raccolta dei dati, sottolineando come questo aspetto sia fondamentale per migliorare il governo del territorio.
Il patrimonio informativo a disposizione, infatti, potrebbe essere fruibile anche da cittadini e aziende, essendo considerato un bene comune.
Proprio questa visione ha portato a creare la Rete IoT per la PA in logica Data Valley Bene Comune.


Dalla teoria alla pratica: l’esperienza di alcuni Comuni della Regione

Tra i vari esempi e potenzialità illustrate, sono stati condivisi nello specifico tre percorsi.

  • Il primo caso è quello del Comune di Piacenza, in cui la sensoristica è stata applicata in modo semplice in campi diversificati, partendo dal progetto Start City e dall’uso di Stazioni Radio Base e di dashboard di monitoraggio.
  • Il secondo caso riguarda l’Unione delle Terre d’Argine, dove le applicazioni sperimentali IoT sono state indirizzate verso il sociale con le Smart Care House e il progetto Fragile.
  • Il terzo caso riguarda l’Unione Valle di Savio, in cui il protocollo per la rete IOT è stata applicato alla dimensione ecologica.

    È possibile visionare il video completo dell’evento e tutti i materiali a questo link:
    https://regioneer.it/vb204r3v

Bassa Romagna Smart e Desier per favorire l’innovazione

Il progetto Bassa Romagna Smart, che si inserisce a sua volta nel progetto Desier, si definisce come uno dei progetti più strategici dell’Unione dei Comuni che punta a trasformare in chiave smart le esigenze di efficienza gestionale e di prossimità ai cittadini.

Presentazione del territorio

La Bassa Romagna è un’ associazione formata da 9 comuni della provincia di Ravenna.
La tradizione del territorio legata al lavoro associato ha portato, nel 2000, alla costituzione dell’ Associazione Intercomunale della Bassa Romagna e che, ad oggi, rappresenta un sistema territoriale con una propria identità e un ruolo riconosciuto a livello nazionale.
I 9 comuni che formano parte dell’Unione sono:
Alfonsine
Bagnacavallo
Bagnara di Romagna
Conselice
Cotignola
Fusignano
Lugo
Massa Lombarda
Sant’ Agata sul Santerno.
I nove comuni della Bassa Romagna hanno scelto di investire insieme nello sviluppo digitale del territorio partendo dal conferimento in unione del servizio dedicato.

Il progetto Bassa Romagna Smart


Bassa Romagna Smart si propone di rivoluzionare le modalità di interazione interne ai servizi e le modalità di accesso agli stessi da parte di cittadini e utenti.
Lavorare in unione consente ai piccoli e medi comuni che insieme decidono di farlo di poter sperimentare ed aprire strade nuove tenendo il passo a realtà più grandi. In poco tempo questi territori sono passati dall'essere una delle zone del "digital divide" ad un territorio capace di sviluppare innovazione all'interno delle azioni di corresponsabilità progettuale immaginato dalla Regione Emilia Romagna per lo sviluppo digitale capillare delle proprie comunità.
Si è visto infatti come la transizione digitale possa essere una spinta per la crescita della comunità, contribuendo alla coesione e alla crescita della comunità insediata nei diversi territori.


La transizione digitale nei comuni della Bassa Romagna


Per favorire la transizione digitale nell’ambito del progetto Bassa Romagna Smart e Desier sono stati sviluppati alcuni punti nell’ottica di migliorare la qualità dei servizi erogati alla comunità locale.
Vediamone alcuni:
1. Semplificazione dei processi interni e delle modalità di accesso ai servizi
2. Accelerazione, laddove possibile, dei tempi di risposta a cittadini e imprese
3. Maggiore prossimità a tutti i territori della Bassa Romagna (nodo essenziale nei processi associativi)
4. Sviluppo economico del territorio, grazie ad una macchina amministrativa più rapida ed efficiente
5. Sostenibilità ambientale, in termini di riduzione degli spostamenti logistici necessari fra i centri abitati
6. Inclusione sociale, in quanto lo strumento digitale facilita l’accesso ai servizi da parte dell’intera comunità locale
7. Partecipazione dei cittadini e degli stakeholder alla cosa pubblica
8. Affinamento della governance multilivello Unione-Comuni


 Semplificazione dei processi interni e delle modalità di accesso ai servizi 


Sotto il profilo della semplificazione dell’accesso ai servizi, il progetto utilizza l’innovazione tecnologica in sei fasi diverse:
1) fase della consulenza preventiva: si favoriscono gli appuntamenti virtuali, mediante videoconferenza, nonché l’utilizzo delle agende telematiche per l’accesso agli sportelli fisici o virtuali dell’Unione e dei Comuni;
2) presentazione delle istanze: viene facilitato l’inoltro di domande telematiche attraverso un nuovo “Portale unico di accesso ai servizi online”, all’interno della quale s’intende collocare la piattaforma di Accesso unitario SUE-SUAP-SISMICA; inoltre, si procede alla dematerializzazione immediata delle domande residue presentate in formato cartaceo;
3) attività istruttoria e provvedimentale: gli uffici producono documenti nativi digitali in fase endoprocedimentale e in uscita e li condividono con cittadini e imprese mediante l’accesso ai fascicoli elettronici o altri strumenti di domicilio digitale, tra cui l’App IO;
4) semplificazione dei processi: la struttura organizzativa dell’Unione e dei Comuni viene responsabilizzata nelle attività preliminari di reingegnerizzazione dei flussi procedurali e di rimozione degli adempimenti incongrui, ai fini di una effettiva accelerazione dei tempi di risposta;
5) dematerializzazione dei processi: in alcuni casi vengono predisposte soluzioni operative che non richiedono più l’attivazione di un procedimento amministrativo, ma che consentono all’utente di accedere direttamente ai dati e ai servizi della PA con riferimento sia alle certificazioni anagrafiche sia all’anagrafe degli immobili (SIT; open data);
6) dematerializzazione degli archivi: s’intende procedere alla dematerializzazione programmata degli archivi di più frequente utilizzo (es. edilizia) in modo da favorire il reperimento dei documenti da parte dei soggetti interessati (professionisti incaricati) e la riduzione dei costi d’investimento per ulteriori spazi.

Partecipazione attiva dei cittadini


Sotto il profilo della governance e partecipazione, il progetto estende l’utilizzo delle nuove tecnologie allo scopo di facilitare un confronto ampio ed esaustivo tra i principali attori locali del circuito democratico, con particolare riferimento:
⁃ al confronto politico tra gli organi dell’Unione e dei Comuni (videoconferenze dei capigruppo, commissioni intercomunali, coordinamenti tematici degli assessori, assemblea plenaria dei consiglieri…);
⁃ al confronto con gli stakeholder (patto strategico e relativo monitoraggio).
⁃ al rafforzamento dei controlli interni (controllo di gestione e controllo strategico, Business Intelligence);
⁃ alla promozione del dialogo con i cittadini (consigli digitali in diretta streaming, consulte di decentramento…);
⁃ al potenziamento della comunicazione esterna sulle modalità di accesso ai servizi e sui diritti di cittadinanza digitale, tramite pubblicazione di appositi tutorial e con un ruolo specifico assegnato alla Rete degli Urp;
⁃ alla progettazione di postazioni virtuali guidate da mettere a disposizione degli utenti nelle nove sedi municipali che compongono l’Unione, in modo da ridurre il divario digitale e l’esclusione sociale.


Il Fascicolo sanitario elettronico


Nell’ ambito del fascicolo sanitario elettronico, il progetto affronta il tema cruciale della digitalizzazione della cartella socio sanitaria: obiettivo evidentemente imprescindibile per dotare le comunità locali di strumenti adeguati di fronte alle gravi emergenze che caratterizzano la nostra epoca.

Dalla teoria alla pratica: la dematerializzazione degli archivi dell'edilizia.


Una delle prove realizzate nell’ambito dell’Unione dei comuni della Bassa Romagna è stata applicata al settore dell’edilizia.
In questo contesto specifico, infatti, si è ritenuto che la digitalizzazione delle procedure di presentazione delle nuove pratiche non potesse prescindere da una digitalizzazione (e successiva dematerializzazione) delle pratiche presenti in archivio la cui consultazione è necessaria alla presentazione delle dichiarazioni conformità propedeutiche a qualsiasi nuovo intervento.

Bassa Romagna Smart, Agenda Digitale e Desier


Il progetto “Bassa Romagna Smart 2021-2023” si colloca nell’ambito dell’Agenda digitale locale approvata dalla Giunta dell’Unione in attuazione del Patto strategico del 2018 e dell’Agenda digitale regionale, tenuto conto delle indicazioni ricevute successivamente con il “Patto per il Lavoro e per il Clima” (trasformazione digitale; semplificazione; promozione della legalità; partecipazione). Il progetto prende spunto dal percorso di efficientamento della macchina amministrativa dell’Unione e dei Comuni aderenti, incentrato sullo smartworking, sperimentato in occasione della emergenza sanitaria del 2020 e finanziato dalla Regione. In questo contesto si inserisce anche nel progetto Desier per l’analisi della trasformazione digitale dei comuni dell’ Emilia-Romagna.

Al via il contributo per le imprese per la banda ultra-larga

Parte la richiesta per i voucher statali per la banda ultra-larga di piccole e medie imprese per tutti i comuni dell’Emilia-Romagna: la Regione ha infatti ampliato la possibilità di richiedere il voucher a tutto il suo territorio. I contributi previsti partono da 300€ per arrivare a 2500€.

Facilità di connessione per tutti i comuni della Regione

Dopo la prima fase di incentivo alle aree montane e interne, ora la Regione punta a promuovere gli investimenti in banda ultra-larga per le piccole e medie aziende di tutti i comuni dell’Emilia-Romagna.

Messo a punto per favorire la connettività a internet ultraveloce e la digitalizzazione del sistema produttivo, il piano voucher prevede per l’Emilia-Romagna 13,5 milioni di euro disponibili fino esaurimento delle risorse stanziate e, comunque, entro il 15 dicembre 2022. I contributi vanno da 300 a 2.500 euro. Sono complessivamente 608 milioni di euro, a livello nazionale, le risorse stanziate dal Governo per la digitalizzazione delle imprese tramite il Piano nazionale di ripresa e resilienza.
La connettività e l’accessibilità alla digitalizzazione sono fondamentali non solo per poter essere più competitivi e produttivi sul mercato, ma anche per lo sviluppo del territorio.
Connettività e digitalizzazione sono infatti considerati un bene comune da promuovere e salvaguardare.
Proprio per questo l’assessorato all’Agenda digitale, insieme a quello alla Montagna, continuerà a dare supporto ai comuni montani e delle aree interne per poter far conoscere l’iniziativa e incentivare l’attivazione delle misure.


Come funziona il voucher

Le imprese possono richiedere un contributo direttamente agli operatori di telecomunicazioni accreditati sul portale dedicato all’incentivo, attivato da Infratel Italia, chiamata a gestire la misura per conto del ministero dello Sviluppo economico. Il voucher sarà destinato alle imprese regolarmente iscritte al Registro delle Imprese, di dimensione micro, piccola e media.

A ciascun beneficiario, identificato con una Partita IVA/Codice Fiscale impresa, potrà essere erogato un solo voucher (per le imprese che hanno più sedi è prevista comunque l’erogazione di un solo voucher).

Come verrà erogato il contenuto?

Il contributo erogato potrà variare in considerazione delle diverse caratteristiche di connettività e in presenza di diversi incrementi della velocità di connessione rispetto a quella già disponibile in sede, realizzati con qualsiasi tecnologia che soddisfi le prestazioni richieste.

Sono previsti quattro diversi tipi di voucher.

  • Contributo di 300 euro per una velocità in download compresa tra i 30 e i 300 Mbit/s;
  • 800 euro (comprensivi di rilevamento della fibra ottica) per una velocità compresa tra i 300 Mbit/s e 1 Gbit/s.
  • Il terzo voucher ha le stesse caratteristiche del secondo, ma può arrivare a 1.000 euro a patto che la banda minima garantita dal contratto non sia inferiore a 30 Mbit/s.
  • Contributo fino a 2.500 euro per velocità massima superiore a un 1 Gbit/s e banda minima garantita dal contratto superiore a 100 Mbit/s.

L’attivazione dei servizi a banda ultralarga potrà essere richiesta direttamente agli operatori, dopo che questi si saranno registrati sul portale dedicato all’incentivo, utilizzando i consueti canali di vendita. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito bandaultralarga.italia.it

Imprese femminili: il bando e i numeri

Aperte dal 19 maggio le iscrizioni al bando che prevede 200mln/€ per l’imprenditoria femminile. Ma come funziona davvero l’impresa femminile in Emilia-Romagna? Scopriamo insieme qualche dato e i requisiti per il bando del Mise.

L’occupazione femminile in Emilia-Romagna

In occasione dell’uscita del bando sull’imprenditoria femminile, abbiamo analizzato alcuni dati (Dati Infocamere) per approfondire lo stato dell’occupazione in Emilia-Romagna.
Il primo punto che emerge è che l’imprese femminile attive in Emilia-Romagna sono un punto percentuale più basso rispetto alla media nazionale:

85.328 imprese femminili attive nel 2021 (21,3% del tot. Regionale, media nazionale 22,7%*)

  • di cui 9,4% imprese femminili giovanili (10,4% nel 2016)
  • e 14,2% straniere (11,8% nel 2016)

Questa differenza dipende, tra l’altro, dalla minore incidenza in regione dell’auto-impiego, quindi da un tasso di occupazione femminile regionale più alto, e dalla composizione settoriale dell’imprenditoria regionale.

Tasso di crescita dell’imprenditoria femminile

Per quanto riguarda il tasso di crescita, nell’ultimo anno si è apprezzata una tendenza positiva alla crescita e allo sviluppo, sia per quanto riguarda le imprese femminili che le imprese femminili giovanili.

Tasso di Crescita 2021 imprese femminili ott-dic 2021/ott-dic2020

  • +1,2%
  • più alto rispetto alle imprese non femminili dell’Emilia Romagna (+ 0,6%)
  • e rispetto alle imprese femminili nazionali (+0,6%, inversione rispetto alla tendenza dal 2015)
  • l’incremento è stato più rapido in Trentino-Alto Adige (+1,9%), Sicilia (+1,8%) e Campania (+1,7%)
    rispetto alle regioni generalmente di confronto dell’Emilia l’andamento è stato uguale per la
  • Lombardia, mentre la crescita è stata più contenuta in Veneto (+0,9%), in Piemonte (+0,7%) e più ancora in Toscana (+0,5 %).

Tasso di Crescita 2021 imprese femminili giovanili ott-dic 2021/ott-dic2020

  • +0,6%
  • l’incremento non ha ancora recuperato la perdita di imprese del 9,6% dal 2016 a oggi

Tasso di Crescita 2021 imprese femminili straniere ott-dic 2021/ott-dic2020

  • +5,1%
  • quasi il 57% della crescita complessiva delle imprese femminili è dovuto alla crescita di imprese femminili straniere
  • + 21,2% rispetto al 2016

Quali sono i settori di crescita delle imprese femminili?


L’imprenditoria femminile è fondamentalmente in crescita in tutti i settori.

Tendenza positiva diffusa a quasi tutti i macrosettori e le sezioni di attività, con l’unica sostanziale eccezione dell’agricoltura, pur con ampie differenze di intensità.

In particolare, la crescita complessiva è stata trainata dal complesso dei servizi (+1,5%).
Tra questi, sono stati i servizi diversi dal commercio a crescere in maniera decisamente più rapida (+2,1%), anche se non uniformemente al loro interno.

Si aggiunge poi il contributo del settore delle costruzioni (+4,8%).

Più limitato il contributo dell’industria in senso stretto (+0,9%), mentre è negativo solo il contributo dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (-1,1%, su cui pesa esclusivamente al tessuto imprenditoriale agricolo, -153 unità, a fronte della continua e sostenuta crescita di pesca e acquacoltura +8,9%).

imprese femminili in Emilia-Romagna

imprese femminili nazionali

Imprenditoria femminile: requisiti per partecipare al bando

Quali sono i requisiti per partecipare al bando? Vediamoli insieme più da vicino!

Il bando per l’imprenditoria femminile, promosso dal Mise e che prevede una dotazione finanziaria di circa 200mln/€ tra contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati, nasce dall’idea di incentivare le imprese femminili nell’ambito dell’industria, artigianato, trasformazioni dei prodotti agricoli, servizi, commercio e turismo.

Il Fondo si rivolge alle imprese femminili di qualsiasi dimensione, già costituite o di nuova costituzione, in tutta Italia. In particolare, la misura si rivolge a:

  • cooperative o società di persone con almeno il 60% di donne socie
  • società di capitale con quote e componenti degli organi di amministrazione per almeno i due terzi di donne
  • imprese individuali con titolare donna
  • lavoratrici autonome con partita IVA

Tra i criteri di premialità la candidatura di progettualità/imprese femminili con alta componente tecnologica.

La dotazione finanziaria prevista è di ca. 200mln/€ . Il contributo verrà concesso fino ad esaurimento delle risorse. 

L’unica differenziazione che viene fatta è sulla data di costituzione dell’azienda:

  • per aziende costituite da meno di 12 mesi,  la compilazione delle domande è possibile dalle ore 10 del 5 maggio 2022 mentre la presentazione a partire dalle ore 10 del 19 maggio 2022;
  • Per aziende con costituite da più di 12 mesi la compilazione delle domande è possibile dalle ore 10 del 24 maggio 2022 mentre la presentazione a partire dalle ore 10 del 7 giugno 2022.

A questo link è possibile trovare più informazioni  https://www.mise.gov.it/index.php/it/incentivi/impresa/fondo-a-sostegno-impresa-femminile

Desier al comune di Cento: una spinta all’innovazione digitale

Nell’ambito del progetto Desier abbiamo analizzato con il Comune di Cento, alcune iniziative, progetti e proposte digitali del territorio.

Il progetto Desier, come già avevamo accennato in un altro articolo, si occupa di misurare il livello di digitalizzazione dei comuni della regione Emilia-Romagna.
In questi mesi, in viaggio tra i comuni della nostra Regione, proporremo le analisi di alcune iniziative digitali che vogliono aumentare la trasformazione digitale sul territorio.
Come primo progetto parliamo del comune di Cento.

Cento: presentazione del territorio


Il territorio di Cento si trova in Emilia Romagna, in provincia di Ferrara. È un comune che conta circa 40.000 abitanti includendo le sue frazioni, e che si trova proprio nel mezzo tra Bologna e Ferrara, condividendo diversi aspetti delle due città, sia a livello economico che geografico e culturale.

Le iniziative digital del comune di Cento


Sono tante le iniziative digitali sui cui il Comune di Cento sta puntando non solo per avvicinare la pubblica amministrazione ai cittadini, ma anche per migliorare l’alfabetizzazione e i servizi digitali, la partecipazione attiva dei cittadini e l’accessibilità.


Competenze digitali


In accordo con la Regione, il Comune di Cento sta pubblicizzando i nuovi corsi di alfabetizzazione digitale per tutti i cittadini dell’Emilia-Romagna.
I corsi sono gratuiti e si realizzano online e prevedono approfondimenti sul:

  • digitale e lavoro
  • grafica
  • wordpress
  • privacy: dati e traccia digitale
  • ebook e biblioteca online
  • Reputazione online

I corsi formano parte del progetto Pane e Internet. È possibile trovare qui più informazioni.


Servizi digitali: sanità, welfare e certificazioni


Sono diversi i servizi digitali su cui sta lavorando il Comune di Cento e riguardano sia la Sanità, lo SPid e il fascicolo elettronico e le certificazioni.
In particolare:

  • Con il supporto di Lepida, si stanno avviando progetti da svolgere in convenzione con le associazioni del territorio, i sindacati, i circoli, per:
    uso delle credenziali SPID, del Fascicolo Sanitario, di PagoPA
    accesso alle certificazioni e ai servizi online, sia quelli offerti dal Comune, sia da ANPR, INPS, …
    uso dello smartphone in generale
  • È stata creata la possibilità di aprire le credenziali SPID presso gli uffici comunali
  • È in corso d’opera la valutazione per collaborare con Lepida e ACER su progetti di welfare digitale basato anche su sensori IOT, che vadano a migliorare l'efficacia del servizio fragilità già da tempo attivo nel nostro territorio

Sensori IOT


I sensori IOT (acronimo di Internet of things) sono un sistema di dispositivi fisici che ricevono e trasferiscono dati su reti wireless, con un bisogno limitato di un’azione umana.
Il Comune di Cento ha elaborato un progetto per la gestione del traffico.
Sono stati infatti attivati alcuni sensori IOT per aderire alla rete PA IOT promossa dalla Regione, in modo da segnalare la presenza del concentratore LoRaWAN finanziato dalla Regione.
Questo sistema permette di contare il numero di veicolo che percorrono il Ponte Vecchio e la loro velocità.

Partecipazione attiva dei cittadini


Un altro punto sviluppato dal Comune di Cento è la partecipazione attiva dei cittadini ad alcune delle sue attività: dal bilancio partecipativo ad altre azioni e attività dell’ente locale.
In questo senso verrà utilizzato il supporto di sistemi digitali per aumentare il coinvolgimento e la partecipazione, anche per completare il progetto URBACT "Active Citizens", che vuole investigare nuove forme di partecipazione, anche supportate dal digitale, delle cittadine e dei cittadini in Comuni medio-piccoli Active Citizens | Comune di Cento.


Connettività e banda larga


Un altro punto fondamentale per la transizione digitale è ovviamente l’accesso a internet.
Il comune di Cento sta collaborando con le aziende di telecomunicazioni per il supporto allo sviluppo della rete in banda ultra larga, indispensabile per l'accesso alla molteplicità di opportunità e di servizi

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ultima modifica 2024-11-20T15:38:12+01:00
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