Women in Tech ER è il podcast a cura dell’Assessorato all’Agenda Digitale di Regione Emilia-Romagna e Lepida Scpa, che affronta il tema del divario digitale di genere da punti di vista e in settori diversi. I contenuti derivano dall’omonimo ciclo di incontri, svoltosi dal 2021 al 2022, durante i quali, in compagnia di esperte, ricercatrici e amministratrici pubbliche, sono stati approfonditi i temi del Digital Gender Gap, anche attraverso casi e best practice di livello regionale, nazionale e internazionale.
Le competenze necessarie del futuro saranno soprattutto quelle in ambito tech e digitale, ma i dati che abbiamo a disposizione ci dicono che la presenza femminile nelle materie STEM continua a rimanere molto bassa.
Tuttavia, l’assenza delle donne dalla cultura digitale è una perdita non solo per i soggetti singoli, ma per l’intera società civile, anche dal punto di vista economico. Perché la mancanza di personale con un’adeguata formazione tecnica ostacola la produttività e la crescita.
Ma quali sono le ragioni di questo distacco? Quali le conseguenze? E quali possono essere gli strumenti che ci possono aiutare ad avvicinare donne e ragazze ai percorsi di studio e carriera legati alle discipline scientifiche?
Ci siamo confrontate su questi argomenti con Barbara Carfagna, Giornalista e divulgatrice esperta di politica ed economia digitale, Nicole Ticchi, scienziata e fondatrice dell’associazione “She is a Scientist”, e Giulia Ferrari, ricercatrice dell’Università di Torino e matematica.
Quanto tengono conto dell’esperienza delle donne la raccolta, il processo e l’analisi dei dati che regolano le nostre vite, studiano i nostri bisogni, danno vita all’intelligenza artificiale e aiutano a costruire le nostre città?
In generale, l'esperienza maschile viene presa come misura universale del vivere. Questo però, in un mondo che si sta basando sempre di più sui dati per la pianificazione delle politiche, degli spazi e degli strumenti al servizio delle persone, fa sì che questi non tengano conto della prospettiva e dei bisogni delle donne.
Come si recupera questa distanza?
Su questi temi abbiamo chiesto l’opinione di Ivana Bartoletti, Fondatrice del Women Leading in AI Network ed Esperta Internazionale di policy ed etica dei big data e dell’intelligenza artificiale, Florencia Andreola, storica dell’architettura, co-fondatrice dell'associazione Sex & the City e co-autrice di Milan Gender Atlas / Milano Atlante di genere e Monica Costantini, responsabile ricerca e sviluppo IoT per T.net
Diverse esperienze ci mostrano che il mondo del digitale e quello dell’innovazione sociale possono creare delle relazioni e delle dinamiche che hanno un impatto (positivo) anche sui divari di genere. Le tecnologie digitali al servizio della cittadinanza possono aprire il passo a una maggiore partecipazione e coinvolgimento nella pianificazione urbana e nella definizione dei servizi pubblici anche in ottica di genere.
Come teniamo insieme l’integrazione tra tecnologie digitali e genere per pensare le forme della cittadinanza?
Hanno provato a rispondere a questa domanda Claudia Zampella, Service e Learning Experience Designer, Enrica Cornaglia, Venture program manager per Ashoka Italia e Federica Meta, giornalista, esperta di innovazione e digitale.
Il settore del turismo è un’industria in cui le donne sono la maggioranza della forza lavoro, ed è un settore in cui l’imprenditoria, anche la micro-imprenditoria, femminile è in crescita, spesso legata alle piattaforme digitali. Si moltiplicano i canali di aggregazione tra persone che vogliono viaggiare insieme, raccontarsi esperienze, condividere passioni. E soprattutto, a mano a mano che aumenta la libertà delle donne nella sfera lavorativa e familiare, aumenta il numero di viaggiatrici. Donne che viaggiano da sole, donne che viaggiano con le amiche, diventano un nuovo target su cui investire, più attento all’impatto ambientale e a quello sociale.
Abbiamo approfondito questi temi con Iaia Pedemonte, esperta di turismo responsabile, fondatrice dell’Associazione Gender Responsible Tourism, Giulia Eremita, professionista del marketing digitale nel turismo, docente e giornalista, Federica Govoni, grafica e assessora a turismo, attività produttive, innovazione e comunicazione del Comune di Valsamoggia.
Grandma Audrey è una signora di 90 anni, grande appassionata di Animal Crossing, gioco che durante il lockdown era diventato uno strumento per tenersi in contatto con il nipote, che gliel’aveva fatto conoscere 20 anni prima.
Questo è solo un esempio che ci racconta che il mondo dei Videogames è cambiato, si è evoluto, e non risponde più agli stereotipi tradizionali.
Le donne fanno parte del mondo dei videogiochi, stanno fondando associazioni, e molte hanno sviluppato competenze professionali contigue come, per esempio nel giornalismo e la comunicazione dei videogiochi, o sviluppando applicazioni oltre l’intrattenimento come, per esempio, nell’educazione, nella psicologia o nella gestione delle risorse umane. Sempre di più, infatti, i videogiochi diventano uno strumento per interagire, comunicare e lavorare. Ma quali sono i cambiamenti principali? E come questo impatta nella vita delle donne?
Ne abbiamo parlato con Valentina Paternoster, People Engagement and Caring Lead presso Open Knowledge (Gruppo BIP), e Viola Nicolucci, Psicologa psicoterapeuta e ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione "Riccardo Massa” dell’Università di Milano Bicocca
Nel contesto nazionale generale, le donne continuano ad essere sottorappresentate nei ruoli di leadership ad alto livello, percepiscono salari più bassi e hanno maggiori difficoltà di accesso alle professioni del futuro legate al digitale, così come alle opportunità offerte dalle piattaforme di lavoro digitali. Diversamente, le donne sono molto più presenti in tutti quei lavori che sono legati ai lavori di cura o ai lavori di servizi alle persone, non soltanto servizi domestici.
Qualcosa però sta iniziando a cambiare e, proprio in ambito digitale, l’evoluzione del lavoro femminile sta andando di pari passo all'evoluzione regolatoria.
Hanno approfondito con noi questi temi Azzurra Rinaldi, economista esperta di economia di genere, ed Annarosa Pesole, economista del lavoro e dell'innovazione.
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