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A Bologna nasce ReMAP, la Rete Metropolitana di Apprendimento Permanente
Una nuova rete territoriale, partecipata da enti locali, scuole, enti di formazione accreditati, università e associazioni, per realizzare sinergie nel campo dell’apprendimento permanente e aiutare in questo modo le persone ad accrescere le conoscenze e competenze lungo l’intero arco dell’esistenza, ampliando le prospettive di crescita personale, civica e occupazionale.
Questi gli obiettivi perseguiti con il progetto ReMAP, la nuova Rete Metropolitana per l'Apprendimento Permanente, lanciato su iniziativa della Città Metropolitana di Bologna - Area Sviluppo sociale, in collaborazione con il CPIA metropolitano di Bologna e in accordo con la Regione Emilia-Romagna e l’Agenzia Regionale per il Lavoro, in via di presentazione ufficiale giovedì 16 dicembre con un convegno online che rappresenterà l’evento conclusivo dell’edizione 2021 del Festival della Cultura Tecnica.
Il convegno si svolgerà dalle 14.30 alle 16.30 e prenderà il via con i saluti istituzionali e l’introduzione di Matteo Lepore, Sindaco metropolitano di Bologna. Successivamente i lavori saranno coordinati da Sergio Lo Giudice, Capo di Gabinetto della Città metropolitana e delegato al Lavoro, e contempleranno gli interventi di Andrea Orlando, Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali; Vincenzo Colla, Assessore allo Sviluppo Economico, Lavoro e Formazione della Regione Emilia-Romagna; Manuela Geleng, Direttrice della DG Occupazione, Affari Sociali e Inclusione - Direzione Competenze della Commissione Europea con Le politiche europee per lo sviluppo delle competenze e la nuova programmazione europea 2021-2027; Patrizio Bianchi, Ministro dell’Istruzione; Paola Salomoni, Assessora alla Scuola, Università, Ricerca e Agenda Digitale della Regione Emilia-Romagna e Laura Venturi, Dirigente dell’Area Sviluppo Sociale della Città metropolitana di Bologna.
L'evento chiuderà l'ottava edizione metropolitana e quarta regionale del Festival della Cultura tecnica - dedicata al tema dell’istruzione di qualità, equa e inclusiva, con un forte richiamo all’obiettivo 4 dell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo sostenibile - nel corso della quale sono state organizzate circa 500 iniziative che hanno coinvolto tutta la cittadinanza, e in particolare studentesse, studenti, docenti, operatrici e operatori del settore della formazione e dell'orientamento.
La partecipazione al convegno è aperta a tutti, previa iscrizione online.
Women in Tech: posticipato a gennaio il quarto appuntamento
L’evento “Yes they can: donne competenti e digitali”, quarto e ultimo appuntamento del ciclo sui divari digitali di genere Women in Tech, inizialmente programmato per martedì 14 dicembre a Cesena, è stato posticipato a gennaio.
L’incontro sarà organizzato dalla Regione Emilia-Romagna, nell’ambito delle attività di Data Valley Bene Comune, l’Agenda Digitale 2020-2025, con la collaborazione di Casa Bufalini, il Laboratorio aperto di Cesena.
In occasione dei lavori, Paola Salomoni, Assessore regionale all’Agenda Digitale, e Barbara Carfagna, giornalista televisiva e divulgatrice esperta di tematiche economiche e innovazione digitale, si confronteranno sugli stereotipi di genere e gli altri ostacoli che limitano la partecipazione delle ragazze ai percorsi formativi dedicati all’apprendimento delle discipline a maggiore vocazione tecnologica e ingegneristica.
Le registrazioni integrali dei primi tre incontri del ciclo Women in Tech, svoltesi tra novembre e inizio dicembre nei Laboratori aperti di Ferrara, Rimini e Piacenza, sono disponibili online sul canale YouTube di ADER, Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna.
Intelligenza artificiale, digitale e innovazione: Emilia-Romagna e Nouvelle Aquitaine rafforzano il proprio legame
L’Emilia-Romagna e la Nouvelle Aquitaine rinnovano il proprio impegno a collaborare per la realizzazione di progetti comuni, tra cui iniziative negli ambiti dell’intelligenza artificiale, della trasformazione digitale, dell’innovazione agroalimentare e della formazione.
La conferma arriva dal Forum “Néo-Aquitain de l’Intelligence Artificielle et de Robotique”, in corso di svolgimento a Bordeaux, nel corso del quale l’Assessore regionale all’Università, Ricerca e Agenda digitale Paola Salomoni ha annunciato che il protocollo di collaborazione avviato tra le due regioni nel 1999, e già rinnovato e ampliato nel 2010, sarà ufficialmente rilanciato il prossimo anno.
L’intelligenza artificiale, e la sua applicazione in ambiti come la mobilità e l’agroalimentare, sarà uno dei principali temi di collaborazione comune nel prossimo biennio. È quanto avverrà ad esempio nell’ambito del progetto europeo "Digital Transformation for Regions – “DT4Regions", presentato dall’Emilia-Romagna in veste di capofila, al quale ha di recente aderito anche la Nouvelle Aquitaine. Con la sua realizzazione, si punta a lanciare una piattaforma per l’abilitazione di soluzioni collettive basate sull’intelligenza artificiale e i big data da parte delle Regioni.
Le due regioni hanno in programma anche un confronto sulle rispettive Agende digitali e ulteriori iniziative congiunte in materia di sanità, ceramiche, green economy, formazione professionale e cultura, con all’orizzonte nuove ipotesi di scambi e collaborazione nei settori del cinema, del teatro, dell’editoria e dell’audiovisivo.
“L’Emilia-Romagna e la Nouvelle-Aquitaine - ha dichiarato Paola Salomoni - hanno in comune lo sguardo rivolto a un futuro più digitale e sostenibile. Siamo a disposizione per condividere le nostre conoscenze più avanzate in tanti settori, dai big data all’innovazione agroalimentare, dalla formazione al digitale”.
Per approfondire: www.regione.emilia-romagna.it
Riutilizzo, intermediazione e altruismo: in preparazione il nuovo atto europeo sulla governance dei dati
I negoziatori del Consiglio e del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio per l’elaborazione di una nuova normativa comunitaria volta a promuovere una maggiore disponibilità dei dati e creare un ambiente affidabile che ne faciliti l’utilizzo per finalità di ricerca e la creazione di servizi e prodotti innovativi.
Il nuovo quadro di regole, etichettato con il nome di atto sulla governance dei dati, perseguirà tre obiettivi fondamentali: facilitare il riutilizzo di determinate categorie di dati protetti detenuti dagli enti pubblici, far crescere la fiducia nei servizi di intermediazione dei dati, e promuovere l'altruismo dei dati.
Riutilizzo dei dati protetti detenuti dagli enti
Integrando la direttiva del 2019 sui dati aperti, priva di indicazioni in materia, l'atto sulla governance dei dati definirà un insieme di regole volte a consentire il riutilizzo sicuro di determinate categorie di dati detenuti dagli enti pubblici, oggetto di diritti di terzi. Tra questi, segreti commerciali, dati protetti da diritti di proprietà intellettuale e dati personali.
Per consentire il riuso di queste tipologie di dati, gli enti pubblici dovranno essere messi nelle condizioni tecniche e organizzative necessarie a garantire le massime tutele dal punto di vista della protezione dei dati personali e dei principi di riservatezza.
La normativa in via di realizzazione fornirà anche nuove indicazioni in materia di accordi di esclusiva per il riutilizzo dei dati detenuti dagli enti pubblici. In presenza di precise motivazioni necessarie alla fornitura di servizi di interesse generale, tali accordi potranno essere stipulati, con una durata massima di 2,5 anni per quelli già in essere all’atto dell’approvazione delle nuove regole, e 12 mesi per quelli sottoscritti successivamente.
La Commissione istituirà infine un punto di accesso unificato ai dati detenuti dagli enti pubblici. Lo strumento sarà dotato di un registro elettronico consultabile e accessibile tramite gli sportelli unici nazionali.
Servizi di intermediazione dei dati
Con la nuova normativa si promuoveranno anche i servizi di intermediazione dei dati, un nuovo modello commerciale pensato per permettere alle imprese e agli individui di condividere i dati in condizioni di sicurezza.
Per le imprese è allo studio l’ipotesi di creare piattaforme digitali che consentano loro di mettere in condivisione i dati senza rischi di usi impropri o perdite di vantaggi competitivi.
I cittadini potranno a loro volta contare su servizi di questa tipologia per condividere i propri dati con imprese o altre realtà di cui hanno fiducia, mantenendone il pieno controllo e nel rispetto dei diritti sanciti dal regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR).
Sia per le imprese, sia per i cittadini, i servizi di intermediazione dei dati saranno erogati da fornitori che dovranno dare precise garanzie in termini di affidabilità, attraverso l’iscrizione a un apposito registro. Ad essi sarà consentito di stabilire delle tariffe per l’erogazione dei servizi, mentre non potranno utilizzare i dati condivisi per scopi differenti da quelli autorizzati dai titolari, tra cui la vendita.
Altruismo dei dati
Il terzo principio affermato con la nuova normativa sarà l’altruismo dei dati, termine col quale si fa riferimento alla creazione di condizioni facilitanti affinché i cittadini e le imprese possano condividere volontariamente i propri dati per finalità di interesse collettivo, quali ad esempio quelle perseguite con le attività di ricerca medica.
Anche in questo caso è prevista l’istituzione di registri nazionali per il riconoscimento e la certificazione, nell’intero territorio dell’Unione Europea, dei soggetti impegnati nella raccolta dei dati per obiettivi di interesse generale.
I prossimi passaggi
Dopo il raggiungimento dell’accordo provvisorio tra Consiglio e Parlamento Europeo, il prossimo passaggio lungo l’iter che porterà all’emanazione della nuova normativa consisterà nell’approvazione da parte del Consiglio.
Per maggiori informazioni: www.consilium.europa.eu
A un progetto formativo dell'Emilia-Romagna il premio della Commissione Europea RegioStars Awards 2021
Il progetto europeo Digital farming specialist, promosso in Emilia-Romagna su iniziativa di Formart, è arrivato in finale, nella categoria Urban-premio del pubblico, del premio della Commissione europea Regio Stars, assegnato ogni anno ai progetti europei finanziati nell'ambito della politica di coesione che si distinguono per approcci innovativi e inclusivi allo sviluppo regionale.
Digital farming specialist è un corso di formazione finalizzato alla preparazione di tecnici esperti nei sistemi di gestione per la sostenibilità ambientale, specializzati in agricoltura digitale.
Il concorso RegioStars 2021 ha raggiunto il record di candidature, con 214 progetti provenienti da tutte le regioni d’Europa, e oltre 14mila persone che hanno espresso la propria preferenza votando i progetti candidati.
Per maggiori informazioni: formazionelavoro.regione.emilia-romagna.it
EU Prize for Women Innovators 2021: annunciate le vincitrici
Sono state annunciate le vincitrici dell’edizione 2021 dello EU Prize for Women Innovators, promosso per segnalare e valorizzare il lavoro di imprenditrici europee distintesi per la creazione di imprese di successo e la proposta di idee di mercato innovative.
Una giuria di esperti indipendenti ha conferito il premio, del valore di 100.000 euro, a:
- Merel Boers (Paesi Bassi): co-founder e CEO di NICO-LAB, impresa che offre tecnologie di ultima generazione per supportare i medici nel miglioramento delle proprie attività di cura d’emergenza;
- Mathilde Jakobsen (Danimarca): co-founder e CEO di Fresh.Land, piattaforma che accorcia e digitalizza la filiera alimentare, con l’intento di facilitare l’accesso al cibo di buona qualità;
- Daphne Haim Langford (Israele): founder e CEO di Tarsier Pharma, impresa impegnata nello sviluppo di soluzioni mediche disruptive per la cura di patologie della vista autoimmuni o infiammatorie.
Contestualmente, è stato assegnato anche il Rising Innovator 2021 Prize, del valore di 50.000 euro, rivolto alle imprenditrici under 30 e vinto per il 2021 dalle irlandesi Ailbhe e Isabel Keane, fondatrici di Izzy Wheels, azienda specializzata nella produzione di copricerchi di tendenza per sedie a rotelle.
Prodotti e servizi basati sui big data: lanciata una call europea
Nell’ambito del programma di incubazione europeo REACH, the “EuRopEAn incubator for trusted and secure data value Chains”, finanziato con i fondi programma europeo Horizon 2020, è stata lanciata una nuova Open Call rivolta alle piccole e medie imprese e alle start up, per lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi basati sull’uso delle tecnologie di Big Data.
Il bando finanzierà fino a 30 proposte di progetti che includano uno scenario di Data Value Chain (DVC), in cui il valore viene creato dalla condivisione dei dati.
Il programma di incubazione/accelerazione dei progetti prevede 4 fasi: Explore, Experiment, Evolve, Expose.
Ogni impresa finanziata riceverà fino a 100.000 euro; il valore del contributo sarà determinato dalla fase raggiunta nel processo di incubazione. L'impresa vincitrice per il miglior esperimento riceverà fino a un massimo di 120.000 euro.
La scadenza per l’invio delle candidature è fissata al 22 febbraio 2022.
Per tutti i dettagli è possibile consultare il sito del programma Reach.
Contributi ai Laboratori territoriali per l’innovazione e la sostenibilità delle imprese
La Regione Emilia-Romagna ha pubblicato un bando, rivolto agli enti pubblici, per sostenere la rete dei laboratori territoriali per la sostenibilità delle imprese, parte integrante della strategia regionale per l'attuazione dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Con il bando si punta a coinvolgere imprese e altri soggetti interessati nella proposta e realizzazione di percorsi di innovazione sociale finalizzati a risolvere specifiche problematiche territoriali. Lo scopo è stimolare il protagonismo delle imprese nella produzione di nuovo valore condiviso, incrementando la competitività e la sostenibilità complessiva del sistema, anche in riferimento a specifici settori produttivi o filiere che caratterizzano alcuni distretti.
Le progettualità possono far riferimento ad ambiti tematici specifici quali economia circolare e simbiosi industriale, logistica e mobilità sostenibile delle merci, innovazione sociale nei servizi alle comunità, con l’obiettivo di supportare le imprese verso l’adozione di nuovi modelli organizzativi per la produzione di beni e servizi.
Le domande per l’ottenimento dei contributi potranno essere presentate dai seguenti soggetti:
- Camere di commercio dell’Emilia-Romagna
- Province dell’Emilia-Romagna
- Città metropolitana di Bologna
- Comuni dell’Emilia-Romagna
- Unioni di comuni dell’Emilia-Romagna.
Per rafforzare l’integrazione tra i vari soggetti, è previsto il coinvolgimento obbligatorio di partner tecnici quali i Clust-ER e i Centri di innovazione della Rete Alta Tecnologia.
Il contributo regionale potrà arrivare a un massimo di 40.000 euro annui per singolo progetto, coprendo fino al 100% dei costi ammissibili, fino ad esaurimento delle risorse.
La scadenza per presentare le candidature è fissata al 20 gennaio 2022.
Per maggiori informazioni: imprese.regione.emilia-romagna.it
Contro il digital divide scolastico: dalla Regione in un anno tablet, pc e sim a oltre 15mila studenti
Combattere il divario digitale, eliminando la distanza tra chi ha possibilità concreta di accedere alle tecnologie dell’informazione e chi invece ne è escluso, a partire dai più giovani e dal mondo della scuola e della formazione, per un’istruzione sempre più equa e inclusiva.
È un impegno preciso assunto della Regione Emilia-Romagna, che nell’anno scolastico 2020-2021 ha destinato a questo obiettivo 6 milioni di euro, cifra complessiva raggiunta anche grazie ai Fondi europei (1,5 milioni) e all’importante contributo di Zanichelli Editore (1 milione).
Un obiettivo raggiunto attraverso il “progetto per il contrasto del divario digitale nell’accesso alle opportunità educative e formative”, basato sulla collaborazione interistituzionale nella programmazione, attuazione e valutazione degli interventi proprio per valorizzare al massimo la complementarità delle risorse disponibili ed evitare il rischio della sovrapposizione delle azioni. Non solo, perché ogni Comune ha potuto scegliere la modalità di assegnazione dei dispositivi più congeniale, per rispondere alle diverse esigenze delle famiglie.
In questo modo, dalle scuole primarie fino alle superiori, passando per gli istituti di formazione professionale, sono stati più di 15mila gli studenti emiliano-romagnoli che nell’ultimo anno hanno potuto acquistare computer, tablet e schede sim - in questo ordine di preferenza - grazie ai fondi che la Regione ha messo a disposizione dei 38 distretti sociosanitari: per un totale di 16.737 dispositivi.
I numeri dell’iniziativa
Grazie al progetto, sono stati consegnati complessivamente, da Piacenza a Rimini, 16.737 dispositivi a 15.070 studenti e studentesse: 11.070 sono iscritti a 1.443 scuole di ogni ordine e grado, i rimanenti 4.000 a enti di formazione professionale.
Per quanto riguarda le fasce di età, il 32% dei beneficiari all'atto dell'acquisto frequentava le scuole primarie, il 24% le scuole secondarie di primo grado (le vecchie scuole medie), e il restante 44% aveva più di 14 anni ed era iscritto alle scuole secondarie di secondo grado (superiori) o agli enti di formazione professionale.
Per il 57% si è trattato di maschi e per il 43% di femmine; da un punto di vista sociografico, i beneficiari provengono da famiglie numerose (in media con più di 4 componenti) e in difficoltà economiche (nell’80% dei casi, l’Isee è inferiore ai 13mila euro).
Le risorse assegnate
Per l’iniziativa sono stati stanziati in totale 6 milioni di euro: 3,5 milioni di risorse regionali (destinati agli interventi sulle scuole primarie, secondarie di I e II grado), 1,5 milioni dal Fondo sociale europeo (per gli interventi rivolti agli enti di formazione professionale) e 1 milione finanziato da Zanichelli Editore (a beneficio delle scuole primarie).
Ogni territorio ha potuto scegliere la modalità più idonea per l’assegnazione: c’è chi ha scelto il bando e chi invece ha adottato la procedura diffusa, stilando graduatorie in collaborazione con i servizi sociali e le scuole. Ci sono state differenze tra le province anche nell’erogazione: alcuni distretti hanno optato per la centralizzazione della procedura d’acquisto, altri per l’emissione di voucher, altri ancora hanno lasciato autonomia alle scuole.
La suddivisione dei contributi, per provincia
Per quanto riguarda la suddivisione sui territori, la provincia con più beneficiari è stata quella di Bologna (2.163 studentesse e studenti), seguita da Modena (1.785), Reggio Emilia (1.333), Parma (1.220), Forlì-Cesena (1.155), Rimini (978), Piacenza (915), Ferrara (809) e Ravenna (712). A questi si devono poi aggiungere 4.000 ragazze e ragazzi che frequentano gli istituti di formazione professionale presenti sul territorio regionale.
Criteri per l’assegnazione delle risorse
I criteri più utilizzati per stilare le graduatorie sono stati: minori d’età in strutture di accoglienza; minori d’età in situazioni di affido; minori d’età con disabilità certificata; minori d’età con BES (bisogno educativo speciale) e DSA (disturbo specifico di apprendimento); nuclei familiari con più figli in età scolare; nuclei familiari in situazione di “disagio digitale”, cioè con figli privi di dispositivi o con dispositivi inadatti alla Dad/senza connessione internet o con connessione internet inadatta alla Dad; minori d’età che non hanno partecipato (o hanno partecipato con grande difficoltà) alla Dad del primo lockdown; Isee; nuclei familiari in difficoltà economica; restituzione comodato d’uso in favore di dispositivi in proprietà; difficoltà sociali, culturali ed educative.
Il commento dell'AssessorePaola Salomoni
"Questa iniziativa contro il divario digitale - ha dichiarato Paola Salomoni, Assessore regionale all'Agenda Digitale - è nata per dare una risposta immediata ai bisogni degli alunni e delle famiglie, ma non è mai stata intesa come una misura emergenziale. Dobbiamo essere capaci di guidare la transizione tecnologica, valorizzando l’informatica come strumento, e per farlo è necessario che nessuno studente sia lasciato indietro per carenze di risorse.
Grazie alle risorse regionali, al Fondo Sociale Europeo e al prezioso supporto di Zanichelli Editore, che ringrazio ancora una volta anche per l’esempio di collaborazione virtuosa tra pubblico e privato, abbiamo aiutato migliaia di studenti con le loro famiglie, garantendo un accesso sempre più equo alle opportunità formative ed educative".
Transizione digitale: patto tra Emilia-Romagna e Québec per investire nell’intelligenza artificiale
La Regione Emilia-Romagna e il Québec uniscono i propri sforzi per ampliare gli orizzonti applicativi dell’intelligenza artificiale. In occasione della terza edizione del “Canada-Italy Business Forum on Artificial Intelligence”, svoltasi in modalità virtuale, i due governi territoriali hanno sottoscritto un accordo di collaborazione, formulando l’impegno a finanziare in maniera congiunta nuovi progetti negli ambiti dell’alta formazione e della ricerca pubblico-privato.
Lo scopo è sostenere iniziative che possano avere ricadute e applicazioni concrete nei settori della salute, della mobilità e dello sviluppo sostenibile. Per la definizione e selezione delle idee da sviluppare, è previsto l'utilizzo di una piattaforma collaborativa.
Nell’ambito dell’accordo, si valuta anche l’ipotesi di allargare le collaborazioni in materia allo Stato del Canada, alle Regioni Lombardia e Piemonte e ad altri partner europei dell’Emilia-Romagna, quali la Nuova Aquitania, la Catalogna e l’Assia.
“Il Canada è leader mondiale dal punto di vista scientifico e nella creazione di un ecosistema dedicato all’intelligenza artificiale, con grandi centri di ricerca - ha dichiarato il Presidente regionale Stefano Bonaccini annunciando l’intesa - una realtà di straordinario interesse per il nostro territorio e il nostro Paese, visto che nella Data Valley dell’Emilia-Romagna si concentrerà oltre l'80% della potenza di calcolo nazionale e il 20% di quella europea, grazie al Tecnopolo di Bologna. Trovo quindi naturale, e allo stesso tempo fondamentale, un asse italo-canadese sull’intelligenza artificiale, ben inserito nella strategia Unione europea-Canada che il Forum sta perseguendo.
Il futuro della nostra società - ha aggiunto- dipende dalla nostra capacità di guidare l’innovazione e il cambiamento attraverso gli strumenti della democrazia, della partecipazione e del dialogo. Sanità e lotta alla pandemia, transizione digitale ed ecologica, sono assi strategici di un impegno politico che vogliamo condividere col Canada e il Governo del Québec in particolare”.
DATI PER CONTARE: il 30 novembre una giornata sulle statistiche e gli indicatori di genere
Come dimostrano i 72 indicatori trasversali segnalati dall'Agenda 2030 dell'ONU, raccogliere i dati di genere è un obiettivo necessario e urgente: per misurare l'impatto delle politiche di genere sulle politiche pubbliche, e per trasformare le promesse in realtà, anche in vista dell'arrivo dei fondi del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
In considerazione di ciò, la Regione Emilia-Romagna e Period think tank organizzano “DATI PER CONTARE Statistiche e indicatori di genere per un PNRR equo”, giornata di approfondimento in programma martedì 30 novembre a Bologna.
L’evento si terrà dalle 9 alle 18 presso la Sala 20 maggio 2021, in Viale della Fiera 8, articolandosi in una sessione plenaria, in programma nella mattinata e dedicata all’approfondimento di quattro tematiche, e quattro tavoli di lavoro pomeridiani, ai quali seguirà un ulteriore momento di restituzione e conclusione in plenaria.
Ore 9.30 Saluti istituzionali
Ore 9.45 Introduzione e apertura lavori
Ore 10.45-13.00 Approfondimenti in sessione plenaria:
- Open data e monitoraggio civico in vista del PNRR
- Dati e indicatori per valutare l’impatto di genere nel PNRR
- Azioni e impegni delle Regioni per l’equità di genere
- Azioni e impegni dei Comuni per l’equità di genere
Ore 14.00-17.00 Tavoli di lavoro
Saranno composti in modo plurale ed eterogeneo al fine di creare opportunità di confronto tra istituzioni e soggetti portatori di interessi e che lavorano con i dati a diversi livelli di governo. I gruppi saranno organizzati intorno a quattro tavoli tematici:
- Gender procurement e sistema di certificazione di parità di genere
- Occupazione, reddito ed equilibri vita-lavoro
- Stereotipi di genere e segregazione nei percorsi formativi e professionali
- Benessere abitativo, salute e welfare di prossimità
Ore 17.15 Report Tavoli di lavoro
Ore 17.45 Conclusioni
Consulta il programma completo.
Per partecipare ai lavori è richiesta l’iscrizione online.
Le sessioni plenarie saranno trasmesse anche in diretta streaming, su Facebook e YouTube.
Città digitali: l’Emilia-Romagna ai vertici del report nazionale Icity Rank 2021
L’Emilia-Romagna conferma la propria immagine di territorio fortemente vocato all’innovazione, e le sue città si pongono alla guida delle realtà d’eccellenza sul fronte della trasformazione digitale. È l'immagine positiva restituita da Icity Rank 2021, report realizzato su iniziativa di FPA, per fare il punto sui livelli di digitalizzazione raggiunti dalle principali città del Paese.
La ricerca valuta il posizionamento digitale di tutti Comuni capoluogo italiani, proponendo una media del loro stato di avanzamento e innovazione nei seguenti settori: disponibilità dei servizi pubblici online, disponibilità di app di pubblica utilità, integrazione delle piattaforme digitali, utilizzo dei social media, rilascio degli open data, trasparenza, implementazione di reti wifi pubbliche e diffusione delle tecnologie di rete.
Nella top ten sono tre le città della regione presenti: Bologna, al terzo posto del podio che vede Firenze e Milano nelle due posizioni di vertice, Modena, quarta ex aequo con Bergamo, e Parma, in decima posizione. Allargando poi lo sguardo fino alla 22esima posizione, nel perimetro delle realtà che i curatori dello studio classificano come “città digitali”, figurano anche Reggio Emilia (11esima) e Rimini (16esima).
“Le prime 22 città della classifica sono le ‘città digitali’ - spiega il Direttore generale di FPA Gianni Dominici - quelle che utilizzano in modo diffuso, organico e continuativo le nuove tecnologie nelle attività amministrative, nell’erogazione dei servizi, nella raccolta ed elaborazione dati, nell’informazione, nella comunicazione e nella partecipazione, e per portare avanti processi di innovazione istituzionale, culturale ed organizzativa al fine di migliorare la qualità della vita e dei servizi funzionali, i livelli di occupazione e la competitività, come risposta ai bisogni delle generazioni attuali e future, garantendo la sostenibilità economica, sociale e ambientale dello sviluppo urbano. Sono città che possono diventare ‘piattaforma’, creando le condizioni per lo sviluppo economico e sociale dei loro territori grazie al digitale”.
Per quanto riguarda le altre città capoluogo dell’Emilia-Romagna sottoposte a monitoraggio, Piacenza si posiziona 25esima, Ravenna 30esima, Forlì 39esima e Ferrara 42esima.
Tra le principali tendenze riscontrate in occasione dell’ultima rilevazione, spicca l’assestamento generale seguito alla forte accelerazione digitale causata dalla pandemia, pur contraddistinto da fenomeni importanti come la diffusione dell’APP IO e dello SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, e l’attivazione dei servizi dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente.
“Questa situazione - si legge nella sintesi del report - ha portato a una polarizzazione: da una parte città che hanno continuato a sviluppare i processi di innovazione, dall’altra città che hanno rallentato. Da un lato, le ‘città digitali’, che si collocano quasi sempre nella parte elevata delle graduatorie degli 8 indici di ICity Rank e mai nella parte più bassa; dall’altro lato, una ventina di comuni quasi sempre nella parte più bassa delle classifiche”.
Le Smart City delle donne: Piacenza ospita il terzo incontro di Women in Tech
Le città non potranno dirsi realmente smart, né inclusive, fino a quando continueranno a essere progettate seguendo visioni tecnologiche che privilegiano il vissuto maschile, a scapito dei bisogni femminili. Giovedì 2 dicembre si ritorna a parlare di divari digitali di genere con il terzo appuntamento del ciclo Women In Tech, promosso dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito dell’Agenda Digitale Data Valley Bene Comune e in collaborazione con la rete regionale dei Laboratori aperti, per fare il punto su quanto la rivoluzione tecnologica in atto, all’apparenza neutra e di per sé positiva a prescindere, rischi di perpetuare e in alcuni casi consolidare le disuguaglianze tra uomini e donne.
L’appuntamento del 2 dicembre è il terzo del ciclo di incontri. Si svolgerà a partire dalle 11.30 presso il Laboratorio aperto di Piacenza, nell’ex Chiesa del Carmine, e sarà dedicato al tema “Intelligenti e inclusive: le smart city delle donne”. Dopo i saluti istituzionali di Giacomo Frattola, Senior innovation officer del Laboratorio aperto, a dialogare con l’Assessore regionale all’Agenda Digitale Paola Salomoni saranno Elena Baio, Vicesindaco e Assessore alla Smart City del Comune di Piacenza, e Flavia Marzano, consulente e docente universitaria esperta di trasformazione digitale e lavoro agile. Moderatrice dei lavori Marta Pellegrino, Head of operations Laboratori aperti Emilia-Romagna.
Il confronto sarà dedicato agli squilibri di genere che si annidano nella progettazione e realizzazione di città intelligenti “a misura d’uomo”, perché basate sull’utilizzo di piattaforme tecnologiche per lo più sviluppate e gestite da uomini e per questo tendenzialmente orientate a privilegiare le prospettive e le necessità maschili, a scapito di quelle femminili.
Il caso classico è quello della mobilità. La disponibilità di grandi quantità di dati digitali dovrebbe permettere di ripensare l’organizzazione e la gestione dei flussi di spostamento e dei servizi di trasporto in maniera più efficace ed efficiente, mettendo al centro i bisogni delle persone. Ma cosa avviene se le metodologie di produzione, raccolta e analisi dei dati da parte degli algoritmi di intelligenza artificiale si basano su logiche maschiliste e discriminatorie? Accade ad esempio che gli sforzi di programmazione e investimento si concentrino in particolare sulle traiettorie “verticali”, lungo gli assi che mettono in connessione le aree periferiche e quelle centrali, percorsi in prevalenza dagli uomini nei tragitti casa-lavoro, con una conseguente sottovalutazione delle direttrici “orizzontali”, ad esempio tra diversi quartieri residenziali, più comunemente battute dalle donne nelle proprie routine quotidiane, scandite da una maggiore alternanza tra attività di cura e assistenza e mansioni lavorative.
A questa distorsione, tanto difficile da cogliere senza un’adeguata conoscenza dei meccanismi di funzionamento delle piattaforme tecnologiche quanto penalizzante per le donne, se ne sommano diverse altre, ad esempio nei settori della sanità, del welfare e della sicurezza, portando allo sviluppo di città intelligenti di nome ma non di fatto, perché non in grado di assicurare una reale parità di genere.
Parità che sarà possibile raggiungere solo mettendo al centro approcci e prospettive alternative, puntando ad esempio sui modelli di pianificazione urbana che a Vienna, anche grazie all’adozione di strumenti di democrazia partecipativa e di innovative tecniche di raccolta disaggregata dei dati per genere, hanno portato alla progettazione di servizi, e in alcuni casi di interi quartieri “women oriented”, perché pensati in funzione delle loro principali esigenze e aspettative.
È anche di esperienze e iniziative di questo genere che si avrà modo di parlare in occasione dell’incontro di Piacenza, che sarà possibile seguire in presenza, iscrivendosi online, o in diretta live, sul sito www.digitale.regione.emilia-romagna.it, sui canali Facebook e YouTube di ADER, Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna e su Lepida TV (YouTube e canale 118 del digitale terrestre).
Come sempre, in vista del suo svolgimento, chiunque interessato potrà formulare spunti e domande da sottoporre all’attenzione delle relatrici, direttamente online, o anche prima dei lavori scrivendo all’indirizzo segreteria@absolutgroup.it.
Mercato del lavoro e disuguaglianze di genere: a Rimini il secondo appuntamento di Women in Tech
Giovedì 25 novembre presso il Laboratorio Aperto Rimini Tiberio si terrà “Le donne invisibili: mercato del lavoro e disuguaglianze di genere”, secondo appuntamento del ciclo “Women in Tech”, promosso nell’ambito delle attività di Data Valley Bene Comune, l’Agenda Digitale della Regione Emilia-Romagna, con la collaborazione della Rete regionale dei Laboratori aperti, per fare il punto sulle varie manifestazioni dei divari digitali di genere.
I lavori si terranno a partire dalle 17.30, con un dialogo sul tema tra Azzurra Rinaldi, docente di Economia Politica e Presidente del Corso di Laurea in Economia delle Aziende Turistiche presso l’Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza, e Paola Salomoni, Assessore all’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna. I lavori saranno introdotti da Carlotta Frenquellucci, Creative Manager del Laboratorio Aperto Rimini Tiberio e a seguire la moderazione sarà affidata a Valentina Ridolfi, coordinatrice dei progetti del Piano Strategico di Rimini.
Al centro dell’attenzione, le disparità di genere in termini di accesso, retribuzione, tutele e opportunità di carriera che continuano a caratterizzare il mondo del lavoro, tendendo a riprodursi, e talvolta ad acuirsi, in alcuni settori professionali legati allo sviluppo dell’economia digitale.
Stando ad esempio a quanto riportato nell’edizione 2020 del report Global Gender Gap a cura del World Economic Forum, l’88% delle posizioni lavorative esistenti al mondo nel settore del cloud computing, l’85% di quelle del settore engineering e il 74% di quelle relative all’indotto dei dati e dell’intelligenza artificiale sono occupate da uomini. Un dato preoccupante, perché certifica la grande difficoltà di accesso delle donne ad alcune delle professioni di maggiore prospettiva dell’odierno mercato del lavoro, e smentisce al tempo stesso il luogo comune secondo il quale il digitale sarebbe sempre e comunque un volano di inclusione ed equità.
Nell’edizione successiva del 2021, lo stesso Global Gender Gap ha confermato che il traguardo della parità economica tra uomini e donne resta ancora molto distante. Ai ritmi attuali di riduzione dei divari, bruscamente rallentati dalla crisi pandemica che ha avuto ripercussioni negative soprattutto sul vissuto lavorativo delle donne, occorreranno più di 267 anni per arrivare al totale annullamento delle differenze economiche tra i generi.
Per l’Italia inoltre, in riferimento ad alcune variabili le stime sono ancora più pessimistiche. Nell’elenco dei 156 Paesi monitorati dallo studio, il nostro Paese si posiziona al 114esimo posto per l’aspetto della parità economica, scivolando fino al 127esimo se si concentra l’attenzione sulla parità salariale, con una differenza di oltre 20.000 dollari tra il reddito medio degli uomini e quello delle donne. Conferme in tal senso sono arrivate di recente anche dall’Osservatorio lavoratori dipendenti dell’Inps, secondo il quale nel 2020 la retribuzione delle donne è stata del 31,2% inferiore rispetto a quella degli uomini.
Di questi e molti altri dati si discuterà in occasione dell’evento di Rimini, cercando di interrogarsi sulle misure normative, gli incentivi e le altre soluzioni che le istituzioni pubbliche e il mondo dell’imprenditoria possono mettere in campo, e in alcuni casi stanno già attuando, per modificare uno stato dell’arte che, oltre a penalizzare pesantemente le donne, ha ricadute estremamente negative sui sistemi economici e sociali nella loro interezza.
Il rapporto internazionale “Why Diversity Matters”, condotto da McKinsey, stima ad esempio che una maggiore presenza femminile negli ambiti lavorativi a vocazione tecnologica e digitale potrebbe portare a una crescita del PIL europeo pro-capite pari al 2,2-3% per i prossimi 30 anni. Considerazioni alle quali fanno eco le conclusioni dello studio “The Costs of Exclusion: Economic Consequences of the Digital Gender Gap”, a cura della World Wide Web Foundation. “Senza la piena partecipazione delle donne - scrivono i curatori - un'economia digitale non può raggiungere il suo massimo potenziale. Perché l’inclusione digitale non è solo una buona politica, è anche una buona economia.”
Per partecipare all’evento di Rimini è richiesta l’iscrizione online, compilando un apposito modulo. I lavori saranno trasmessi anche diretta live, sul sito www.digitale.regione.emilia-romagna.it, sui canali Facebook e YouTube di ADER, Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna e su Lepida TV (YouTube e canale 118 del digitale terrestre).
In vista del suo svolgimento, chiunque interessato potrà formulare spunti e domande da sottoporre all’attenzione delle relatrici scrivendo all’indirizzo segreteria@absolutgroup.it .
Certificati online e gratuiti: tutti i 328 Comuni dell’Emilia-Romagna nell'Anagrafe nazionale popolazione residente
Obiettivo centrato per la Regione Emilia-Romagna: il 100% dei suoi 328 Comuni sono registrati su ANPR, l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente, e quindi tutti i cittadini hanno da oggi la possibilità di leggere, scaricare e stampare i propri dati anagrafici direttamente da casa, in modo autonomo, semplice e gratuito, senza la necessità di recarsi allo sportello e pagare il bollo. Per sé, e anche per un proprio familiare, visto che i certificati possono essere rilasciarti anche in forma contestuale. E la stessa opportunità è accessibile anche alle imprese e agli enti pubblici e privati.
Per caricare i certificiati, è sufficiente accedere alla piattaforma www.anagrafenazionale.interno.it, disponibile anche all'indirizzo www.anagrafenazionale.gov.it, accedendo via SPID- il Sistema Pubblico di Identità Digitale, utilizzando in alternativa la Carta d’Identità Elettronica (CIE) rilasciata dal Comune proprio di appartenenza, o ancora servendosi di una Smartcard che risponda ai requisiti della Carta Nazionale dei Servizi (CNS).
Cosa c’è nell’Anagrafe digitale
Tramite l’Anagrafe è possibile visionare le proprie generalità, la composizione della famiglia e gli estremi dell’atto di nascita, ma anche stampare autocertificazioni sostitutive delle certificazioni anagrafiche, richiedere cambi di residenza e certificati online; e ancora, per i residenti nei Comuni che hanno già attivato la procedura, si possono inoltrare rettifiche dei dati non più aggiornati.
In particolare, per i cittadini sono al momento 14 i certificati che si possono scaricare: anagrafico di nascita, anagrafico di matrimonio, di cittadinanza, di Esistenza in vita, di Residenza, di Residenza AIRE, di Stato civile, di Stato di famiglia, di Residenza in convivenza, di Stato di famiglia AIRE, di Stato di famiglia con rapporti di parentela, di Stato Libero, Anagrafico di Unione Civile, di Contratto di Convivenza.
Obiettivo dell’ANPR è anche quello di raccogliere in un’unica banca dati le identità digitali dei cittadini italiani - i 4.857.149 dell’Emilia-Romagna ci sono tutti - per semplificare e standardizzare le procedure, ma anche per offrire servizi facili, accessibili, efficienti e sicuri.
Tra i vantaggi del sistema, l’interoperabilità tra diversi enti, che evita al cittadino di dover comunicare a ogni ufficio della Pubblica amministrazione i propri dati anagrafici o il cambio di residenza; inoltre, sempre grazie all’interoperabilità, gli enti possono a loro volta condividere in maniera più immediata, sicura ed efficiente i dati necessari alla fornitura di servizi e prestazioni, con ritorni molto positivi dal punto di vista dello snellimento dei processi amministrativi: migliorano quindi i servizi erogati, si minimizza il rischio di errori e si azzerano i tempi di attesa.
"Con il 100% dei Comuni emiliano-romagnoli presenti su ANPR e con gli oltre 4,8 milioni di identità digitali dei nostri concittadini già raccolte nella banca dati dell’Anagrafe nazionale - hanno dichiarato Paola Salomoni e Paolo Calvano, Assessori all'Agenda Digitale e al Bilancio e Riordino istituzionale - la nostra regione si è fatta trovare pronta all’appuntamento di oggi. Un'innovazione importante per la semplificazione burocratica e la digitalizzazione, destinato a cambiare in meglio il rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione, favorendo un accesso rapido e gratuito a documenti di cui tanto i cittadini quanto le imprese possono avere quotidianamente bisogno. Ringraziamo tutti i Comuni, che hanno fatto un ottimo lavoro affinché tutto potesse essere pronto al via del nuovo servizio".
Data stories: giovedì 18 novembre il primo appuntamento del ciclo Women in Tech
I dati non potranno mai dirsi realmente open, nel senso di aperti e inclusivi, fino a quando verranno raccolti e analizzati senza un’adeguata considerazione delle ottiche di genere. A questo assunto di fondamentale importanza, quasi sempre ignorato a scapito di un’acritica esaltazione del concetto di big data, sarà dedicato “Data Stories: i dati raccontano la vita delle donne?”, primo appuntamento del ciclo di incontri Women in Tech, organizzato dalla Regione Emilia-Romagna, nell’ambito delle attività dell’Agenda Digitale Data Valley Bene Comune, e con la collaborazione della Rete regionale dei Laboratori aperti, per fare il punto sulle varie manifestazioni dei divari digitali di genere.
L’evento si terrà giovedì 18 novembre, dalle 17.30 alle 19.00, presso il Laboratorio aperto di Ferrara, nell’Ex Teatro Verdi. Dopo i saluti istituzionali di Micol Guerrini, Assessore alle Politiche Giovanili, Cooperazione Internazionale e Servizi Informatici del Comune di Ferrara, sarà Barbara Leda Kenny, Senior Gender Expert presso la Fondazione Giacomo Brodolini, a moderare il dialogo sul tema tra Ivana Bartoletti, fondatrice del Women Leading in AI Network ed esperta internazionale di policy ed etica dei big data e dell’intelligenza artificiale, e Paola Salomoni, Assessore all’Agenda Digitale della Regione Emilia-Romagna.
Al centro della discussione, il concetto di dati di genere, orizzonte al quale bisogna aspirare per far sì che le donne possano fruire di uguali diritti e opportunità dai sempre più diffusi e rilevanti processi di generazione, raccolta, analisi e riuso dei dati per le più svariate finalità, tra cui la progettazione dei servizi e le scelte in materia di destinazione della spesa pubblica.
Le parole chiave che orienteranno il confronto saranno l’invisibilità del vissuto femminile, fenomeno all’origine di meccanismi di produzione e valorizzazione dei dati a partire dalla considerazione delle sole esigenze maschili, e lo scollamento tra mondo reale e intelligenza artificiale, causato dalla tendenza degli algoritmi di machine learning ad amplificare e automatizzare questi squilibri, perché di norma alimentati con dati parziali e incompleti, prevalentemente “a misura d’uomo”, e per lo stesso modo in cui vengono concepiti e sviluppati, da un settore professionale nel quale la presenza femminile è fortemente minoritaria.
Dal punto di vista propositivo e delle soluzioni, le relatrici si confronteranno sulla necessità di tendere a una maggiore equità degli algoritmi, definendo meccanismi di valutazione e certificazione che permettano di rendere le loro logiche di funzionamento più trasparenti e comprensibili, e quella altrettanto fondamentale di ripensare l’intera “filiera dei dati” mettendo al centro i principi e gli strumenti della valutazione di impatto di genere, affinché si possa disporre di criteri oggettivi per verificare se e quanto le politiche pubbliche e le altre iniziative che si basano sulla loro valorizzazione abbiano reali effetti positivi dal punto di vista delle pari opportunità e dell’affermazione dei diritti delle donne.
L’evento potrà essere seguito sia in presenza, previa iscrizione online, sia in diretta live sul sito www.digitale.regione.emilia-romagna.it, sui canali Facebook e YouTube di ADER, Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna e su Lepida TV (YouTube e canale 118 del digitale terrestre).
In vista del suo svolgimento, chiunque interessato potrà formulare spunti e domande da sottoporre all’attenzione delle relatrici scrivendo all’indirizzo segreteria@absolutgroup.it.
Al termine dell’incontro, i partecipanti all’evento in presenza potranno assistere alle proiezioni immersive di Galaxy Network - VR Exhibition Autunno 2021, la prima edizione del Festival Internazionale del Cortometraggio in Realtà Virtuale, in svolgimento dal 17 al 21 novembre presso il Laboratorio aperto di Ferrara e in contemporanea a Milano, Berlino, Mosca, Barcellona, Istanbul e Parigi.
Mappe, documenti, interviste e notizie: online il nuovo sito tematico delle Agende Digitali Locali dell’Emilia-Romagna
Sul sito dell’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna è online un nuovo sottosito tematico dedicato alle Agende Digitali Locali, gli strumenti di programmazione promossi su iniziativa dei Comuni o delle Unioni di Comuni per favorire i processi di innovazione digitale nei territori. La sezione permette di accedere a tutte le informazioni di contesto sulle modalità organizzative e di metodo adottate per la loro realizzazione, e offre contenuti e materiali di dettaglio sulle iniziative realizzate, attualmente in corso, o in via di definizione, anche attraverso interviste video agli amministratori locali, notizie, infografiche e altre tipologie di approfondimenti editoriali.
Le Agende Digitali Locali vengono promosse con il supporto dell’Agenda Digitale dell'Emilia-Romagna, e fanno di questa politica il proprio principale modello di riferimento. Per questo motivo, gran parte delle esperienze attualmente in corso è animata dalla volontà di declinare anche su scala locale i principali obiettivi perseguiti per il quinquennio 2020-2025 con Data Valley Bene Comune, la strategia regionale che punta a conciliare un’innovazione avanzata e di eccellenza con la sostenibilità e l’inclusione, di modo che tutti i cittadini, in tutti i territori, possano fruire in egual misura dei vantaggi derivanti dagli sviluppi della società dell’informazione.
Nella nuova home page tematica, questo legame di “filiazione” dalla politica regionale viene evidenziato con rimandi a pagine informative sulla strategia complessiva che ispira la realizzazione delle Agende Digitali Locali, gli iter e gli strumenti che portano alla loro attuazione, tra cui anche appositi percorsi partecipati, e le principali progettualità che sono state già messe in atto, in molteplici casi da parte di più territori, per tradurne i principi in linee d’azione e risultati concreti.
In aggiunta a questi elementi di contesto, la nuova sezione permette di accedere a una mappa delle Agende Digitali Locali che offre una visione d’insieme e aggiornata delle esperienze realizzate e già concluse, in corso e attualmente in via di definizione. Per ognuna di esse, la mappa permette di accedere ad apposite pagine di dettaglio, all’interno delle quali sono disponibili contenuti descrittivi, i profili digitali degli enti elaborati durante le fasi di progettazione delle Agende, documenti e atti a carattere ufficiali, e link a materiali e risorse esterne consultabili con finalità di approfondimento.
Il nuovo sottosito è stato realizzato anche con lo scopo di dare voce ai principali protagonisti delle Agende Digitali Locali. Per questo motivo, periodicamente saranno realizzate e pubblicate interviste video ai Sindaci e agli amministratori locali, raccogliendo le loro testimonianze sulle caratteristiche ed esigenze digitali dei propri territori, le modalità con le quali vengono progettate e attuate le programmazioni locali in materia di innovazione, e i principali obiettivi e risultati che ci si prefigge di ottenere. In aggiunta a ciò, è prevista anche la pubblicazione di notizie, approfondimenti, infografiche e altre tipologie di contenuti che permettano di rimanere aggiornati sui principali elementi di novità e caratterizzazione delle singole Agende Locali, sulla strategia regionale che fa da cornice alla loro realizzazione e sugli sviluppi nazionali e internazionali in materia di digitale e innovazione che possono offrire degli interessanti spunti per inquadrare e contestualizzare meglio il senso di quanto promosso e realizzato nei territori.
Le prime interviste video sono dedicate alle Agende Digitali Locali delle Unioni dei Comuni della Valle del Savio, in provincia di Forlì-Cesena, e delle valli Valnure e Valchero, in provincia di Piacenza. I contributi sono già pubblicati nelle pagine di dettaglio delle Agende, nel contenitore “La Parola ai protagonisti” e nella home page tematica del sottosito, dove tutti i video, le news e gli approfondimenti editoriali in via di realizzazione saranno automaticamente ripresi, di modo da ampliare la loro visibilità. Per lo stesso motivo, le interviste e parte degli altri contenuti prodotti saranno rilanciati anche nella home page del sito dell’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna e sui suoi canali Facebook e Twitter.
Emilia-Romagna: rilasciato un milione di identità digitali SPID. Ed è boom di accessi ai servizi online
Accedere al proprio Fascicolo Sanitario Elettronico per prenotare una visita, usufruire dei servizi erogati dall’INPS, oppure pagare un servizio reso dalla Pubblica Amministrazione attraverso la piattaforma PagoPA: per far questo è necessario avere lo SPID, cioè il Sistema Pubblico di Identità Digitale, che rende possibile accedere ai servizi online della pubblica amministrazione e dei privati aderenti.
E l’Emilia-Romagna si conferma una terra sempre più iperconnessa: a testimoniarlo c’è anche la cifra simbolo di un milione di identità digitali SPID già erogate da Lepida, la società in house della Regione per l’infrastrutturazione digitale.
Meno di un anno fa, a gennaio 2021, le identità SPID rilasciate da Lepida superavano di poco le 500mila unità, mentre a inizio 2020 non arrivavano a 150mila. Un aumento significativo e costante, dovuto da una parte alla svolta normativa che ha visto lo SPID, insieme alla Carta di Identità Elettronica e all Carta Nazionale dei Servizi, diventare l’unico strumento di accesso ai servizi online degli Enti locali; dall’altra alla facilità di rilascio che può garantire una rete di più di 2.330 sportelli presenti sul territorio, anche in convenzione con diversi enti e associazioni.
Non solo: per sostenere questi processi di innovazione, dopo il rilascio la Regione accompagna i cittadini in un percorso di educazione informatica con il progetto ‘Digitale Comune’: ogni settimana sono in programma lezioni online su come usare lo SPID e l’app dei servizi pubblici IO. Tra le ultime categorie incluse nell’iniziativa, le persone con difficoltà uditive, per le quali sono state registrate apposite lezioni nella lingua dei segni.
Insieme al numero di SPID, cresce di pari passo anche l’utilizzo dei servizi online. Sono infatti più di 36 milioni gli accessi ai servizi digitali effettuati in Emilia-Romagna con identità digitale LepidaID. L’’attività più frequente è l’accesso al Fascicolo Sanitario Elettronico, seguito dai servizi INPS e da PagoPA, l’applicazione per i pagamenti alle pubbliche amministrazioni.
“La nostra Agenda Digitale indica una direzione ben precisa, già dal nome ‘Data Valley Bene Comune’: una regione dove tutti i servizi sono a portata di ogni cittadino in qualunque momento - afferma l’Assessore all’Agenda digitale Paola Salomoni - L’importante diffusione tra gli emiliano-romagnoli dell’identità digitale è un passaggio importante che la Regione ha sostenuto facilitando da una parte l’erogazione ma soprattutto garantendo che nessuno restasse escluso, grazie alla quantità di lezioni e corsi che vengono offerti sull’uso dell’identità digitale”.
Al via Women in Tech: quattro incontri al femminile per riconoscere e contrastare i gender digital gap
Un’iniziativa per riflettere su come i divari di genere si stanno riverberando e consolidando anche nei molteplici ambiti della vita digitale, analizzare le loro cause e provare a immaginare soluzioni correttive che permettano di contrastarli. Con il duplice scopo di affermare pari diritti e opportunità digitali per le donne, e avvalersi del loro fondamentale contributo per la costruzione di una società dell’informazione più equa e inclusiva, e per questo anche più ricca e matura.
Queste le finalità che animano “Women in Tech”, ciclo di 4 incontri ibridi, in presenza e online, in programma tra novembre e gennaio, per parlare di donne e digitale, futuro, sfide e nuovi traguardi da raggiungere sul terreno della parità di genere in Emilia-Romagna, mettendo al centro diverse sfaccettature del digital gap. Dal modo in cui vengono raccolti e analizzati i dati, alle disuguaglianze lavorative che caratterizzano anche le professioni tecnologiche e digitali; dalle prospettive di sviluppo delle cosiddette smart cities, ad oggi per lo più immaginate e costruite a misura d’uomo, alle barriere invisibili, ma estremamente resistenti, che ancora oggi limitano l’accesso femminile ai percorsi formativi e di apprendimento negli ambiti scientifici, tecnologici e digitali.
Women in Tech sarà organizzato dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito delle attività di Data Valley Bene Comune, l’Agenda Digitale 2020-2025, come primo, importante tassello della Sfida di questa politica strategica specificamente dedicata al tema Donne e Digitale, con l’intento di organizzare progettualità e azioni concrete che contrastino gli stereotipi di genere e permettano una maggiore partecipazione dell’universo femminile alla vita digitale e tecnologica del contesto regionale.
Gli incontri saranno organizzati in collaborazione con la Rete dei Laboratori aperti dell’Emilia-Romagna,finanziata dai Fondi europei della Regione Emilia-Romagna - Por Fesr 2014-2020, e si terranno presso i Laboratori aperti di Ferrara, Rimini, Piacenza e Cesena, luoghi di innovazione e condivisione all’interno dei quali si cercherà di mettere in circolo evidenze, idee e proposte, per imprimere un cambio di marcia su ognuno degli specifici aspetti al centro dell’attenzione e del confronto.
In ogni appuntamento, un’esperta della tematica dialogherà con Paola Salomoni, Assessora all’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna, mettendo a disposizione il proprio bagaglio di competenze ed esperienze professionali, per stimolare la Regione, e con essa tutti gli altri attori e soggetti coinvolti nell’iniziativa, a realizzare percorsi e traiettorie d’azione che possano avere ricadute concrete.
Gli incontri si svolgeranno con il seguente programma:
Giovedì 18 novembre, ore 17.30-19 .00 – Laboratorio aperto Ferrara, Ex Teatro Verdi
Data Stories: i dati raccontano la vita delle donnne?
insieme a Ivana Bartoletti, fondatrice del Women Leading in AI Network ed esperta internazionale di policy ed etica dei Big Data e dell’Intelligenza Artificiale.
Guarda la registrazione dell'evento su YouTube
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Giovedì 25 novembre, ore 17.30-19 .00 – Laboratorio aperto Rimini Tiberio
Le donne invisibili: mercato del lavoro e disuguaglianze di genere
Insieme ad Azzurra Rinaldi, docente di Economia Politica e Presidente del Corso di Laurea in Economia delle Aziende Turistiche presso l’Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza.
Guarda la registrazione dell'evento su YouTube
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Giovedì 2 dicembre, ore 11.30-13 - Laboratorio aperto Piacenza, Ex Chiesa del Carmine
Intelligenti e inclusive: le smart city delle donne
insieme a Flavia Marzano, consulente, formatrice e docente universitaria esperta di trasformazione digitale, open government e lavoro agile
Guarda la registrazione dell'evento su YouTube
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Mercoledì 2 febbraio - Laboratorio aperto Cesena, Sala Lignea della Biblioteca Malatestiana
Yes they can: donne competenti e digitali
insieme a Barbara Carfagna, giornalista televisiva e divulgatrice scientifica esperta di politica ed economia digitale.
Guarda la registrazione dell'evento su YouTube
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Tutti gli appuntamenti in programma potranno essere seguiti sia in presenza, iscrivendosi tramite form on line che verranno comunicati di volta in volta dagli organizzatori, e nel rispetto delle regole di capienza e comportamento attualmente in vigore per far fronte all’emergenza Covid 19, sia online, seguendo la diretta streaming sul sito www.digitale.regione.emilia-romagna.it e sui profili Facebook e YouTube di ADER, Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna.
In vista del loro svolgimento, chiunque interessato potrà formulare spunti e domande da sottoporre all’attenzione delle relatrici scrivendo all’indirizzo segreteria@absolutgroup.it.
Women in Tech: consulta e scarica il save the date dei 4 eventi (201 KB)
Accessibilità e inclusione: la Regione punta sull’intelligenza artificiale per facilitare la lettura dei testi
La Regione Emilia-Romagna punta sulle tecnologie di intelligenza artificiale per informare in maniera più inclusiva e accessibile. Da alcuni giorni, sulle pagine del portale regionale e nella sezione del sito che raccoglie i comunicati stampa dell’ente, è possibile attivare una funzionalità sperimentale di “immersive reader”, lettura immersiva in italiano.
La nuova opzione permette di leggere i testi in modalità agevolata, potendo usufruire di svariate opzioni pensate per aumentare la concentrazione, con particolare beneficio per alcune tipologie di utenti, tra cui persone affette da dislessia, disturbi dell’attenzione o problemi d’autismo, lettori principianti e cittadini di madrelingua non italiana.
Attivando la funzionalità di lettura immersiva, gli utenti possono visualizzare le notizie e gli altri contenuti informativi in una schermata che ne riproduce i soli testi, eliminando le immagini e gli altri elementi grafici e di contesto delle pagine web.
Nella stessa schermata è possibile attivare altre funzionalità, per personalizzare il servizio a seconda delle proprie esigenze. Le opzioni disponibili sono la lettura ad alta voce, femminile o maschile, la scelta della velocità di lettura e di altre variabili come la dimensione e il tipo di carattere, il colore del testo e quello dello sfondo, e ancora le possibilità di attivare la separazione delle sillabe, evidenziare alcuni elementi grammaticali come sostantivi, verbi o aggettivi, visualizzare solo 1, 3 o 5 righe del testo, o mostrare una illustrazione che spieghi il significato di una certa parola. Infine, per gli utenti non madrelingua è possibile attivare la traduzione dei testi, o anche solo di singole parole, in qualsiasi altra lingua.
Presentando la novità, Paola Salomoni, Assessora regionale all’Agenda Digitale ha dichiarato quanto segue: “La lettura immersiva è uno strumento straordinario, certamente per le persone che altrimenti sarebbero impossibilitate a leggere le notizie sul web ma anche per gli altri utenti. Penso per esempio alla possibilità che questa implementazione offre per la traduzione dei testi in tutte le lingue o per la lettura ad alta voce che sono funzioni utili a tutti. In questa prima fase sperimentale ci auguriamo che questo servizio innovativo sia sfruttato in tutte le sue potenzialità, perché l’obiettivo è quello di metterlo a regime e di estenderlo su altri portali e banche dati regionali. Gli investimenti per lo sviluppo dell’accessibilità sono al centro della transizione digitale, perché vogliamo che tutti abbiano gli stessi diritti, e nessuno resti indietro”.
Digital Education Hub: nasce la rete europea di strutture di consulenza nazionali sull’educazione digitale
Nasce il nuovo NAS - National Advisory Services, il network di strutture, istituzioni e/o dipartimenti nazionali chiamati a fornire consulenza in materia di educazione digitale e a implementarne la diffusione all’interno dell’Unione europea. La rete NAS si inserisce nell’ambito del Digital Education Hub, che intende appunto favorire la cooperazione tra tutti gli stakeholder che operano sull'educazione digitale.
Dopo una prima fase esplorativa, che ha raccolto 55 manifestazioni di interesse (con il coinvolgimento di 26 Stati membri), il 28 ottobre si è tenuto online il primo incontro della rete NAS, con l’obiettivo di discutere del suo funzionamento futuro e di individuare i possibili campi di azione.
L’idea è che la rete possa promuovere lo scambio di esperienze in materia di educazione digitale e assicurare la cooperazione transnazionale. La rete NAS potrebbe anche sostenere il lavoro su altre iniziative nell'ambito del piano d'azione per l'educazione digitale, ad esempio il "Dialogo strategico sui fattori abilitanti nell'educazione digitale".
Il NAS dovrebbe riunirsi 2-3 volte all'anno.
Al via il Digital School Bus: la formazione al digitale diventa on the road
L’inclusione e la formazione al digitale si fanno itineranti e viaggiano in minibus per raggiungere le scuole di montagna di alcune aree interne dell’Emilia-Romagna. È questo il senso del progetto Digital School Bus, nato da un’intuizione di Italo Ravenna, maestro elementare ed esperto di media education nativo di Borgo Val di Taro, sviluppato e messo a punto con il contributo di un gruppo di dirigenti scolastici, insegnanti, sindaci e operatori pubblici, e in procinto di partire entro breve, anche grazie ai finanziamenti erogati nell’ambito del progetto Appennino Smart e Aree Interne della Regione Emilia-Romagna.
A bordo di un pullmino elettrico, Ravenna e i suoi collaboratori visiteranno nei prossimi mesi le scuole di montagna dei Comuni delle valli Valtaro, Valceno, Val Nure e Val d’Arda, nelle province di Parma e Piacenza, per coinvolgere alunni e docenti nella realizzazione di progetti di storytelling digitale che raccontino aspetti ed esperienze di queste realtà.
Per farlo, ragazzi e formatori potranno contare sulla disponibilità di tecnologie di ultima generazione. Tra queste, visori di realtà aumentata, videocamere a 360°, robot rover, droni, action cam, set luci con green screen per effetti cinematografici, studio audio per web radio e podcast, iPad con pennino e strumenti di creatività e accessibilità, per permettere anche agli alunni disabili di partecipare all’iniziativa. Lavorando alla realizzazione delle storie, i ragazzi e i loro formatori acquisiranno le competenze di base per l’utilizzo di questi strumenti, e così facendo potranno toccare con mano il potenziale in termini di creatività ed espressione che può derivare dalla loro padronanza.
Il Digital School Bus ha un “progenitore” nobile e famoso. È dopo avere conosciuto l’esperienza del “John Lennon Educational Tour Bus” - studio itinerante no profit per la registrazione di musica, video e videogames, lanciato 23 anni fa su iniziativa di Yoko Ono e tuttora on the road - che Ravenna ha avuto l’idea di proporre un progetto simile per promuovere una nuova e originale idea di formazione al digitale e contrastare al contempo il fenomeno della dispersione scolastica.
Saranno 23 i plessi scolastici, con pluriclassi delle elementari e delle medie, a essere coinvolti nel progetto, che si svilupperà lungo l’arco degli anni scolastici 2021-2022 e 2022-2023, e che - auspicano i promotori - potrà in futuro essere esteso anche ad altri territori.
In una delle tappe inaugurali, programmata il prossimo 13 novembre a Ponte dell’Olio, in Val Nure , è prevista anche la presenza del Presidente della Regione Stefano Bonaccini.
Per informazioni sulle tappe in calendario e tutti gli altri dettagli sul progetto: www.digitalschoolbus.it
Online nuovi contenuti e materiali sul progetto UserCentricities
Perché il concetto di usabilità è fondamentale per migliorare i servizi digitali, quali sono le esperienze più interessanti in tal senso promosse di recente in ambito regionale, e quali i principali benefici che la partecipazione a un progetto europeo in materia può apportare anche su scala locale. Sono questi alcuni dei temi affrontati dai project manager Giovanni Grazia e Stefano Gatti nell’intervista pubblicata online sul sito del progetto europeo UserCentricities, al quale la Regione Emilia-Romagna partecipa, nell’ambito di un consorzio composto da 9 partner, per condividere saperi, esperienze e metodologie che permettano di arrivare alla progettazione di servizi digitali più a misura di città e cittadini.
Finanziato con i fondi del Programma Horizon 2020, il progetto UserCentricities è stato avviato a fine 2020 e, per quanto riguarda la Regione Emilia-Romagna, viene seguito dai componenti dello staff dell’Agenda Digitale. Gli altri partner coinvolti sono le città Espoo (Finlandia), Milano (Italia), Murcia (Spagna), Rotterdam (Paesi Bassi) e Tallinn (Estonia), Eurocities, la principale associazione delle città europee, il centro di ricerca internazionale VTT e il think thank Lisbon Council, che coordina le attività.
Nell’intervista pubblicata online, Giovanni Grazia e Stefano Gatti ricordano, tra le altre cose, che con il lancio di Data Valley Bene Comune, la nuova Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna, la Regione ha rinnovato il proprio impegno sul tema dell’usabilità dei servizi digitali online, dedicando un’apposita sfida alla tematica.
Quanto ai ritorni che si auspica di ottenere dalla partecipazione all’iniziativa, i due project manager sottolineano l’importanza dello scambio di competenze, visioni ed esperienze, anche attraverso la conoscenza di progettualità promosse dagli altri partner, e si dicono certi dell’utilità che potrà derivare dalla realizzazione del principale output di progetto, consistente in una metodologia condivisa di misurazione dei criteri di user-centricity, per la futura ideazione e realizzazione di servizi sempre più a misura di città e cittadini. Infine, sottolineano, sarà importante fare tesoro di questa esperienza anche per condividere i frutti di quanto appreso ed elaborato con altre realtà locali del territorio regionale.
Sempre sul sito di UserCentricities, assieme all’intervista sono stati pubblicati i principali risultati emersi nel corso del workshop pubblico organizzato dalla Regione Emilia-Romagna, nell’ambito delle attività di progetto, lo scorso 25 maggio. L’iniziativa, partecipata da circa 30 dipendenti delle amministrazioni locali dell’Emilia-Romagna che si occupano di progettazione e implementazione di servizi online ai cittadini e alle imprese, era stata promossa in modalità digitale, a causa delle limitazioni imposte dall’emergenza pandemica, con lo scopo di condividere progetti e best practice in materia.
Al via il Festival della Cultura Tecnica 2021
Per un’istruzione di qualità, equa e inclusiva: il Festival della Cultura tecnica 2021 rinnova la propria vocazione a favore della valorizzazione della cultura tecnica, scientifica e tecnologica e si concentra quest’anno sull’obiettivo 4 dell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo sostenibile.
Protagonista di questa edizione, dunque, l’approfondimento del concetto di educazione, intesa come sviluppo e formazione di conoscenze e competenze cognitive, sociali e comportamentali, potenzialità inespresse, ad opera di una molteplicità di soggetti in contesti diversi. Il Festival della Cultura tecnica si fa in questo senso pienamente interprete della varietà e complessità di percorsi educativi disponibili, nell’intento di favorire una riflessione condivisa e di promuovere le esperienze positive realizzate anche nell’ultimo, difficile periodo.
Le 500 iniziative in programma sul territorio regionale, con centinaia di partner coinvolti, propongono una panoramica ampia su tutti gli ambiti e gli aspetti che fanno del binomio “sapere e saper fare” l’ambito su cui puntare per il presente e il futuro delle giovani generazioni.
Si parte mercoledì 20 ottobre e si prosegue fino al 16 dicembre, con seminari, laboratori, convegni ed eventi rivolti a ragazze e ragazzi, famiglie, insegnanti, operatrici e operatori del mondo dell’educazione e della formazione, portatori di interesse e in generale all’intera comunità.
Il primo evento in calendario è la Cerimonia regionale di inaugurazione che coinvolge contemporaneamente la Città metropolitana di Bologna, le Province del territorio regionale, la Regione Emilia-Romagna e l’Ufficio Scolastico Regionale.
Al momento di apertura istituzionale fa seguito la Fiera delle Idee… online, tradizionale appuntamento di avvio per l’edizione metropolitana del Festival che quest’anno si estende a livello regionale, per un catalogo live di oltre 100 Pillole di cultura tecnica: dimostrazioni, esperimenti, simulazioni in peer education per far conoscere il mondo delle discipline STEAM (molte presentazioni saranno caricate anche sul canale YouTube del Festival). Le voci di tutte le province partecipanti potranno essere ascoltate nel quadro d'insieme offerto dalla diretta streaming dell'Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna.
Sempre nella giornata inaugurale si svolge il primo dei cinque incontri del ciclo DAD, didattica a distanza: una, nessuna… o centomila?, dedicato all’impatto della DAD sulle modalità di insegnamento, apprendimento e relazione docenti-studenti e organizzato dalla Città metropolitana di Bologna - Istituzione Gian Franco Minguzzi, in collaborazione con il Comitato scientifico regionale del Festival della Cultura tecnica.
Tra i tanti temi oggetto di approfondimento, il Festival resta inoltre fortemente impegnato nel contrasto ai gap di genere, attraverso la proposta di iniziative contro gli stereotipi e gli altri fattori sociali e culturali che ostacolano le ragazze nella scelta di percorsi scolastici, formativi e professionali dell’area STEAM (Science, Technology, Engineering, Arts and Mathematics).
Tanti gli appuntamenti di questo tipo: dai Technoragazze Days, 50 laboratori per far conoscere e sperimentare alle ragazze i vari settori della tecnica e della scienza, a Women in tech, la rassegna di incontri sul digital gap con cui le donne si confrontano ogni giorno.
A promuovere quest’ultimo percorso è direttamente l’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna, in collaborazione con la Rete dei Laboratori aperti dell’Emilia-Romagna: dal 18 novembre al 9 dicembre, sono in programma quattro eventi ibridi, in presenza e a distanza, ospitati presso i laboratori aperti di Ferrara, Rimini, Piacenza e Cesena. In ogni incontro, l’Assessora all’Agenda digitale Paola Salomoni dialogherà con esperte per aprire il confronto su donne e digitale e sui nuovi traguardi da raggiungere in Emilia-Romagna.
Nato nel 2014, il Festival della Cultura tecnica è promosso dalla Città metropolitana di Bologna ed è parte integrante del Piano Strategico Metropolitano di Bologna. Il Festival è realizzato in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, che co-finanzia il progetto tramite il Fondo sociale europeo, con il Comune di Bologna, le Province di Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini e numerosi altri partner pubblici e privati.
Tutte le novità e gli aggiornamenti sul Festival e sul programma delle iniziative sono disponibili su festivalculturatecnica.it e su er.festivalculturatecnica.it, oltre che sui canali social della manifestazione.
Turismo: i dati dell’Emilia-Romagna in condivisione nel Catalogo Nazionale delle API Pubbliche
Il turismo dell’Emilia-Romagna è sempre più open source. Per prima in Italia, la Regione ha infatti messo in condivisione i propri dati sul turismo con licenza libera e aperta, senza limiti di utilizzo. Ciò avviene attraverso l’ingresso delle informazioni del proprio Portale Turistico Regionale nel Catalogo Nazionale delle API Pubbliche del Dipartimento della Trasformazione Digitale. Le API (acronimo che sta per Application Programming Interface, in italiano interfaccia di programmazione dell’applicazione) sono le interfacce che mettono in collegamento automatico diversi programmi informatici, rendendo possibile lo scambio reciproco di dati.
Grazie a questa novità, d’ora in avanti chiunque interessato potrà avere libero accesso e utilizzo al consistente e variegato patrimonio informativo prodotto e aggiornato con cadenza periodica dalle Redazioni Locali del Sistema Turistico Regionale, sia per scopi privati sia per finalità commerciali, quali ad esempio lo sviluppo di nuovi servizi e applicazioni. Per poterlo fare, l’unico vincolo da rispettare sarà la citazione della fonte di provenienza delle informazioni.
Tra i dati di cui si potrà disporre figurano l’elenco delle 402 località regionali (comprensivo di posizione geografica, descrizione e curiosità), il calendario degli eventi che vi vengono organizzati, informazioni riguardo ai 1.287 punti di turistico del territorio regionale e ulteriori contenuti riferiti a 122 itinerari, 24 località termali, 15 stazioni sciistiche, 22 tra parchi divertimento e avventura e 39 siti della Motor Valley. Un altro database di importanza strategica messo in condivisione è “Dove Dormire”, curato dal Servizio Statistica e Sistemi Informativi Geografici della Regione, contenente informazioni sulle oltre 5.000 strutture alberghiere del territorio.
Tutti i dati vengono rilasciati con licenza libera e aperta CC-BY, e oltre a essere liberamente disponibili e riutilizzabili, potranno anche essere integrati da parte di start-up, aziende del settore e Open Travel Alliance, associazioni no profit che si occupano della standardizzazione dei protocolli di interscambio dati fra gli operatori turistici.
La condivisione delle informazioni turistiche è il nuovo passaggio di una filosofia improntata alla massima apertura che aveva già portato alla creazione della Open Library Emilia-Romagna , il servizio di condivisione delle foto in licenza libera della Regione. Con queste iniziative, si legge in un comunicato di APT Servizi, “si vuole andare incontro al costante aumento della domanda di contenuti digitali e alla proliferazione di nuovi bisogni e modalità di fruizione degli stessi, dando la possibilità a tutti gli operatori interessati di aggregare informazioni condivise, abbattere i costi e aprire la strada allo sviluppo di nuovi servizi e contenuti”.
Nasce "readER", la biblioteca digitale gratuita per tutte le scuole dell’Emilia-Romagna
Aumentare le opportunità di accesso alle fonti di informazione, conoscenza e sapere, creando i presupposti per rendere la scuola sempre più equa e inclusiva. Sono questi i principali obiettivi del progetto "readER", con il quale la Regione Emilia-Romagna estende i servizi digitali offerti del sistema bibliotecario regionale a tutte le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, statali e paritarie, del territorio regionale.
Potendo contare sull’utilizzo gratuito di un’apposita piattaforma, d’ora in poi insegnanti, operatori e studenti avranno l’opportunità di accedere liberamente - 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 - a un vasto patrimonio di fonti e risorse. Tra queste, una collezione di oltre 70.000 ebook (ampliabile) curati dai più importanti editori italiani. E, per gli istituti secondari di secondo grado, una selezione di quotidiani e riviste pubblicati in tutto il mondo, composta da più di 7.000 titoli.
In più e inoltre, la nuova piattaforma renderà disponibili oltre 2 milioni di Open Educational Resources (OER) rilasciati in pubblico dominio o con licenza aperta: materiali in svariati formati, tra cui contenuti audio, immagini e video, appositamente progettati per soddisfare finalità di insegnamento, apprendimento e ricerca.
Il progetto ReadER è promosso dalla Regione Emilia-Romagna e attuato dal Servizio Patrimonio Culturale, con la collaborazione dell’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna, attraverso un apposito gruppo di lavoro incaricato di presidiare l’avvio delle attività e lo sviluppo progettuale.
Per accedere alle risorse messe a disposizione dalle piattaforme delle biblioteche digitali, a partire dal 15 novembre gli istituti scolastici che decideranno di aderire al progetto potranno contare sulla disponibilità di un profilo di servizio personalizzato. In questo modo sarà possibile far fronte in maniera più agevole ai limiti economici e in termini di risorse umane che avevano finora frenato l’adesione delle scuole ai servizi bibliotecari digitali.
Grazie a ciò inoltre, si contribuirà anche a soddisfare in maniera più efficace le esigenze degli istituti, che in particolar modo a partire dall’emergenza pandemica, hanno manifestato un’attitudine sempre più spiccata al reperimento di risorse e contenuti digitali per l’organizzazione di attività e progettualità didattiche e di apprendimento.
Commentando il lancio del progetto, gli assessori regionali Mauro Felicori (Cultura) e Paola Salomoni (Scuola e Agenda Digitale), hanno dichiarato quanto segue: “è una scelta di cui andiamo molto fieri, e per la quale ringraziamo il presidente Bonaccini e l’assessore al Bilancio, Paolo Calvano che ne hanno colto il valore profondo per il diritto allo studio e di contrasto alla diseguaglianza. Grazie a questa misura gli studenti dell’Emilia-Romagna amplieranno a dismisura il numero di testi e di fonti a disposizione, gratis e con facile accesso. Una opportunità tanto più importante tanto minori sono le risorse culturali delle famiglie dei bambini e dei ragazzi.
Di più: il sistema bibliotecario, meno impegnato nel prestito, potrà aumentare la funzione di reference, per le ricerche in rete con la guida dei bibliotecari, e più in generale le biblioteche potranno sviluppare il loro ruolo di centri per l’educazione permanente. La funzione dei bibliotecari si svilupperà in qualità. Già la stagione del Covid aveva portato al raddoppio dell’uso delle biblioteche digitali. Con questa decisione si andrà molto oltre, lungo l’idea di una Emilia-Romagna capitale anche del digitale”.
Piano d'azione per l'istruzione digitale (2021-2027), il 13 ottobre il kick off
I lavori prenderanno il via alla presenza di accademici, professionisti, enti e istituzioni che la scorsa primavera si sono candidati a entrare nel team di esperti sulla lotta alla disinformazione e sulla promozione dell'alfabetizzazione digitale attraverso l'istruzione e la formazione.
Sarà presente all’incontro di kick off, in programma il 13 ottobre, anche Mariya Gabriel, Commissario europeo per l'innovazione, la ricerca, la cultura, l'istruzione e la gioventù.
Obiettivo del nuovo gruppo di lavoro è individuare e redigere, entro l’autunno del 2022, le linee guida a supporto degli insegnanti per il contrasto alla disinformazione e per la promozione dell'alfabetizzazione digitale, da realizzarsi a tutti i livelli di istruzione in modo appropriato all'età e al contesto.
L’azione del gruppo di esperti si inserisce nell’alveo delle iniziative finalizzate all’attuazione del Piano d'azione per l'istruzione digitale (2021-2027), che intende sostenere l'adeguamento sostenibile ed efficace dei sistemi di istruzione e formazione degli Stati membri dell'UE all'era digitale. Due gli asset principali di intervento:
- Lo sviluppo di un ecosistema altamente efficiente di istruzione digitale attraverso infrastrutture, connettività e apparecchiature digitali; capacità digitali e organizzative; insegnanti e personale competenti in tema tecnologico e digitale; contenuti per l’apprendimento di alta qualità, strumenti di facile utilizzo e piattaforme sicure.
- Il miglioramento delle competenze e delle abilità per la trasformazione digitale, a tutti i livelli di istruzione con l’obiettivo di raggiungere l’alfabetizzazione digitale di base, avere più specialisti del settore e garantire parità di accesso e di opportunità alle ragazze e giovani donne.
Trovi qui approfondimenti sul Piano d’azione per l’istruzione digitale.
SELFIE for Work Based Learning
Presentato il 7 e l’8 ottobre con la partecipazione di Mariya Gabriel, Commissario europeo per l'innovazione, la ricerca, la cultura, l'istruzione e la gioventù, e di Nicolas Schmitt, Commissario europeo per il lavoro e i diritti sociali, il “SELFIE for Work Based Learning” è ora ufficialmente pronto all’uso.
SELFIE rappresenta uno strumento pratico ed efficace per la pianificazione digitale dell'intera scuola, per supportare le politiche di educazione digitale nazionali/regionali e mostrare esempi dell'impatto positivo che SELFIE può avere sulle scuole (già 1.700.000 dirigenti scolastici, insegnanti e studenti hanno scelto di avvalersene, a partire dal suo lancio nel 2018).
Il nuovo modulo SELFIE Work-based learning è già stato sperimentato in 9 Paesi europei tra settembre e dicembre 2020. In totale, circa 35.000 partecipanti provenienti da circa 150 scuole di formazione professionale e 250 aziende in Francia, Germania, Ungheria, Polonia, Romania e Georgia, Montenegro, Repubblica di Serbia e Turchia sono stati coinvolti nella fase pilota.
I progetti pilota sono stati condotti dal Joint Research Centre (JRC), in collaborazione con il European Forum of Technical and Vocational Education and Training, l’European Training Foundation e il DG Occupazione, Affari sociali e Inclusione della Commissione europea.
“Matcher”, partita la 2° edizione del programma internazionale di open innovation
Green Deal Edition per questo secondo anno di MATCHER, promosso dalla Regione Emilia-Romagna, con il coordinamento di ART-ER e il supporto tecnico di Deloitte Officine Innovazione e finanziato da SIMPLER (Enterprise Europe Network), con l’obiettivo di far incontrare 10 tra le aziende più innovative dell’Emilia-Romagna con le startup/scaleup più promettenti a livello mondiale.
L’obiettivo comune è co-sviluppare soluzioni e progetti concreti in ambito di sostenibilità ambientale, offrendo contemporaneamente alle aziende locali coinvolte l’opportunità di ampliare il proprio network di contatti e di aprirsi a nuove opportunità di sviluppo.
Il focus tematico della seconda edizione di MATCHER è il Green Deal Europeo, con progetti e soluzioni che si concentreranno su:
- GREEN MATERIALS > ricerca di materiali innovativi (plastic free, riciclati, compostabili ecc.) da impiegare nei processi di produzione al posto di quelli inquinanti.
- DIGITAL PROCESSES & SMART MONITORING > soluzioni che abilitino la digitalizzazione e il monitoraggio dei processi per ottimizzare le risorse impiegate e ridurre gli sprechi.
- GREENER PRODUCTION & TECHNOLOGIES > nuove tecnologie produttive o metodologie di produzione per produrre in maniera più sostenibile ed efficiente.
Nell’edizione precedente di MATCHER sono state coinvolte 40 imprese del territorio dell’Emilia-Romagna e 43 start-up internazionali, con circa 500 partecipanti all’evento conclusivo e più di 400 meeting di matchmaking.
Per presentare la propria candidatura le startup/scaleup internazionali hanno tempo fino al 30 novembre 2021 attraverso il sito www.match-er.com.
Per approfondimenti: https://www.emiliaromagnastartup.it/it/innovative/bandi/matcher-al-la-seconda-edizione-dedicata-al-green-deal
Servizi PA online: dal 1° ottobre si accede con SPID
A partire dal 1° ottobre sarà necessario disporre di SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale per accedere a tutti i servizi online erogati dalla Pubblica Amministrazione.
Si dispiegano in questo modo sui territori gli effetti della normativa nazionale: il decreto “Semplificazione e innovazione digitale”, successivamente convertito in legge (120/2020), viene ora recepito anche in Emilia-Romagna.
Esistono in realtà due alternative a SPID, entrambe poco utilizzate vista la necessità di disporre di uno smartphone dotato di sistema NFC o di un lettore di smart card: si tratta della carta di identità elettronica (CIE) e della CNS (Carta Nazionale dei Servizi, una smart card corrispondente ad esempio ai dispositivi di firma digitale o alla tessera sanitaria). In generale, comunque, la grande maggioranza dei cittadini si avvarrà di SPID, come dimostra il milione e oltre di identità digitali già rilasciate sul territorio regionale.
Tra i tanti servizi coinvolti nel processo, anche il Fascicolo Sanitario Elettronico: dal 1° ottobre non sarà più possibile accedervi tramite pin o password rilasciati dai rispettivi gestori e nemmeno tramite le utenze generate dal sistema Federa (Federazione degli Enti dell'Emilia-Romagna per l’Autenticazione).
In questo senso proprio l’esperienza di Federa – un progetto regionale risalente al Piano Telematico 2007-2009 per identificare i cittadini e fornire loro servizi online, che di fatto ha anticipato lo SPID di dieci anni – l’Emilia-Romagna e i rispettivi enti locali sono pronti al cambiamento: la migrazione al nuovo sistema è già stata completata per più di 350 servizi online, preparati a garantire l’accesso tramite SPID.
Non mancheranno gli strumenti di aiuto e informazione, utili a supportare gli utenti nella migrazione al nuovo strumento (in aggiunta alle normali attività di helpdesk). A disposizione dei cittadini una pagina web, con istruzioni e sistemi di supporto realizzata da Lepida: https://app.lepida.it, e attività di formazione avviate nel contesto del progetto Digitale Comune che la Regione ha messo in campo per sostenere la transizione alle piattaforme nazionali, inclusa l’identità SPID, e a cui è possibile iscriversi qui.
Lepida ha avvisato gli utenti del cambio di modalità di accesso con largo anticipo, tanto che oltre 255 mila persone hanno completato gli adempimenti necessari e sono già state migrate a SPID per quanto riguarda il Fascicolo sanitario elettronico.
SPID: istruzioni per l’uso
SPID è accessibile a tutti i cittadini maggiorenni che siano in possesso di:
- un documento italiano in corso di validità (carta di identità, patente, passaporto),
- tessera sanitaria o tesserino del codice fiscale,
- un indirizzo e-mail e un numero di cellulare.
Per ottenere la propria identità digitale occorre scegliere un gestore d’identità digitale abilitato, come per esempio Lepida (https://id.lepida.it), uno dei nove provider in grado di fornire gratuitamente credenziali di accesso tramite SPID. Sono 924.554 le identità digitali già rilasciate da Lepida, tramite oltre 2.000 sportelli.
Una volta effettuata la registrazione attraverso l’inserimento dei propri dati anagrafici e creato un nome utente e una password personali, occorre procedere con il riconoscimento.
Per quanto riguarda Lepida, quest’ultimo può essere fatto presso migliaia di sportelli in tutta Italia: Comuni e sportelli Ausl ma anche farmacie e centri di assistenza fiscale, tutti indicati sul sito.
In alternativa al riconoscimento sul posto, è possibile procedere anche per via telematica tramite firma digitale, carta nazionale dei servizi, carta di identità elettronica oppure registrando un video secondo i requisiti indicati sul sito e facendosi identificare tramite un bonifico simbolico (basta un centesimo) da un conto corrente intestato.
Esiste infine la possibilità, offerta da Lepida, di essere riconosciuti via webcam tramite smartphone, un tablet o un PC (il servizio ha un costo di 15 € + Iva).
I tempi di rilascio dell’identità digitale dipendono dai singoli gestori.
Una volta attivato, l’utilizzo di SPID per i cittadini è gratuito.
Il contesto nazionale
A livello Italia al 15 settembre 2021 risultavano erogate 24.387.240 identità SPID, con oltre 8mila amministrazioni pubbliche coinvolte nel processo, a partire dall’Inps, l’Agenzia delle Entrate o l’Inail.
È previsto in futuro l’adeguamento anche da parte degli Enti locali, che renderanno progressivamente accessibili solo tramite SPID servizi online come la richiesta di certificati anagrafici, il pagamento di tributi o sanzioni o l’accesso al SUAP - lo Sportello Unico per le Attività produttive.